Cinema in crisi: l’affluenza scende del 93% rispetto al 2019

Il digitale ha rivoluzionato la nostra società, e lo stesso vale per le abitudini e gli hobby degli italiani (e non solo). Se da un lato ha aperto nuove prospettive e regalato nuovi hobby, dall’altro ha spinto verso il pensionamento anticipato alcuni elementi storici, come nel caso del telefono fisso. Anche il cinema ha sofferto questo fenomeno, a causa della diffusione a macchia d’olio dello streaming: al punto che l’affluenza al cinema è scesa del 93% rispetto ai dati del 2019.
Il cinema: un’abitudine sempre più rara
Un tempo non si vedeva l’ora dell’arrivo del fine settimana, per andare a gustarsi insieme agli amici le nuove uscite al cinema. Intorno agli anni 2000, le sale erano ancora un must, rivitalizzate poi dall’arrivo anche in Italia delle multisale super accessoriate. All’improvviso, però, è arrivato lo stop imposto principalmente da due fattori: dallo streaming, in primo luogo, e dalle complicazioni portate dalla crisi sanitaria. Così si spiega il calo di afflusso presso le sale, pari al -93% se si fa un confronto con il 2019.
Di riflesso sono crollati anche gli incassi al botteghino, il che ha spinto molte case di produzione verso le piattaforme di streaming, evitando di passare dal grande schermo. Un vero peccato, perché poco prima dell’esplosione della pandemia il cinema stava tornando a vivere una seconda giovinezza, registrando un lieve, ma simbolico, incremento degli incassi.
Adesso, per salvare il cinema, i protagonisti di questo settore chiedono un intervento diretto delle istituzioni, dunque una serie di misure di sostegno come quelle concesse per altri comparti colpiti gravemente dall’emergenza sanitaria. La crisi appare più violenta in paesi come gli USA dove, nonostante la riapertura dei cinema e l’arrivo di nuovi cult come Tenet, il pubblico ha preferito altri lidi. Lidi digitali tipo Netflix, oramai diventato il cinema domestico per eccellenza.
Le nuove modalità di fruizione dei film
Le piattaforme di streaming sono il nuovo cinema, per via dei loro vantaggi: si possono guardare comodamente a casa, offrono una qualità di visione oramai altissima.
Parallelamente allo sviluppo delle piattaforme streaming, si è andata a diffondere un’altra tendenza interessante, ovvero la creazione e l’allestimento di un Home Theater personale, per ricreare l’atmosfera della sala direttamente a casa. Ovviamente si tratta di una scelta che riguarda soprattutto gli appassionati, e che comporta dei costi non indifferenti, da quelli legati alle componenti (quindi videoproiettori, sound bar e via discorrendo) a quelli che riguardano i consumi di energia elettrica, visto che i complementi di una sala domestica impiegano quantità notevoli di energia.
In questo caso si può abbattere la spesa alla radice acquistando delle componenti di seconda mano e rivolgendosi al mercato dell’usato (sia online sia offline). Inoltre, è possibile dimezzare anche i costi legati all’elettricità optando per un buon fornitore che proponga tariffe agevolate per grandi usi di corrente elettrica, come nel caso delle offerte di luce per la casa di Wekiwi, ad esempio, studiate appositamente per uso domestico e anche per grandi impieghi di energia. Questi costi si vanno ad aggiungere a quelli dell’abbonamento alle diverse piattaforme streaming, ma anche in questo caso si possono ridurre le spese condividendo il proprio account con alcuni amici o parenti e pagando soltanto parte della quota mensile.
Il fattore più importante è scegliere le piattaforme che si avvicinano di più ai propri gusti, per non pagare troppi abbonamenti, specialmente se si considera che le alternative a Netflix non mancano: basti pensare a piattaforme come Amazon Prime Video, Infinity e Disney Plus, che offrono contenuti inediti e sempre aggiornati ogni stagione. Questo dimostra quanto sia semplice ed economico trovare un’alternativa alla sala classica, ma l’esperienza sarà proprio la stessa?