Visto da Varese: Vacanze e pandemia, alla fine c’è chi rinuncia al “pollo”

di EZIO MOTTERLE
Checché se ne dica, l’estate decolla al rallentatore. Le stime sulle partenze per le vacanze, con tanto di mete preferite e durata media dei soggiorni, cozzano sempre più con una realtà che richiama la celebre poesia di Trilussa, quella sulla statistica del “pollo”. In tanti, dinanzi ai numeri spesso altisonanti che consegnano l’immagine di un popolo festaiolo, si sentono insomma parte di chi il pollo all’anno assicurato mediamente a ciascuno in realtà nemmeno lo vede, poiché ci sono altri che ne vedono due, spesso assai di più. È il nuovo scenario delle diseguaglianze accresciute dall’emergenza sanitaria, non necessariamente per questioni economiche (sempre comunque dominanti), ma anche per situazioni sociali e conseguenze psicologiche. Soggiorni classici stile stessa spiaggia stesso mare poco praticati, dunque? Resta il fatto che intanto si riscoprono le gite fuori porta, le mete km zero, i luoghi mordi e fuggi, che non mancano certo sulle nostre Prealpi, distese fra dieci laghi e una miriade di colline. Il tutto a portata di mano, svago magari breve ma certamente sicuro, ricco di fascino, natura e cultura, organizzabile anche all’ultimo minuto senza troppi problemi di prenotazione, oltre che assai meno dispendioso. Sempre con l’alternativa di un divano davanti alla tivù che rilancia tra un documentario e una fiction immagini spettacolari e spesso assai appaganti di tanti mondi vicini e lontani. Se manca il pollo, insomma, sembra sfumare a questo punto anche la voglia stessa di mangiarlo. Complici i condizionamenti che restano con le pur attenuate restrizioni, il periodo segnato dagli impegni legati per esempio alla campagna vaccinale, le regole di un green pass col codice da attendere e comunque soggetto a imprevedibili incognite da pandemia. Altro che liberi tutti, in definitiva, mentre dai media soffia forte ancora il vento informativo sul rischio di un possibile contagio. Da domani cade (quasi sempre) l’obbligo delle mascherine all’aperto, ma si guarda già con apprensione all’autunno, alla ripresa scolastica, alla tenuta delle vaccinazioni, alle varianti snocciolate una dopo l’altra con l’alfabeto greco. Clima non certo ideale per la settimana canonica di relax tra mare e montagna suggerita con dovizia di numeri dalla previsione statistica. Tanto che non è ben chiaro a questo punto se sia meglio aspirare al pollo trilussiano garantito dalla media percentuale sui consumi, e peraltro per questo spesso virtuale, o rinunciarci fin da subito, mangiando qualcos’altro. Senza che nessun “conto in generale” lo registri.