Pietra d’inciampo per Caronni, i commenti di Airoldi, Licata, Gilardoni e Banfi

SARONNO – Sono tanti i saronnesi che ieri mattina hanno partecipato alla posa della seconda pietra d’inciampo cittadina quella dedicata a Luigi Caronni. Davanti ai familiari e alle autorità tantissimi cittadini ed esponenti della società civile.
Molti anche i commenti del mondo politico. Eccone alcuni
Nicola Gilardoni, consigliere comunale
“Dopo l’assenza ingiustificabile dello scorso anno alla posa della pietra di inciampo alla memoria di Pietro Bastanzetti, quest’anno l’amministrazione comunale è presente al gran completo. Ai più non è certo sfuggito che l’intervento del Sindaco si sia concentrato sulla scopertura della targa affissa nell’ambito del progetto “le vie della storia” senza mai fare cenno all’impegno di ANPI e ANED nel difendere la memoria e mantenere l’attenzione con iniziative di presa di coscienza e di riflessione per l’intera comunità. C’è da chiedersi se l’amministrazione con la sua presenza intenda fare solo presenza o se, prendendo atto di quanto ci insegna la Storia, voglia attivarsi con un’azione amministrativa coerente”
Francesco Licata, consigliere comunale
Una pietra d’inciampo, si posa a memoria di “chi un funerale non lo ha avuto” (Liliana Segre). Servono per non dimenticare, anzi per ricordare chi è stato vittima della follia umana, in un momento nel quale forse, come dice qualcuno, “Dio si era girato dall’altra parte”.
Servono per fare in modo che non succeda più. E perché ciò serva a qualcosa, sará importante raccontare come tutto ciò ebbe inizio, non come finì, ma come cominciò.. perché non fu molto diverso da uno “Juden hier” fuori da una porta, nel silenzio generale della gente “normale”
Francesco Banfi, consigliere comunale
“Stamattina è stata posata la pietra d’inciampo (la seconda in città) di Luigi Caronni, saronnese che ha concluso la propria esperienza di vita dopo essere stato arrestato e quindi deportato a Mauthausen.
La sua vita terrena è terminata, ma la sua memoria no: vive nelle mani delle generazioni che ricorderanno non solo un “evento” storico, ma l’errore che si è fatto orrore nei campi di sterminio, ciò che mai più dovrà succedere”
Augusto Airoldi, ex presidente del consiglio comunale
«In occasione del “Giorno della Memoria” sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere» (legge 20 luglio 2000 n. 211 istitutiva del Giorno della Memoria).
Assistiamo, nel nostro Paese e non solo, ad un intensificarsi di atti antisemiti, espressione di una cultura d’odio contrabbandata come messaggio politico. Per la prima volta, nella storia del dopoguerra, non è più sufficiente conservare la memoria di cosa fu il nazifascismo. E necessario ravvivarla. E necessario interrogarsi sul perché della Shoah e della discriminazione dell’uomo contro altri uomini. E’ necessario farlo non solo con le parole, ma con atti concreti, visibili, che dimostrino, senza comode reticenze, da che parte si collochi ciascuno di noi. Prima che sia troppo tardi.
(foto: un momento della posa della pietra d’inciampo)
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Commenti
Bravissimi!
Oggi c’e’ ancora chi sfregia una porta scriventoci “qui abita un ebreo” e disegnandoci una svastica.
(Mondovi pochi giorni fa.)