Cessione del quinto: come funziona e quale finanziaria scegliere per richiederla

Quando si vuole realizzare un progetto oppure si deve affrontare una spesa importante spesso la soluzione è rappresentata dai prestiti. Con il passare degli anni le banche e le società finanziarie hanno predisposto un numero sempre maggiore di formule, ma la cessione del quinto continua ad essere tra le più amate dagli italiani.
I prestiti con cessione del quinto rappresentano circa il 10% del mercato complessivo del credito al consumo. Sono numeri davvero molto alti, soprattutto se si considera che non tutti possono accedere a questa formula di prestito personale. Scopriamo chi la può richiedere, come funziona e a chi rivolgersi per ottenere il finanziamento.
Il successo della cessione del quinto
Il grande successo della cessione del quinto è dimostrato dal cospicuo numero di banche e finanziarie che hanno scelto di puntare forte su questa tipologia di prestito. Ad esempio, esistono diverse alternative a Frosinone per richiedere questa tipologia di prestito, come riportato dal portale di approfondimento cessionedelquintofacile.com.
Pur rientrando nella categoria dei prestiti personali, la cessione del quinto si distingue dalle altre formule più tradizionali per diverse caratteristiche. I tratti distintivi che caratterizzano la cessione del quinto riguardano i soggetti che possono richiederla, il calcolo dell’importo della rata, le modalità di rimborso e le garanzie richieste.
Chi può ottenere il prestito: categorie e requisiti
Procediamo con ordine: vediamo innanzi tutto chi può accedere a questa forma di finanziamento. Il prestito può essere richiesto solo dai pensionati, dai dipendenti pubblici e dai dipendenti privati. Questi ultimi hanno la possibilità di richeidere la cessione del quinto solo se lavorano per una società Spa, Srl, Scarl, Onlus, Ente o Fondazione con almeno sedici dipendenti.
I pensionati devono rispettare i limiti anagrafici fissati dalla finanziaria a cui si rivolgono (normalmente 85/90 anni al termine del piano di rimborso) e ricevere una pensione superiore alla minima. I lavoratori dipendenti invece devono avere un’età compressa tra i 18 ed i 63 anni ed un contratto a tempo indeterminato; inoltre, devono aver raggiunto una certa anzianità di servizio.
Importo, durata, calcolo della rata e garanzie richieste
L’importo massimo che si può ottenere con questa tipologia di prestito è legato a diverse variabili. Le più importanti sono l’entità dello stipendio o della pensione e la durata del piano di rimborso. L’ammontare dello stipendio è fondamentale perché la rata mensile non può superare il suo 20% (ecco perché si parla di cessione del quinto) e rimane fissa per tutto il periodo di ammortamento.
La durata invece può arrivare fino a 10 anni, quindi 120 mensilità. Le rate vengono pagate dal datore di lavoro o dall’ente che eroga la pensione del richiedente: il relativo importo viene trattenuto dalla busta paga o dal cedolino. Questo aspetto rappresenta un grande vantaggio per l’istituto di credito: il datore di lavoro, considerando i requisiti visti in precedenza, è sicuramente più affidabile rispetto al lavoratore.
Per questo, oltre alla presenza di uno stipendio fisso e di un determinato ammontare di TFR, non vengono richieste ulteriori garanzie per l’erogazione del finanziamento, che quindi può essere richiesto anche da protestati e cattivi pagatori. Bisogna comunque aggiungere che la legge prevede la stipulazione di una polizza assicurativa contro il rischio morte per i pensionati e contro i rischi di morte e perdita di impiego per i dipendenti pubblici e privati.
A chi rivolgersi per ottenere il prestito: come scegliere la finanziaria giusta
Come detto in precedenza, praticamente tutte le banche e le più importanti società finanziarie erogano prestiti con la formula della cessione del quinto. Per scegliere a chi rivolgersi bisogna innanzi tutto informarsi (il sito cessionedelquintofacile.com è un ottimo punto di partenza) e poi fare un confronto tra le varie opzioni disponibili sul mercato.
Nel confronto bisogna fare particolare attenzione ai costi applicati. Ovviamente bisogna tenere conto del TAN, ovvero dell’interesse a favore dell’istituto erogante, ma vanno considerati anche le altre spese collegate al prestito, che sono i costi di istruttoria, gli oneri erariali ed i costi dell’assicurazione. Per avere un’idea precisa del costo complessivo del finanziamento bisogna controllare il TAEG, ovvero il tasso annuo effettivo globale.