Visto da Varese: Elezioni d’autunno tra emergenze e incertezze

di EZIO MOTTERLE
Amarcord di quel voto a metà primavera, tempi di pace e di crescita felice, mercato globale in espansione, grandi speranze per il futuro. Urne aperte, allora, in un Varesotto terra di benessere e primati, grandi progetti per un crocevia d’Europa dalle vele spiegate, bella stagione scacciapensieri comunque alle porte. Si vota oggi, invece, all’inizio di un autunno segnato da emergenze e incertezze. “Sono a rischio la salvaguardia del patrimonio imprenditoriale, la tenuta occupazionale della provincia di Varese e la ricchezza di competenze e conoscenza di tutto il territorio costruita in decenni di lavoro”. Senza mezzi termini l’appello a candidati e forze politiche sottoscritto alla vigilia del voto dalle parti sociali, dinanzi ad uno “scenario energetico e inflazionistico sempre più preoccupante”. Imprese e lavoratori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi, delle attività commerciali, sollecitano attraverso associazioni e sindacati proposte efficaci per difendere la stessa tenuta sociale nazionale e locale, specie in territori particolarmente sviluppati e industrializzati come il Varesotto. L’aumento dei costi di produzione e gestione delle aziende – si sottolinea – impone interventi urgenti di sostegno e soluzioni strutturali non più procrastinabili. Al voto dunque in un clima diventato “autunnale” nello spirito più che nel meteo, il pensiero a luce, gas e inflazione che svuotano i portafogli, lo sguardo a un Natale che cade giusto fra tre mesi e che rischia di essere segnato dal clima di pesante inquietudine oltre che di rinunce ad abitudini consolidate. Sulla crisi dei prezzi energetici si chiedono interventi immediati, ben prima che sia operativo il nuovo governo, con un’azione “che riporti il sistema economico su quei binari di competitività che avevano permesso alle imprese di tornare a crescere a ritmi sostenuti, dopo lo stop pandemico, trainando una risalita dei tassi di occupazione”. Il tutto per scongiurare chiusure (anche solo temporanee) di attività e l’apertura di crisi aziendali con pesanti ricadute anche sul potere d’acquisto dei lavoratori e sul benessere sociale. Voto d’autunno, insomma, col pensiero già all’inverno.