Visto da Varese: iniziò 40 anni fa il progetto autonomista di Bobo Maroni

di EZIO MOTTERLE
Autonomia, parola chiave che suggella dopo quasi quarant’anni l’irresistibile epopea politica di Roberto Maroni. Alla vigilia di un’elezione che per sua scelta non lo vedrà ricandidato alla carica di governatore lombardo nè nuovamente in lizza per un seggio in Parlamento, il “Bobo nazionale” completa nei fatti con la firma degli accordi di Roma quel percorso iniziato a Varese nel 1980, quando dopo mesi di gestazione nacque il movimento Unione nord-ovest Lombardia per l’autonomia. Altri tempi e altri obiettivi, certamente, ma fatte le proporzioni lo stesso spirito. In quella primavera di 38 anni fa Maroni, con accanto Umberto Bossi e Bruno Salvadori, annunciava la creazione dell’Unolpa e l’avvio di una battaglia per garantire uno statuto autonomista, stile Val d’Aosta o Trentino Alto Adige, alle due province di Varese e Como, il nord-ovest lombardo, appunto. E “Nord ovest” si chiamò il giornale creato per far da portavoce alle idee autonomiste, allora fortemente presenti nei territori di confine di Lombardia e Piemonte. Sull’onda di quella voglia di far contare di più l’economia, la cultura, la società locale, nel segno di un recupero di dialetti e tradizioni ma soprattutto di una gestione autonoma delle risorse create dal territorio, decollava come un sogno il progetto che qualche anno più tardi, sempre da Varese, avrebbe dato origine alla Lega “di lotta e di governo” con le sue varie e intense stagioni, da quella autonomista appunto, a quelle federalista e finanche secessionista. Quel che accadde dopo quei primi passi annunciati nella piccola sede di viale Sant’Imerio, cuore della città-giardino, è certamente più noto. Ed ora, all’epilogo (così almeno pare) di una lunga storia cresciuta a cavallo di due secoli, riecco in prima linea il “ragazzo del Viminale”, che doppiata la mezza età firma l’intesa col governo di Roma per un’autonomia lombarda modello costituzionale divenuta anche obiettivo popolare dopo il sì al referendum dello scorso 22 ottobre. E chissà se siglando quell’accordo a Bobo Maroni sarà tornata in mente l’immagine della “Lucia”, la barca tipica del lago di Como disegnata nel simbolo giallo-azzurro del movimento autonomista dei laghi prealpini che prese corpo alla fine degli anni Settanta. Di certo quell’idea sostenuta dall’allora giovane avvocato di Lozza non è mai tramontata, segnando alfa e omega di quel suo irripetibile percorso politico destinato certamente a restare nella storia, varesina e non solo. E magari anche a rinascere, ripartendo dall’alto, proprio adesso che ne è stata annunciata la conclusione. Chissà.
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Commenti
40 anni di promesse, ora Salvini ha cancellato tutto alleandosi coi nazionalisti di fratelli d’Italia.