Visto da Varese: Natale arriva tra un mese, oppure è già arrivato?

di EZIO MOTTERLE
Spuntano già i primi alberi illuminati, filari di lampadine tra sagome di stelle beneauguranti, città e paesi cercano idee per non far mancare in tempi rapidi aria di festa tra centri storici e periferie. Natale arriva quando arriva, ovvio, tra poco più di un mese. Oppure è già arrivato? Doveva essere una fine d’anno finalmente normale, serena, spensierata. Inutile illudersi, non sarà così. Facile cercare il perché: effetto pandemia, risparmiamoci i dettagli che già ci inseguono ora dopo ora. Ombre cupe su ogni progetto per passare qualche giorno di relax, restrizioni in agguato ovunque, viaggi sempre più ardui da organizzare, eventi regolarmente blindati dal rischio contagio, pubblico preventivamente selezionato, verifiche su ciascuno. Iniziative prese comunque in punta di piedi, rilancio ulteriore di soluzioni in tono minore, passeggiate sotto casa chiamate a surrogare una gita al mare o in montagna. Autunno grigio e buio crescente non aiutano, con all’orizzonte un inverno pieno di incognite. Cautele e mascherine anche sul versante spirituale, rigide regole, dalle benedizioni domestiche alla frequenza nelle chiese, dove pure la ricorrenza è chiamata ad alimentare quantità e intensità delle presenze. Le luminarie anticipate viste come antidoto alla vita dentro il tunnel, da fruire il più presto possibile, come i presepi realizzati anzitempo, molto prima del previsto, per mettere in cammino le statuine verso una meta divenuta più urgente da raggiungere. Un mese a Natale, ma forse tanta è l’attesa che Natale è ormai già qui, infilato tra strade e vicoli ammutoliti, confinato tra le pieghe di una società che arranca, pur dentro un quadro economico che pare reggere alle difficoltà, se non altro per il sistema produttivo. Fioccano dalle statistiche, vedi le ultime indagini congiunturali sul Varesotto, dati tutto sommato confortanti su aziende e lavoro, risultano in netta ripresa sia industria che artigianato, mentre nelle famiglie si cerca a fatica di far quadrare i conti di fine anno si spera adesso in un periodo positivo per lo shopping o per quello che sarà. Anche se “positivo” è ormai un termine che la pandemia ha certamente svuotato di appeal, conferendogli un sentore sinistro. Natale arriva insomma quando arriva. Anche se c’è chi già preferisce guardare oltre, lasciandosi alle spalle la sensazione di una festa resa irrimediabilmente opaca nonostante le tante luci allestite per accenderla. Che pure abbonderanno, se non altro per sottolineare la necessità che il buio finisca. Ma quando?