Visto da Varese Merci ma anche turisti sulla ferrovia del Lago Maggiore

di EZIO MOTTERLE
In treno tra Rotterdam e Genova passando dalla sponda lombarda del Lago Maggiore. Questo in sintesi Alp Transit visto dal Varesotto, cuore del corridoio europeo 24 nord-sud il cui utilizzo, specie da parte dei lunghi convogli merci, è già cresciuto dopo l’apertura del nuovo traforo del Gottardo. Di qui la preoccupazione diffusa sulla riva orientale del Verbano, dove molti Comuni sono alle prese coi problemi legati al rilancio dell’antica tratta ferroviaria: argomento tra i più dibattuti sul territorio in vista delle prossime elezioni, cui si affianca però anche l’obiettivo di trasformare in opportunità di sviluppo turistico questo crocevia d’Europa. Per fronteggiare il super-traffico sono stati concordati una serie di interventi con Regione e Rete ferroviaria italiana, richiamati anche in una lettera inviata ai candidati alla presidenza regionale, obiettivo far decollare un accordo di programma per opere già condivise in grado di fronteggiare problemi legati a sicurezza, ambiente, rumorosità. L’apertura della galleria di base del Gottardo e i lavori effettuati in provincia di Varese – si sottolinea – hanno consentito di incrementare sulla ferrovia del Verbano il numero dei treni merci (in prospettiva 90 giornalieri) e la loro lunghezza (fino a 750 metri complessivi). Per mitigare gli effetti derivanti dall’incremento di traffico c’è un piano da 30 milioni che prevede tra l’altro la sostituzione di molti passaggi a livello con riduzione dell’interferenza ferro-gomma. Ma sul Verbano la preoccupazione resta: oltretutto l’uso prevalente della linea per il trasporto merci non convince, si vorrebbe ottenere maggior sostegno a un servizio passeggeri, consentendo così l’accesso di nuovi visitatori verso una zona ad elevata vocazione turistica, magari con la creazione di una pista ciclabile tra laghi e valli abbinata all’utilizzo del treno. A Milano e Roma si chiedono comunque tempi certi e risorse sufficienti per rendere il più compatibile possibile con il territorio un transito strategico (è la tratta più breve sul percorso tra i due grandi porti europei) lungo la “sponda magra”. Pronta anche ad “ingrassare” sfruttando, ma in modo sostenibile, l’opportunità economica offerta dallo sviluppo internazionale dei collegamenti ferroviari. Di portata davvero storica.