Visto da Varese: Tav e Pedemontana, il sì convinto degli imprenditori

di EZIO MOTTERLE
Servono infrastrutture sempre più moderne ed efficienti che aprano le porte al made in Varese sui mercati di tutto il mondo. Per questo gli imprenditori locali sostengono con forza progetti come la Tav Torino-Lione e la Pedemontana, destinata quest’ultima a diventare la futura “autostrada degli aeroporti” facendo da fondamentale trait-d’union tra Malpensa, Orio e Linate. Di qui un deciso intervento dell’Unione industriali, l’associazione territoriale di Confindustria. “È la posizione stessa della provincia di Varese a fare delle infrastrutture un tema centrale per lo sviluppo di qualsiasi attività di impresa sul territorio – ha detto il presidente Riccardo Comerio -. Siamo un tessuto economico per propria natura votato all’export e all’internazionalizzazione, non possiamo rimanere al margine dei più importanti corridoi continentali come quelli ovest-est (Lisbona-Kiev) e nord-sud (Rotterdam-Genova)”. L’aeroporto di Malpensa oltretutto colloca la provincia di Varese nel mezzo di uno snodo europeo fondamentale e a questo punto “non terminare la Tav vorrebbe dire affossare qualsiasi ambizione di crescita delle nostre aziende, basta guardare una cartina geografica per capirlo”. Forte e chiaro il richiamo alle forze di governo: occorre investire nelle infrastrutture, “perché assecondare i comitati del no per inseguire facile consenso, rischia di affossare la nostra crescita e, con essa, il lavoro e il benessere della nostra comunità”. L’appello dell’Univa giunge all’indomani della manifestazione di Torino e della firma del manifesto delle imprese a sostegno della Tav e delle 27 grandi opere oggi in bilico, un valore di 24 miliardi di euro. “Per il Varesotto la Tav è fondamentale, basta la sola presenza di Malpensa per renderla tale – ribadiscono gli imprenditori -. Ma ogni territorio oggi ha la sua Tav, e la nostra si chiama Pedemontana, un’opera che deve assolutamente essere portata a termine per non rendere inutili gli importanti investimenti fatti col primo tratto”. Così come è, costruita a metà, l’autostrada “rischia di non servire a nulla”. E la recente manifestazione di interesse di 11 importanti operatori per la sua definitiva realizzazione è – ricorda Univa – la dimostrazione dell’attrazione che il mercato ancora mantiene per questa infrastruttura.