“Che succede alla Zerbi?” Il Cda chiede trasparenza e informazioni dettagliate
SARONNO – Il Cda rinvia l’approvazione del bilancio di previsione 2025/2027 “per avere più informazioni” e in una lettera chiede più trasparenza su una “riduzione dei servizi” di cui l’Amministrazione non ha dato conto.
Venerdì sera si è tenuta una nuova riunione del Cda dell’istituzione Zerbi ma la situazione dopo l’attesa nomina del direttore amministrativo non si è rasserenata. Già nella presa d’atto della nomina il Cda ha chiesto chiarimenti in merito al “processo di razionalizzazione e di
riorganizzazione dell’ente strumentale” riportato nell’atto di nomina. Ottenuta la precisazione che si trattava di una “micro-organizzazione nell’ambito del regolamento Zerbi e nel rispetto delle prerogative del Cda, in quanto restano di competenza del consiglio comunale eventuali” il punto è stato approvato.
Rinviato il terzo punto all’ordine del giorno in merito alla “richiesta di trasferimenti comunali e l’approvazione del bilancio di previsione 2025/2027”. La decisione è stata dal Cda dopo aver ascoltato la relazione per avere chiarimenti scritti anche “sui servizi che l’Ente comunale intende trattenere a sè”. Una richiesta a cui ha dato seguito nella giornata di ieri il presidente Giuseppe D’Elia che ha inviato protocollato una lettera rivolta al sindaco Augusto Airoldi e al presidente del consiglio comunale Pierluigi Gilli con il verbale del cda.
La missiva sottolinea come la perplessità fronte di una citata “riduzione dei servizi dell’istituzione comunale” su cui il Cda non ha avuto informazioni precise e non è stato preventivamente informato. Non manca una richiesta affinchè le scelte che competono all’ente comunale (siano esse di competenza di giunta o consiglio comunale) siano prese in modo trasparente.
Ma quali sarebbero queste riduzione di servizi che riguardano l’istituzione che ogni giorno accoglie e cura oltre 600 bimbi? Al momento non ci sono informazioni certe ma si parla di novità su pre e post scuola e di novità nella gestione amministrativa e contabile del personale.
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Commenti
La crisi politica nasce lì. Il sindaco rimedi!
Esce anche qui la scarsa capacita’ del Sindaco di ascoltare, coinvolgere nelle decisioni i consiglieri e fare squadra.
Solo e chiuso sempre piu’ nella sua bolla.
come ha scritto il Consigliere Comunale Licata su facebook: meglio morire in piedi che vivere in ginocchio.
Cosa farà? lo vedremo presto molto presto. Per me vivrà. La cadrega non si molla mai, il potere logora chi non l’ha
Mah, qualche esperienza di cda ce l’ho anche di una multinazionale americana. Se mi fossi presentato senza essermi informato prima sull ordine del giorno gli shareholders mi avrebbero dato il benservito
COMPLOTTISTI DI ALTRI TEMPI
Socrate, il più grande filosofo di tutti i tempi, era in realtà l’uomo più odiato di Atene. Venne accusato di empietà e corruzione dei giovani. Il tribunale popolare, l’eliea, lo condannò a morte: e Socrate, una delle menti più brillanti della storia, morì sorbendo una tazza di cicuta. Ma perché tanto accanimento?
Apparentemente Socrate non faceva nulla di pericoloso: poneva domande, parlava con chiunque, con i nobili, con i comuni cittadini, con i giovani. Ma proprio le sue domande, nella loro schiettezza, nella loro semplicità demolivano le certezze dei suoi interlocutori, li costringevano a confortarsi con la vacuità delle proprie certezze, con l’incoerenza dei propri ragionamenti.
Insegnavano a dubitare.
Socrate era un personaggio fin troppo scomodo con i dubbi che instillava. Aveva avuto l’ardire di smascherare i politici corrotti e i falsi maestri che, credendo di sapere, dispensavano false verità e falsa conoscenza. Ecco perché venne messo a morte. Era una minaccia allo status quo, un pericolo da eliminare.
Durante il processo, Socrate non volle pentirsi o implorare clemenza. Rifiutò persino di ricorrere all’aiuto di un oratore (antesignani dei nostri avvocati). Perché? Perché secondo Socrate: «Non puoi usare la tua arte retorica giocando con le parole, incantando la folla, magari mentendo, neppure se è in gioco la vita”.
L’intelligenza è scomoda, questo ci insegna il processo contro Socrate. La massa vuole illusioni e non verità, desidera in poche parole essere adulata. Gli uomini intelligenti vengono messi alla gogna.
Sono banditi, ostracizzati, disprezzati, poiché turbano il sonno delle masse, mettono in dubbio l’autorità, svelano gli inganni delle istituzioni.
Ma chiedere informazioni prima no?
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Leggere e sforzarsi di capire prima di commentare, no?
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Le informazioni le deve dare chi “propone” un bilancio.