Epilogo commissione Rodari, le conclusioni di Pierluigi Gilli

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pierluigi Gilli in merito alla commissione Rodari
QUI IL RIASSUNTONE DE ILSARONNO
QUI LA DIRETTA DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALEFerme restando le conclusioni provenienti dal Vice Presidente Simone Galli e dai Commissari Mattia Cattaneo e Francesca Rufini, cui si rinvia integralmente, si ritiene opportuno aggiungere le seguenti considerazioni.
La vicenda che ha destato enorme allarme nell’opinione pubblica e relativa al progetto di costruzione di una nuova scuola Rodari è stata segnata da criticità ed ambiguità che hanno condotto a risultati non propriamente utili per la soluzione di una annosa questione concernente questo edificio scolastico.
Tuttavia, l’esame della documentazione acquisita dalla commissione, nonché i verbali delle dichiarazioni rese da alcuni funzionari di carriera o elettivi hanno permesso di giungere ad un inquadramento chiaro dell’evolversi di questo progetto.
Vi è da dire che alcuni elementi hanno avuto un impatto formidabile nei confronti dell’iter procedimentale:
1) il contagio da COVID-19 e la conseguente smobilitazione temporanea degli uffici comunali;
2) la mancanza di una seria riprogrammazione da parte del ministero dell’istruzione che aveva concesso i finanziamenti;
3) il tempo eccessivo dedicato dall’Amministrazione Fagioli per l’indizione della gara per lo studio di fattibilità, quattro mesi;
4) la circostanza che lo studio di fattibilità di cui è stato incaricato un professionista esterno conteneva complesse criticità e proprio per questo non è stato validato, con la conseguenza che lo studio di massima non era pienamente attendibile e men che meno utilizzabile ai fini del procedimento della procedura ai fini della prosecuzione dell’iter amministrativo;
5) l’assenza di un coerente e necessario intervento da parte dell’autorità governativa che non ha minimamente preso in considerazione alcune necessità non raggirabili emerse durante appunto il periodo del contagio: oltre alla già detta dilatazione dei tempi, un anomalo aumento dei costi dei materiali, nuove previsioni di misure e di spazi per gli edifici pubblici, in particolare le scuole, onde evitare la eccessiva vicinanza tra gli utenti e quindi il favorire il contagio.
Di qui la difficoltà degli uffici pubblici degli enti beneficiari dei finanziamenti di rispettare materialmente una tempistica che era stata concepita in ben altri momenti, allorquando si viveva in
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una situazione di apparente normalità: il governo non è intervenuto con nessun provvedimento per allungare i tempi e ciò non soltanto per il finanziamento ottenuto dal Comune di Saronno, ma in generale per i finanziamenti per l’edilizia scolastica (risalenti alla “Buona Scuola” del Governo Renzi) o altre attività che coinvolgevano un’enormità di fondi e una grandissima pluralità di enti pubblici, dai comuni fino alle regioni in tutta Italia. Il governo sordo alle richieste generali di allungamento dei tempi per la conclusione degli iter amministrativi non è intervenuto e ciò ha comportato sicuramente un influsso negativo anche sul procedimento in corso a Saronno.
Ma vi è di più.
Risulta documentalmente che il 22 novembre del 2021, con una PEC di una riga firmata da un oscuro funzionario ministeriale, si comunicava al Comune di Saronno che non si potevano concedere proroghe per l’aggiudicazione della progettazione. Questa laconica comunicazione ha una ufficialità molto sospetta ed è ambigua nel testo, poiché si limita a dire “non sono previste proroghe”, ma non dice che “sono vietate proroghe”.
Tale comunicazione, giunta in una maniera realmente anomala all’interno delle normalità burocratiche e della prassi inveterata, che da sempre per gli uffici di tutta Italia ha contemplato come ordinaria la concessione di proroghe (salvo esplicito divieto), ha condotto poi ad un affanno generale dell’amministrazione politica e soprattutto degli uffici tecnici, i quali nel frattempo si erano resi conto che lo studio di fattibilità non validato che era stato presentato dal primo professionista incaricato richiedeva la risoluzione di alcune criticità di grande importanza e quindi era divenuto necessario intervenire con una nuova revisione di quello studio di fattibilità perché fosse effettivamente validabile: elemento fondamentale, poiché certo non si possono costruire le scuole nuove che partono già con difetti strutturali congeniti (distanza dalla ferrovia, antisismicità, compresenza tra scuola e cantiere), che erano già stati rinviati alla progettazione esecutiva.
In questa situazione, di per sé confusa, nonostante l’impegno degli Uffici, si è poi innestato un processo defatigante e sviatorio incentrato su un documento, la cui banalità è tale che di per sé smentisce qualsiasi illazione che è stata fatta interessatamente da una parte politica: ci si riferisce ad un verbale di una riunione online, in realtà di una “scheda predisposta” si tratta, in cui non il Ministero, ma funzionari regionali incaricati genericamente come TASK FORCE EDILIZIA SCOLASTICA – REGIONE LOMBARDIA, per conto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, in contraddittorio con il funzionario comunale di Saronno che principalmente si occupava del progetto nuova Rodari, raccoglievano dati sull’andamento dell’iter amministrativo progettuale in dipendenza del finanziamento concesso.
In tale scheda, si legge incidentalmente che “Si è ricordata, per i nuovi edifici, la scadenza della proposta di aggiudicazione lavori entro il 06/11/2021” (punto 8. prestampato), cioè si è semplicemente richiamata una scadenza di cui tutti, funzionari ed amministratori politici erano notoriamente a conoscenza.
L’allora Assessore, in punto, ha così dichiarato: “Il Ministero ha convocato una riunione a giugno
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2021 per dire che non avrebbero concesso proroghe, ma siamo a giugno 2021 e io non lo sapevo, l’ho saputo solo a gennaio 2022”. Si tratta di uno stravolgimento della verità, oltre che della realtà; la riunione tecnica tra funzionari aveva solo lo scopo, come sopra ricordato, di compilare una scheda tecnica; ma soprattutto, questa TASK FORCE EDILIZIA SCOLASTICA – REGIONE LOMBARDIA (denominazione roboante per un ordinarissimo gruppetto di lavoro incaricato di censire dati) non aveva, né avrebbe mai potuto avere alcun potere di “dire che non avrebbero concesso proroghe”, come l’ex Assessore sostiene infondatamente e come non è stato scritto nella scheda.
L’allora Assessore ha favoleggiato su questo documento di irrilevante portata, quasi fosse il suo asso nella manica per autoassolversi da ogni connessione con l’occorso.
Ma non è così. Anzitutto, giova rammentare che il nostro sistema prevede che il Sindaco affidi ai singoli Assessori il compito di sovrintendere ad un particolare settore dell’amministrazione o a specifici progetti o servizi, dando impulso all’attività degli uffici secondo gli indirizzi stabiliti dagli organi del Comune e vigilando sul corretto esercizio dell’attività amministrativa e di gestione; nelle materie affidate, ciascun Assessore può esprimere i propri poteri di indirizzo e coordinamento attraverso atti monocratici, cioè direttive; in altri termini, ai singoli assessori sono conferite deleghe per specifiche materie; si tratta di deleghe di natura politica, essenzialmente come compito di sovrintendenza, stimolo e controllo su specifiche problematiche.
Eppure, a dispetto di ciò, l’ex Assessore ha dato queste stupefacenti risposte alle domande dei Commissari:
D: il fatto di decidere di procedere con la richiesta di proroga è tecnica o politica?
R: È tecnica al 100%.
D: In questi mesi di assessorato ha avuto relazioni con il RUP (responsabile unico del procedimento, un tecnico comunale del settore Lavori Pubblici), ad esempio riunioni o incontri di aggiornamento?
R: Con il RUP mai, del progetto se ne è sempre occupata l’Arch. Xxxxxxx insieme al Dirigente
D: Non ha sollecitato che la richiesta di proroga venisse fatta nei tempi?
R: No, perché mi fidavo degli uffici e non avevo modo di dubitare che il lavoro fosse portato a termine.
R: Noi a maggio già sapevamo che la data del 5 novembre 2021 non era possibile traguardarla, perché a maggio erano venuti fuori tutti i problemi di cui vi ho detto, a tutti noi era chiaro che avremmo dovuto chiedere una proroga già a maggio 2021.
Di interlocuzioni con il Ministero, in cui si anticipava la richiesta di proroga, nulla so: da parte mia no, da parte degli uffici non lo so.
D: Non ha dunque mai chiesto di vedere la domanda di proroga e di verificare che fosse stata inviata nei termini?
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R: No, in generale non ho mai chiesto di vedere il lavoro degli uffici prima che fosse fatto: si concordava una cosa e poi gli uffici eseguivano il lavoro.
D: Non si devono avere interlocuzioni con il Ministero?
R: No, la richiesta di proroga va motivata e così è stato fatto.
D: Già da maggio 2021 si sapeva che sarebbe stato necessario chiedere una proroga. Ha detto di non aver mai fatto interlocuzioni con il Ministero e di non sapere se siano state fatte dagli uffici: non lo sa perché non lo ha chiesto o perché lo ha chiesto e hanno risposto di no?
R: Io so che gli uffici hanno interlocuzioni con il Ministero durante la gestione del bando, sulla proroga non so se hanno avuto interlocuzioni.
D: Il 5 novembre 2021, giorno di scadenza del termine, ha chiesto agli uffici se avevano mandato la richiesta di proroga?
R: Assolutamente no, non è compito dell’Assessore fare il “cane da guardia” dei progetti.
D: Essendo un progetto così importante e condiviso da tutta la giunta e dal Sindaco, come ha più volte ripetuto, a nessuno di voi è venuto in mente di chiedere al Ministero se si potesse chiedere una proroga e di verificare l’invio della richiesta di proroga nei termini?
R: L’Amministrazione si fida degli uffici, che conoscono le procedure da seguire. Una volta capito che la proroga andava chiesta, è stato dato per scontato che fosse stata chiesta per tempo. Comunque, secondo me, il ritardo non è così importante ai fini della accettazione o meno della proroga.
D: La delibera di giunta del 25 novembre 2021 palesa che non sapevate che fosse già arrivata una risposta negativa: Lei, prima della giunta, ha chiesto se la risposta era arrivata?
R: Hanno dato una risposta in tempi velocissimi; adesso che so della riunione di giugno 2021 mi spiego la velocità nella risposta.
Nonostante l’evidenza della scheda compilata online il 21 giugno 2021, di carattere meramente informativo, l’allora Assessore – che dice di nulla sapere di questa favolosa riunione – si esprime così:
D: Come mai non ritiene importante che la proroga sia stata richiesta dopo? Per quanto accaduto nella riunione di giugno 2021?
R: Sì, nel senso che comunque non sarebbe stata concessa e probabilmente gli uffici già lo
sapevano.
D: Intende dire che chi ha partecipato alla riunione sapeva che non sarebbe cambiato niente anche se fosse stata chiesta la proroga?
R: Esatto, volevo dire questo.
Non c’era alla riunione online, nulla sapeva direttamente, ma rilascia sentenze definitive…
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D: Si è fidata che gli uffici abbiano rispettato il termine, quindi, ma non se ne è accertata?
R: Mi sono fidata.
D: Non ha sollecitato che la richiesta di proroga venisse fatta nei tempi?
R: No, perché mi fidavo degli uffici e non avevo modo di dubitare che il lavoro fosse portato a termine. Della Rodari non se ne è parlato una volta, se ne è parlato spesso, all’attenzione di tutta la giunta; non è stato lasciato lì agli uffici senza che l’Amministrazione se ne fosse occupata, anzi, per l’Amministrazione era un progetto importante.
D: Non ha dunque mai chiesto di vedere la domanda di proroga e di verificare che fosse stata inviata nei termini?
R: No, in generale non ho mai chiesto di vedere il lavoro degli uffici prima che fosse fatto: si concordava una cosa e poi gli uffici eseguivano il lavoro.
Che cosa emerge dal complesso di queste risposte?
Un’immagine non certo positiva dell’Assessore, che non aveva evidentemente contezza dei còmpiti che conseguivano alle competenze delegatele ed attribuitele dal Sindaco.
L’ex Assessore si affanna a considerare come collegiale, cioè appartenente collettivamente al Sindaco ed alla Giunta, ogni atto amministrativo ed ogni azione politica, con particolare riguardo alla fattispecie della nuova scuola Rodari.
L’impostazione, di comodità difensiva, è però difforme dalle previsioni dell’ordinamento: l’Assessore, nelle materie o nei progetti delegatigli dal Sindaco, agisce come organo monocratico pur nell’alveo del programma del Sindaco e delle linee di indirizzo concordate dall’Amministrazione.
In ciò ha una spiccata funzione di sovrintendenza, stimolo e controllo sulle materie affidate alle sue cure e di vigilanza sull’efficacia, la tempestività, la precisione dell’azione ammnistrativa svolta dal personale dipendente del proprio settore.
Non fungerà da “cane da guardia”, come allega poco elegantemente l’ex Assessore, nel senso che non fungerà da “capoufficio” magari asfissiante ed impiccione; ma controllerà che l’apparato amministrativo esegua correttamente e tempestivamente i propri còmpiti; interloquirà coi responsabuili dei procedimenti; verificherà il rispetto dei termini; indirizzerà verso l’efficacia, l’efficienza e l’imparzialità tutta l’amministrazione, secondo il precetto dell’art. 97 della Costituzione, per cui efficienza, imparzialità e buon andamento sono i pilastri della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di un còmpito politico, svolto da eletti (il Sindaco) e delegati politicamente (Assessori), giacché la funzione pratica ed esecutiva è riservata ai funzionari dipendenti.
Si ritiene, pertanto, che, nella fattispecie, vi possano essere state delle incertezze dell’iter amministrativo della nuova scuola Rodari, ma che gli Uffici abbiano fatto fronte con prontezza adeguata alle drammatiche circostanze della pandemia, anzi abbiano saputo rimediare nei tempi
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dovuti alle notevoli criticità di uno studio di fattibilità nemmeno validato.
L’ex Assessore, per contro, non si è mai rapportato con il Responsabile Unico del Procedimento, non si è segnato come deadline il termine del 6 novembre 2022 e lo ha comunque sottovalutato nella sua portata: invece di verificare con anticipo quali attività di interlocuzione con il Ministero porre in essere insieme ai tecnici comunali; invece di verificare se e come gli stessi si stessero preparando alla scadenza inevitabile del termine, come, ad es., con la predisposizione di motivate ed articolate argomentazioni con cui corredare una richiesta di proroga, l’ex Assessora dichiara di essersi interessata, a livello di grande progetto, soltanto insieme alla Giunta, nelle riunioni di pregiunta, per estendere, in tal modo, eventuali responsabilità ad un àmbito collegiale.
Una inaccettabile situazione di astrazione rispetto alle funzioni assessorili, alle quali l’allora Assessora sembra aliena.
Si conclude, pertanto, con la convinzione della sua conclamata insufficienza omissiva nel ruolo, di cui l’ex Assessora, con particolare riguardo alla Scuola Rodari, aveva un concetto sui generis, comodamente estraneo all’ordinamento.
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Commenti
Due pesi e due misure. Non dovrebbe essere “super partes”?
Provo imbarazzo per lui.
Risposte dell’ex assessore veramente imbarazzanti!
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Almeno ha avuto l’onestà di rispondere e non trincerarsi dietro a “lo trovate negli atti”
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Meglio tacere che dire cose che non stanno né in cielo, né in terra!
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una pagina triste x Saronno , una politica che solo pensa al carrierismo dimenticando di LAVORARE
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Sono d’accordo mai visto come in questi ultimi anni politicanti così a caccia di meriti e visibilità.
Grande Presidente! Puntuale, arguto e pungente quanto basta!