Saronno celebrato e festeggiato recupero e l’apertura dell’archivio dell’ex pretura
SARONNO – Il recupero dell’archivio dell’ex pretura di Saronno è stato celebrato nella mattinata di sabato 28 settembre, in un incontro speciale nella Sala Capitolare del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli. L’evento ha segnato un momento importante per la comunità, unendo istituzioni pubbliche, privati e volontari in un progetto che valorizza la memoria storica del territorio.
Il nuovo prevosto di Saronno, monsignor Giuseppe Marinoni, ha aperto la giornata accogliendo i partecipanti e sottolineando l’importanza del documento scritto come “una traccia della nostra vita destinata a durare nei secoli“. Le sue parole hanno anticipato il focus della giornata: il recupero e la tutela di un pezzo fondamentale del patrimonio storico locale.
Annalisa Rossi, soprintendente archivistica e bibliografica per la Lombardia, ha spiegato come l’archivio non sia solo un insieme di documenti, ma la testimonianza viva della comunità stessa. L’archivio dell’ex pretura, che risale ai primi anni dell’ottocento, custodisce atti e fascicoli che raccontano le controversie e i crimini di un’epoca lontana, fornendo una finestra sulla società di quel tempo. Rossi ha chiarito che, sebbene la pretura di Saronno abbia cessato la sua attività, i documenti restano proprietà dello stato, perciò sarebbero dovuti essere trasferiti nell’archivio di stato di Varese. Tuttavia è emersa l’esigenza di conservare questa documentazione localmente, in uno spazio che, grazie alla curia e al contributo della società privata “Saronno città dei beni comuni“, è stato trovato e riqualificato.
Il presidente della sezione penale del tribunale di Busto Arsizio, Giuseppe Fazio, ha enfatizzato il valore di questa collaborazione tra pubblico e privato, ricordando il ruolo pionieristico dell’avvocato Proserpio, che per primo aveva sollevato la questione del recupero. “L’accesso a questi documenti permette di comprendere meglio la storia degli ultimi 100 anni della nostra comunità” ha dichiarato Fazio, aggiungendo che i fascicoli risalenti al 1806/7 sono un importante strumento di studio. Un aspetto decisivo è stata la partecipazione degli scout, che hanno dato un contributo fondamentale alla riuscita dell’operazione di recupero, dimostrando che la cooperazione tra diverse realtà può produrre risultati significativi per tutta la comunità.
In seguito ha preso la parola Giuseppe Gorla, rappresentante della Saronno città dei beni comuni, che ha annunciato la produzione di un docufilm che documenta l’intero processo di recupero dell’archivio. “Un racconto visivo di questa impresa corale, che verrà proiettato probabilmente nel cortile della biblioteca comunale“, ha spiegato Gorla. Il proprietario dell’ex Isotta Fraschini si è anche soffermato sulla rilevanza della Sala Capitolare, spazio di non facile accesso, essendo uno dei luoghi più intimi del Santuario. “E‘ un luogo nato per raccontare la buona novella, quindi è un luogo giusto per un evento del genere” così specifica Gorla. L’ubicazione dell’archivio, due piani sotto il livello della strada, ha rappresentato una sfida logistica non indifferente, ma grazie alla passione e al volontariato di tante persone si è riusciti a riportare alla luce un patrimonio prezioso. Nei prossimi tre anni un team di archivisti lavorerà alla catalogazione completa, affinché l’archivio diventi accessibile agli studiosi di tutto il mondo.
Successivamente è stato mostrato un video di sei minuti (interamente creato dai ragazzi che hanno preso parte ai lavori), anteprima di quello che presto diventerà il docufilm.
Infine l’archivista Andrea Germi ha riferito come siano state tante le emozioni all’apertura dell’archivio, in particolare nello sfogliare i faldoni aggrediti dall’umidità. Il patrimonio documentario è stato prelevato da un’azienda che si è occupata di sanificarlo: la parte più antica, risalente al 1806-7, era contenuta in un deposito con una sola finestra, cosa che ha contribuito ad aggravare le condizioni delle carte. I documenti sono stati sottoposti a una serie di procedimenti per uccidere le spore, ripulirli e farli tornare allo stato originale. “Abbiamo portato la documentazione nel deposito archivistico, dov’è stata poi suddivisa in faldoni” così spiega Germi.
E’ stato infine aperto uno dei faldoni, cosicché i presenti hanno potuto ammirare direttamente alcune delle carte recuperate. “Abbiamo trovato un caso di eredità degli anni ’30 dell’Ottocento, riguardante una figura di spicco del territorio“, così ha raccontato Germi, mettendo in evidenza il valore storico e culturale dei documenti.
La giornata si è conclusa con una visita guidata all’archivio, dove i partecipanti hanno potuto osservare da vicino il lavoro svolto. Nel pomeriggio, a partire dalle 15, le visite sono state aperte all’intera comunità, permettendo ai cittadini di toccare con mano il frutto di questo straordinario progetto.
Questo processo di recupero non solo preserva la memoria storica di Saronno, ma rappresenta anche un modello di collaborazione virtuosa tra pubblico, privato e volontariato, in perfetta sintonia con i principi promossi dalla Convenzione di Faro, che riconosce il patrimonio culturale come fondamento per l’identità e la coesione delle comunità.
(foto dell’evento)
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