Visto da Varese: Dopovirus, tante incognite sull’estate ormai alle porte

di EZIO MOTTERLE
Che estate sarà nel tempo – si spera – del dopovirus? Per ora i bagagli restano mestamente confinati nell’armadio, più urgente recuperare guanti e mascherine per immaginare almeno qualche normalità diventata sogno. Erano i giorni, questi, consegnati all’organizzazione del sospirato viaggio-vacanza, il mondo a portata di mano, un grande aeroporto sulla porta di casa, lunghi mesi di studio o di lavoro da veicolare in nuove esperienze senza confini. Vista da Varese, provincia di frontiera con gli occhi da sempre aperti all’interscambio sociale e culturale, pesa la prospettiva di una restrizione che rischia di durare a lungo, sul piano sostanziale se non anche formale. L’anno scolastico, “archiviato” di fatto da tempo, conserverà solo il ricordo delle feste di congedo coi libri lanciati in aria e il tuffo nelle fontane, cene di classe o pranzi tra colleghi dovranno rassegnarsi a ridotti ritrovi distanziati. Per quanto possa cadere il divieto di varcare la soglia delle regioni, le ferie al mare propongono per ora condizioni inimmaginabili, pur restando alle spiagge “di casa”, quelle avvicinate dall’autostrada ma mai sembrate così lontane, mentre si guarda restando in terra lombarda alle località montane, e ovviamente anche ai laghi chilometro zero, forse alla fine l’unica possibilità di concedersi un tuffo refrigerante. L’estero resta una grossa incognita, finanche quello più prossimo. C’è sì, nel cuore dell’area prealpina, la possibilità di programmare escursioni nel verde, senza contare l’opportunità di riscoprire mete ricche di attrazioni, da sempre lasciate lì in un angolo, extrema ratio, avesse dovuto chiudersi il mondo. E intanto, a poco più di un mese dal fatidico via astronomico (quest’anno il 20 giugno) alla stagione degli ombrelloni, ma anche dalla progressiva riduzione di lunghezza delle giornate, il tempo del vero dopovirus pare ancora lontano, e con esso anche il ritorno a una normalità, vecchia o nuova che sia. Estate, per gli sportivi, senza olimpiadi, senza europei di calcio o mitico tour, tutto o quasi riprogrammato per l’autunno, su cui pesa anche il rischio di un colpo di coda della pandemia. Tanto che ormai i pessimi conti dell’economia, anche in questa terra di produttività e benessere con mille problemi che gravano sulla possibile ripresa, suggeriscono già di voltare pagina cancellando un anno bisestile quanto mai funesto. Che convenga, a questo punto, già guardare all’estate 2021? Troppo semplice, anche perchè il tempo che inesorabile trascorre non concede certo abbuoni…