Lettera aperta di una mamma saronnese: “Cosa siamo disposti a fare per garantire sicurezza dei nostri ragazzi?”

SARONNO – Pubblichiamo la lettera aperta firmata da una mamma saronnese che partendo da alcuni fatti di cronaca, l’aggressione di 3 ragazzi fuori da un locale di Origgio invita ad una riflessione sul bullismo ma anche sull’assenza di spazi in cui i giovani possano divertirsi in sicurezza.
A distanza di quasi due mesi, scrivo per non dimenticare, riprendendo una notizia di ennesima forma di bullismo, che si è verificata in un locale di Origgio.
Posso immaginare quanto nella nostra collettività l’accaduto possa aver ricevuto un’attenzione a dir poco fulminea. Ormai, episodi similari si susseguono con una cronologia dei fatti, all’ordine dell’istante e non più del giorno.
La mattina di sabato 31 agosto, ho casualmente incontrato i tre ragazzi senaghesi feriti, presso il pronto soccorso di Saronno, dove stavano effettuando da ore i dovuti controlli.
Le loro condizioni, erano tali da farmi pensare di primo acchito, ad un incidente stradale. Nel confrontarmi con i genitori presenti, ho in seguito saputo i dettagli dell’accaduto. Da madre e cittadino, le sensazioni che si susseguivano, nell’ascoltare ed osservare soprattutto le reazioni dei ragazzi, si alternavano tra il dispiacere e la tenerezza verso chi stava soffrendo, e la collera e l’impotenza verso chi aveva colpito. Oltre al fatto, ciò che più mi turbava, era notare i traumi emotivi dei giovani, e l’ascolto del loro accorato lamento, nel non sapere più dove poter andare per divertirsi tranquillamente, senza che non si potessero sentire costantemente minati da un rischio contornato da gesti vandalici, dettati da atteggiamenti di bullismo.
Leggere ed assorbire lo sconforto e la rabbia, gestita da razionalità e maturità da parte dei genitori era fonte di orgoglio, ma detto ciò, noi genitori e adulti in generale, non possiamo stare solo a guardare. Sono cosciente del fatto, che con questo mio scritto, non potrò risolvere molto, ma invito voi tutti ad analizzare i fatti che si susseguono, affinchè chiunque della comunità possa quantomeno soffermarsi a riflettere, rispecchiandosi in tali episodi rivolgendo il pensiero e lo sguardo ai nostri cari, perchè purtroppo è un problema di tutti e non possiamo rimanerne indifferenti. Ricordo che i nostri figli ci osservano e prendono esempio dalle nostre azioni.
Cosa siamo disposti a fare per aiutarli? La comunità è importante, uniamoci creando un cordone di presenze utili a trovare delle soluzioni.
Da genitore nella speranza di poter aver dato inizio ad un contributo dal contenuto sociale, sento doveroso poter coinvolgere chi può dare un’opinione professionale, passando il testimone, a chi i ragazzi li vive anche nell’ambito scolastico, cioè la filosofa e scrittrice Maria Giovanna Farina, ringraziandola pubblicamente per la sua disponibilità.
Grazie per l’attenzione
Una mamma saronnese
(foto: una panoramica della città di Saronno)
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Commenti
Buongiorno. Il lnk di riferimento dell’accaduto è cliccabile sulla prima frase in blu, invece verso la fine dell’intervento della mamma saronnese troverà l’intervento della Filosofa e scrittrice Maria Giovanna Farina.
qualcuno saprebbe dirmi la dinamica dell’accaduto?
giusto per chiarirmi le idee prima di trarre conclusioni.
Leggo su un commento: “Inizia dalle famiglie il problema”. Condivido pienamente.
A proposito di educazione dei figli, si dice che sia stato chiesto a Napoleone : “Quando si deve iniziare ad educare un figlio?”. Verrebbe spontanea la risposta: dalla nascita. Niente di tutto questo, la risposta di Napoleone è stata: “Vent’anni prima che nasca”. È evidente il significato: educa te stesso per vent’anni e poi sarai in grado di educare un figlio. Ritengo questa una bellissima risposta, che fa molto meditare!
Sono importanti poi i modelli che i figli ricevono in famiglia. Ricordo quanto sosteneva tanti anni fa un padre: vale di più un esempio che cento prediche!
La prima cosa sarebbe educarli meglio..Se si e’ capaci. Ma al giorno d’oggi questo non sembra la priorita’..L’importante e’ accontentare cosi’ non si ha lo scontro…
Niente dibattito … Niente fermezza …
Ecco iniziamo a risolvere questo e la percentuale di questi disadattati sicuramente si abbassa…Inizia dalle famiglie il problema…
Non cade dall’alto ne’ e’ un virus…
Chi già li vive non riesce a fare in modo che questi episodi non avvengano.
Penso che l’aiuto lo dobbiamo dare noi a loro mettendoli in condizioni di poter fare il loro dovere.
La chiave di tutto sta nell’istruzione e nell’educazione.
Penso che bisogna dedicare più tempo e di qualità ai nostri figli prima che pensare a quelli degli altri.
Se fosse il caso anche vietargli di andare in questi posti fintantoché non siamo sicuri che si possono ripetere questi episodi.