Visto da Varese: Caldo e ozono, la dura estate di chi resta in città

di EZIO MOTTERLE
Fa caldo, ormai ce ne siamo accorti. E siccome il tempo che fa dobbiamo tenercelo, “on peut pas le changer”, dicono lapalissianamente i francesi allargando le braccia, tanto vale attrezzarsi per fronteggiare i rischi connessi alle temperature elevate, all’afa e all’aumento dei livelli di ozono nell’aria. “Difendersi dal grande caldo e segnalare le persone in difficoltà che necessitano di attenzione speciale” è l’invito rivolto dai Servizi sociali di Varese, pronti a intervenire soprattutto sulle fasce più fragili della popolazione. Come i nostri anziani – dicono dal Comune – che spesso sfuggono alle basilari regole suggerite dal Ministero e riprese anche dal sito dell’Ats Insubria. Massima attenzione a persone sole, dunque, prive di aiuto o in particolare difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, che vedono accentuarsi i problemi in questo periodo, anche se l’eccezionale clima rovente africano di fine giugno pare ormai una parentesi chiusa, con temperature massime che restano però sempre a ridosso dei 30 gradi. Quanto all’ozono, si sa che le sue concentrazioni sono più elevate nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, anche se variano molto in funzione delle condizioni meteorologiche. Tra i più sensibili alle conseguenze i bambini, chi fa attività fisica all’aperto, chi ha malattie respiratorie, anziani, cardiopatici. E visto che l’intensità degli effetti cresce con la durata dell’esposizione, la regola principale, si sottolinea, è quella di limitare le attività all’aria aperta nelle ore caratterizzate da una maggiore insolazione, in genere dalle 12 alle 16, che andrebbero trascorse in ambienti chiusi, ventilandoli nei momenti più freschi, come la mattina presto o la sera, approfittando dei temporali che secondo le previsioni continueranno a spezzare anche se brevemente il primato del caldo afoso. Anche l’alimentazione nelle giornate con elevati livelli di ozono ha grande importanza; una dieta ricca di antiossidanti può aiutare ed è quindi consigliato privilegiare cibi che contengano queste sostanze, anzitutto frutta e verdura di stagione. Consigli diffusi con puntualità dalle autorità varesine preposte, diretti soprattutto ovviamente a chi non è partito e trascorre una dura estate in città, circa la metà della popolazione secondo le statistiche, costretta suo malgrado a fare i conti coi disagi restando lontano da ambienti decisamente molto più salubri e invitanti. Il tutto nell’inevitabile attesa che il caldo e l’afa ridiventino un ricordo e che il problema sia allora improvvisamente il freddo, con l’aria non più carica di ozono ma di polveri sottili, in una ormai nota alternanza annuale sul fronte dell’inquinamento con cui siamo di fatto costretti a convivere. Anche se, in questo caso, contrariamente a quanto accade per il meteo, qualche cosa volendo si potrebbe cambiare… In meglio, naturalmente.