Visto da Varese: Pandemia, semaforo rosso al crocevia d’Europa

di EZIO MOTTERLE
Altro che Varesotto crocevia d’Europa. L’effetto pandemia rischia di compromettere il futuro di un territorio storicamente proiettato verso una dimensione internazionale, simbolo stesso di un’economia globale senza frontiere. Pesa il virus sull’attività di Malpensa “porta sul mondo”, arranca la produzione sostenuta da una fortissima quota di export, si inceppa la mobilità socio-culturale costruita anche a suon di nuove infrastrutture. Mentre resta problematica l’evoluzione della crisi sanitaria, si cerca di non fermare numerosi progetti locali, manca però la possibilità di guardare con sicurezza al domani, fatto che finisce per frenare ogni iniziativa di ampio respiro, accendendo più di un semaforo rosso sulle prospettive di ripresa senza confini. In questi giorni sarebbe dovuto ripartire il piano di rilancio della Camera di commercio, si è deciso però uno stop temporaneo, visto che tra rischio di lockdown e settori economici in gravissima difficoltà “non ci sono le condizioni per una serena e obiettiva discussione su temi quali competitività, innovazione, digitalizzazione e sviluppo tecnologico, formazione delle nuove generazioni di lavoratori”. Se ne parlerà a fine novembre, sperando che nel frattempo il virus rallenti la corsa, mentre l’ente camerale lancia un pacchetto di servizi per sostenere investimenti territoriali nei singoli Comuni. Intanto, dopo un terzo trimestre di atteso recupero seguito ai primi due fortemente negativi, gli industriali guardano con rinnovata inquietudine al futuro. Sarò determinante, annota l’indagine congiunturale dell’Univa, l’evoluzione della pandemia ma anche la capacità di riattivare la domanda interna ridando spinta alle filiere produttive. Si fanno i conti coi numeri allarmanti della cassa integrazione. Nel terzo trimestre di quest’anno per l’industria del Varesotto sono state autorizzate 8 milioni 109mila di ore pari a tredici volte quelle dello stesso trimestre 2019: tra gennaio e settembre 2020 le ore ammontano a 39 milioni 177mila, nello stesso periodo dello scorso anno erano state 4 milioni 388mila, Dati eloquenti, che pesano sulla gran voglia di ripartire del crocevia produttivo varesino. In attesa di un sospiratissimo semaforo verde.