Visto da Varese: L’industria in missione nel cuore dell’Europa

di EZIO MOTTERLE
È stata definita “crocevia d’Europa”, provincia cuore del sistema produttivo continentale con grande propensione all’export, territorio di confine strategico grazie anche a una preziosa rete di comunicazioni internazionali. Ma proprio per questo il Varesotto ha necessità di far sentire più alta la sua voce nei centri decisionali dell’Ue cercando di accrescere il suo peso nelle iniziative che lì si assumono. Di qui l’impegno degli imprenditori di Confindustria Varese, una cui delegazione ai massimi vertici si è recata in missione a Bruxelles per una serie di incontri operativi. “Siamo qui perché è qui, nel cuore delle istituzioni europee, che si prendono le decisioni sul nostro futuro”, sottolinea il presidente Roberto Grassi. Obiettivo aperto dunque sui luoghi dove si pianificano le politiche e si decidono metodi di accesso alle risorse necessarie tra l’altro per affrontare le principali transizioni che vedranno protagoniste nei prossimi anni anche le imprese varesine, due su tutte quella ecologica e quella digitale. È indispensabile insomma “conoscere le regole del gioco per poter affrontare al meglio la partita del futuro”. La missione a Bruxelles, che vede protagonisti il consiglio di presidenza e i presidenti dei gruppi merceologici dell’associazione imprenditoriale, coi vertici della Camera di commercio, è stata organizzata in collaborazione con la delegazione europea di Confindustria. Fitto il calendario degli incontri in programma con esponenti della Commissione europea, della Rappresentanza permanente dell’Italia nella Ue, di Euratex (l’associazione europea delle imprese tessili) e con parlamentari europei italiani eletti nelle circoscrizioni della Lombardia. Si parla di politiche rilevanti per la competitività dell’industria, di programmi europei di ricerca, di sostegno alla transizione ecologica: tra i temi anche il progetto “Digital euro” che prevede la creazione di una moneta digitale pubblica per ridurre i costi e aumentare la velocità dei pagamenti transfrontalieri all’interno del mercato unico. Senza dimenticare la programmazione dei fondi europei fino al 2027. Il tutto per garantire anzitutto la difesa di un patrimonio manifatturiero che resta fondamentale per l’economia del territorio.