Visto da Varese: Qualità della vita, l’Eden non è più qui

di EZIO MOTTERLE
Ma non era una sorta di Eden, terra promessa per gente in cerca di benessere, luogo ameno e salubre disteso fra laghi e colline ideale per mettere radici, vita tranquilla lontana da troppi rischi, fittissima rete produttiva in grado di assicurare ottime possibilità di lavoro e di reddito, meta turistica di prim’ordine per visitatori italiani e stranieri. Le ultime analisi statistiche che mettono a confronto una novantina di indicatori certificati suddivisi in sei macro-categorie, elaborati dal Sole24Ore nella sua indagine annuale, non restituiscono ahimé l’immagine di una provincia con brillante livello di qualità della vita. Varese perde anzi posizioni rispetto a un anno fa, oggi occupa il 43esimo posto fra le 107 province italiane, un salto indietro di sette gradini che la colloca anche tra le situazioni peggiori della regione Lombardia, dove otto delle dodici province stanno meglio di quella varesina, posizionata solo davanti a Lodi, Mantova e Pavia. Resta a
perto come sempre il dibattito sui singoli dati numerici e sulla rispondenza alla realtà del risultato finale, si evidenzia comunque lo scarso entusiasmo per una collocazione orientata verso metà classifica peraltro allineata a una serie di problemi che preoccupano da tempo il territorio. Lavoro e sicurezza ad esempio risultano in effetti settori tra quelli che segnano il maggiore arretramento, mentre ricchezza e consumi (21esimo posto) migliorano il livello globale. Unico primato quello relativo alla illuminazione pubblica sostenibile, dove il Varesotto vanta la miglior posizione assoluta, per il resto appunto lunga altalena di dati positivi e negativi che producono l’immagine di una provincia tutto sommato senza infamia e senza lode, dove l’oggettivo storico benessere è offuscato da una serie di problemi irrisolti in grado anche di minarne in prospettiva la consistenza. In definitiva sfuma il mito di un’area di frontiera in grado di fare da traino insostituibile per l’economia e la società italiana, un Eldorado sempre desiderabile per sbarcare il lunario, culla di tranquillità e “joie de vivre” con reddito pro-capite da record e solida ossatura imprenditoriale. Molti ovviamente coloro che non si riconoscono in questa lettura, convinti – in tanti lo sostengono apertamente – che la “terra dei laghi” sia ancor oggi il luogo ideale in cui vivere, produrre e prosperare. Pesa comunque anche il confronto diretto con le altre province italiane, analizzate ovviamente dall’indagine secondo gli stessi parametri. E risultate appunto, in 42 casi, più “vivibili” di Varese.
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