“Libertà per Giobbe”: comunicato congiunto dei centri sociali

SARONNO – “Libertà per Giobbe, libertà per tutti”: inizia così il comunicato congiunto emesso dal centro sociale saronnese Telos, con gli altri centri sociali del Varesotto: Kinesis Tradate, Anarchiche e anarchici del Varesotto, Collettivi ultimi Mohicani Gallarate, oltre all’Assemblea popolare No Elcon. Il tutto dopo il fermo di un militante saronnese dei No Tav.
Lo riportiamo in sintesi.
Martedì 13 agosto, verso le 19, il nostro compagno Giobbe è stato arrestato su mandato della Procura di Torino mentre si trovava in casa propria a Dumenza. La casa è stata perquisita dalla Digos di Torino e di Varese. Sono stati sequestrati due pc, materiale stampato, appunti personali, una maglietta No Tav, un foulard da ciclismo. I reati per cui è indagato, in concorso con altri, sono tentata rapina, sequestro di persona, violenza e minacce contro pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale. L’episodio, risalente al novembre 2012, riguarda un poliziotto che scattava fotografie a Chiomonte (Val Susa). Per gli stessi fatti sono indagati altri due No Tav. Ora si trova nel carcere di Torino.
Giobbe è un anarchico ed è fra quelli che più generosamente partecipano alle lotte contro il Treno ad Alta Velocità in Val Susa e non solo. Proprio dai comitati popolari che animano i presidi e le assemblee della “valle che resiste” sono giunti infatti i primi messaggi e comunicati solidarietà.
Anche in provincia di Varese è sempre presente, insieme a tutti noi, nelle lotte contro le grandi opere che distruggono il territorio, contro il razzismo, per gli spazi sociali autogestiti, contro l’orribile assassinio di Giuseppe Uva avvenuto a Varese nel 2008, in seguito ad un fermo effettuato da carabinieri e polizia.
Quindi per noi Giobbe non è né colpevole né innocente, ma un compagno che lotta da sempre in prima persona contro le devastazioni ambientali e sociali.
In questo momento di crisi, in cui il rischio di esplosione di conflitti sociali si fa sempre più alto, arrestando chi lotta lo Stato spera di criminalizzare e indebolire il movimento.
Il movimento non si arresta.
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