Mobilità condivisa: cos’è e quali mezzi è possibile utilizzare

Il fenomeno che va sotto il nome di sharing mobility o mobilità condivisa, il quale è a sua volta compreso nel concetto più ampio di sharing economy, è in costante espansione. Il motivo è presto detto: sta cambiando il modo stesso nel quale concepiamo la mobilità odierna e progettiamo quella del futuro. In ballo non c’è soltanto un miglioramento assoluto della nostra qualità della vita attuale ma anche la tutela del pianeta a lungo termine. Cosa si intende per sharing mobility, nello specifico? È un modo alternativo per muoversi, che, alternativamente all’uso di un veicolo privato, permette di optare per l’utilizzo di mezzi a noleggio o in condivisione.
L’importanza e la cura degli aspetti tecnologici
La tecnologia, sempre più all’avanguardia, è sicuramente l’aspetto che più di tutti ha permesso la diffusione, lo sviluppo e l’utilizzo dei servizi di sharing mobility (scalabili, efficienti e soprattutto interattivi), e delle relative piattaforme digitali. La portabilità è essenziale in un contesto così fluido e per questo motivo le app dedicate a questi servizi sono sempre più performanti e di intuitivo utilizzo. Perché un servizio di mobilità riceva l’appellativo di ‘condivisa’ è necessario che più persone possano condividere uno stesso mezzo. E questo può avvenire sia in contemporanea, per esempio con le auto a noleggio, che in successione, con particolare riferimento in questo secondo caso a mezzi come scooter e monopattini, ma anche bici e taxi. Come accennato, è stato lo sviluppo sempre più capillare e aggiornato dei sistemi operativi a supporto di questi servizi a decretarne il grande successo: in pochi clic, ovunque ci si trovi, oggi è possibile entrare rapidamente nella disponibilità di un mezzo per raggiungere qualsiasi destinazione si desideri.
È inoltre importante mettere a fuoco un altro aspetto chiave, ovvero il fatto che le opzioni di trasporto che vengono offerte tramite le piattaforme di mobilità condivisa sono calibrate in relazione a quelle che sono le specifiche esigenze dei singoli utenti, i quali, spesso, possono personalizzare le formule e definire i dettagli a seconda delle proprie necessità. Il servizio, infatti, è sia a richiesta che su misura: l’ascolto dei clienti, attraverso la raccolta di feedback, rappresenta in questo senso una vera e propria chiave di volta.
Infine, grazie all’utilizzo in condivisione dei mezzi e dei dispositivi tecnologici che stanno alla base dei servizi di mobilità condivisa, si può anche arrivare a sfruttare la capacità inutilizzata (quando cioè veicoli a due o quattro ruote si mettono in marcia ma non sono a pieno carico).
Vediamo ora quali mezzi di trasporto è possibile utilizzare nel nome della sharing mobility.
Bike sharing
Tra i principali servizi di mobilità condivisa c’è il bike sharing, che consente di prenotare una bici e di utilizzarla per un certo periodo di tempo prima di restituirla in una delle molte postazioni adibite allo scopo. Il noleggio della bicicletta consente di coprire distanze impegnative ed è perfetta per essere utilizzata sia in città, dove la rete delle piste ciclabili è in rapida espansione e dunque funzionale ai propri spostamenti – sia di lavoro che non – sia anche al di fuori del contesto urbano.
Scooter sharing
Il noleggio dello scooter elettrico secondo i principi della mobilità condivisa consente di sfruttare molti vantaggi. È un mezzo veloce, pratico e snello, perfetto per raggiungere più destinazioni diverse, dislocate anche a distanze importanti, nell’arco di una stessa giornata. Il vantaggio degli scooter elettrici a noleggio è poi quello di poter avere libero accesso alla ZTL – cuore pulsante delle città – spesso e volentieri senza alcuna limitazione. Questi mezzi, alternativi all’ingombrante macchina di proprietà, sono sostenibili e virtuosi perché non contribuiscono all’emissione di sostanze nocive nell’atmosfera; e in più sono silenziosissimi. Nel bauletto è a disposizione anche un secondo casco nel caso in cui si preveda di portare anche un passeggero (e il modello dello scooter lo consenta a norma del Codice della strada), oltre, in genere, a dei proteggi cuffia che è possibile indossare per non entrare a contatto diretto con il casco indossato dai conducenti che ci hanno preceduti. I mezzi sono dotati di un sistema satellitare e di geolocalizzazione che si attiva in caso di incidente e si rivela utile sia per la ricerca del mezzo più vicino a disposizione, sia in caso di furto.
Monopattino
Inizialmente il monopattino sembrava destinato a incontrare il gradimento di un pubblico di un certo tipo, in particolare giovani e turisti interessati a mettersi alla guida di un mezzo sia economico che ecologico. È facile da trasportare, anche sui mezzi pubblici, inoltre consente di coprire buone distanze senza troppa fatica. Dallo scorso anno si è poi assistito a un vero e proprio boom di consensi per questo mezzo alternativo, al punto che ormai chiunque – manager, studenti e non solo – lo scelgono per spostarsi soprattutto in città e in generale coprire tratti non troppo lunghi. Utilizzarlo è molto semplice, consente di spostarsi in sicurezza dopo una brevissima pratica iniziale necessaria a stabilire un nuovo equilibrio a bordo e a capire in che modo effettuare le manovre di guida necessarie. È perfetto, in particolar modo, per soddisfare le esigenze di spostamento in ambito urbano.
Car sharing e taxi
Nel contesto della sharing mobility rientra naturalmente anche il noleggio delle automobili così come la chiamata di un taxi. In entrambi i casi, si paga il servizio per il tempo effettivo in cui la vettura è stata utilizzata (sia da soli che assieme ad altri utenti). Esistono inoltre anche servizi di car pooling, che prevedono la condivisione di un’auto messa a disposizione da un utente o da un’azienda. In questo caso, le persone si accordano per la condivisione di un itinerario comune – in tutto o in parte – in modo da viaggiare il più possibile a pieno carico e abbattendo i costi di carburante e dei pedaggi.