Kung fu contro il bullismo
SARONNO – Il Kung fu entra a scuola, per combattere il bullismo: è questo l’obiettivo del progetto “Lo Sbullo”, realizzato dall’Accademia Marziale Saronno con il patrocinio del Comune di Saronno ed offerto gratuitamente a tutte le scuole elementari, medie e superiori della città degli amaretti. Sabato 26 ottobre si è tenuto il primo incontro, che ha coinvolto sei classi delle superiori. Poco meno di 150 adolescenti hanno assistito alla proiezione di slide realizzate ad hoc e commentate per inquadrare il fenomeno del bullismo e la sua diffusione in un’ottica di prevenzione. Subito dopo i ragazzi hanno avuto modo di sperimentare semplici tecniche base di autodifesa sotto la guida esperta del maestro Davide Carpanese, esperto di arti marziali e responsabile tecnico dell’Accademia Marziale Saronno.
Il progetto “Lo Sbullo” è studiato in modo che gli studenti non siano semplici spettatori, ma diventino co-protagonisti di un’esperienza formativa che serve per prevenire un fenomeno che può avere nevaste conseguenze sia per le vittime sia per i bulli. “La prevenzione è possibile solo attraverso la conoscenza – ha spiegato il maestro Carpanese – con questo progetto le arti marziali diventano uno strumento di divulgazione, un modo per coinvolgere i ragazzi in prima persona e renderli protagonisti di questa esperienza”. Gli istituti scolastici possono concordare il calendario degli interventi contattando accademiamarzialesaronno@gmail.com.
03112013
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Commenti
Sono pienamente d’accordo con Giuseppe: ciò che si fa in palestra poco o nulla ha a che vedere con la realtà del doversi difendere per strada.
Ciò non toglie che secondo me parlare di bullismo nelle scuole sia utile e che le arti marziali possono essere un mezzo per tenere i ragazzi lontani dalle strade e farli sfogare in modo costruttivo e positivo.
Come Giuseppe saprà benissimo, infatti, le arti marziali e gli sport da ring insegnano la disciplina e il rispetto per sè e per l’avversario. Non ci vedo niente di male!
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Condivido: le arti marziali insegnano disciplina,rispetto,conoscenza dei propri limiti. La pratica costante crea coscienza nella pericolosità di un suo uso improprio e quindi la necessità in casi specifici.
Naturalmente un insegnamento nelle scuole, potrebbe essere una via per aprire la mente dei giovani facendo capire che non si vive di solo calcio, per giunta ormai davvero diseducativo.-
Giuseppe, continuo ad essere d’accordo con te! Il calcio non solo ha proprio rotto, ma propone “modelli” ed “esempi” di sport che non mi sembrano granchè educativi per le prossime generazioni. Ben vengano altre discipline, allora, per fare sport in modo sano e rispettoso!
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Spero che nessuno creda che facendo qualche lezione di Kung Fu o altro possa difendersi dalle insidie del vivere quotidiano.
Anzi, si potrebbe avere l’effetto contrario:si diventa sicuri e si affronta un pericolo invece di evitarlo rimediando solo pessime conseguenze.
L’illusione del super atleta si scontra con la realtà.
Il discorso va impostato in maniera differente:anni ed anni di pratica consentono di potersi meglio difendere. Ma il vivere quotidiano spesso è diverso dalla palestra dove ci sono regole e rispetto e non credo ci si aspetti un pugno alle spalle,una testata o un dito nell’occhio.
Parlo da sportivo:5 anni di thai boxe,3 anni mma,3 anni krav maga…per 95 kg.
Sono una giovane mamma e qualche volta ho avuto paura ad attraversare la stazion di sera. Se lascio il mio contatto mi contattate per corsi di difesa personali. Anche a pagamento!
massì io direi anche un po’ di allenamento militare 😀
invece di insegnare inglese alla materna ( mozione m5s approvata in parlamento) noi facciamo corsi di lotta fisica o addirittura corsi di prevenzione al gioco d’azzardo, dove in pratica si sponsorizza anche a quelli che non avevano mai giocato prima, dicendo giocate responsabilmente! siamo fatti così
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Dario, ma magari si insegnasse inglese già alle materne! Piccolo problema: visti i fondi destinati alla scuola, bisognerebbe trovare insegnanti di lingua inglese che lavorino gratis. Come gratis viene offerto questo progetto, che non è un corso di lotta fisica nè di preparazione militare, ma un progetto di prevenzione del bullismo, almeno stando a quanto è scritto nell’articolo.