Visto da Varese: Il virus spegne il falò ma non la storica festa

di EZIO MOTTERLE
Non c’è ormai tradizione o consuetudine che tenga davanti al devastante tsunami del virus e alle misure per fronteggiarlo. Di rinuncia in rinuncia, il Varesotto si rassegna così a veder “spenti” uno dopo l’altro in tutta la provincia anche gli antichissimi falò di Sant’Antonio, sacrificati sul campo alle rigorose prescrizioni anti-pandemia. Tra le perdite più illustri il falò di Varese, che proprio questa sera avrebbe richiamato nel capoluogo migliaia di persone al culmine di una gioiosa festa millenaria dove sarebbe stato assai problematico garantire il prescritto distanziamento. Già l’anno scorso la catasta di legname preparata dai Monelli della Motta sul sagrato dell’omonima chiesa era stata incendiata senza presenza di pubblico, spettacolo osservabile dunque per la prima volta soltanto on line. Quest’anno l’emergenza sanitaria ha fatto anche di peggio: stop insomma al falò, cancellazione della parte più materiale dell’evento, col contemporaneo rilancio però del suo lato più spirituale, prevedibilmente da vivere assai intensamente, data la situazione di diffusa angoscia collettiva. Salvo anche il rito dei bigliettini con scritto un auspicio per l’anno nuovo che venivano collocati e bruciati sulla pira: saranno comunque raccolti e incendiati in un altro momento, facile prevedere quale sarà il desiderio più ricorrente che vi verrà espresso. Rispetto rigoroso delle norme ma anche segnali di speranza e di omaggio al santo, il covid spegne il fuoco insomma ma non la storica festa religiosa vissuta nel profondo anche senza il simbolico falò. Diversi momenti tradizionali saranno garantiti “in presenza” come la possibilità di rendere omaggio alla statua di Sant’Antonio oppure di lasciare messaggi cartacei per chiedere una grazia (in assenza del falò alcuni volontari della parrocchia conserveranno e bruceranno i biglietti successivamente con un’apposita cerimonia). Gran spazio alla preghiera e alle celebrazioni. Oggi nella chiesa della Motta, assente ovviamente l’enorme catasta destinata al mancato fuoco serale, ci sarà la messa alle 10,30 con benedizione delle candele votive, poi altre funzioni alle 12 e alle 21. Domani altre messe da mattina a sera, mentre la benedizione degli animali e dei pani sarà proposta a mezzogiorno in streaming. Il tutto confidando che questo stop sia l’ultimo e che la tradizione antica del falò possa riprendere col suo magico contorno di popolo almeno il prossimo anno. A Varese e non soltanto. Lo si sperava, in verità, anche l’anno scorso.