Raffaele Fagioli replica a Barin: “Il mio ruolo mi impone di far rispettare il regolamento”

SARONNO – Raffaele Fagioli presidente del consiglio comunale replica alla dura presa di posizione di Roberto Barin in merito alla raccolte firme sul consiglio comunale aperto.
Come già chiaramente espresso nel precedente comunicato stampa, confermo che il contenuto della richiesta di consiglio comunale aperto è ammissibile e nell’interesse generale ai sensi dell’art. 31 comma 3; pertanto le premesse della replica di Barin non fanno altro che confermare, in termini differenti, quanto riportato nel frontespizio della raccolta firme in questione.
Ribadisco, qualora ve ne fosse bisogno, che la raccolta firme avente all’oggetto “Richiesta di consiglio comunale aperto per assicurare che le modalità di progettazione di una green way siano pienamente rispettose dell’ambiente e degli ambiti urbani” non lascia dubbi interpretativi circa la volontà del promotore di raccogliere firme a sostegno dello svolgimento di un consiglio comunale aperto; ne consegue che si ricade nell’ambito dell’Art.32 comma 2 lettera b) e pertanto la raccolta firme non può essere considerata valida.
Mi permetto di fare notare a Barin che il ruolo di presidente del consiglio comunale mi impone di applicare e far osservare il vigente regolamento per il consiglio comunale, anche attraverso la preziosa e necessaria collaborazione del segretario generale.
Barin propone una sua nuova ed estensiva interpretazione del regolamento e tenta di attribuire alla raccolta firme il carattere di “istanza” o “petizione popolare”.
Il regolamento prevede che istanze e petizioni popolari debbano “contenere, come pregiudiziale alla loro accettazione, un quesito chiaramente espresso, che possa essere oggetto di una risposta o di una presa d’atto da parte del Consiglio Comunale o del Sindaco” e non è il caso del testo sottoscritto dai cittadini in questa circostanza.
Dunque, senza procedere oltre, ciò sarebbe sufficiente per rigettare la raccolta firme.
Per le istanze non è prevista la convocazione di un consiglio comunale aperto, bensì una risposta del sindaco al quesito. Quesito che è mancante nella raccolta firme e pertanto nell’ipotesi di “istanza popolare” si giungerebbe ad un rigetto dell’istanza.
Anche per le petizioni non è previsto un dibattito in un consiglio comunale aperto ed a fronte di una mancanza di specifica “richiesta” da sottoporre al Consiglio Comunale, non vi sono i presupposti per accogliere la raccolta firme e nell’ipotesi di “petizione popolare” si giungerebbe ad un rigetto dell’istanza.
Nel caso della petizione popolare, inoltre, sono richiesti due nominativi di rappresentanti dei sottoscrittori: il primo si assume per iscritto la responsabilità della regolarità della procedura seguita, il secondo è il supplente. Anche questo aspetto risulta carente, non essendo presente nel plico depositato al protocollo l’assunzione di responsabilità.
Non ritengo necessario né opportuno entrare nel merito delle considerazioni finali del Barin, che sono di carattere prettamente politico; mi limito ad osservare che un minimo di conoscenza delle normali regole di funzionamento della macchina amministrativa sarebbero doverose da parte di un ex consigliere ed ex assessore, senza cercare invece di cambiare le carte in tavola in spregio alle suddette regole.
10112017
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Commenti
Buongiorno,all’angolo tra via Roma e via Visconti c’e’da tre sett perdita di acqua ..avvisata x telefono polizia locale 15 gg fa .ma l’acqua continua ad uscire…che fare a chi devo dirlo?
Vi porto alla realta
Per favore rendete informata la popolazione su cosa succede in Saronno ..in Comune…sui progetti …sulle cose fatte o in via di esser fatte..con pubblicazioni pubbliche ogni mese…o giu di li .Il cittadino comune deve essere informato.
grazie
Nel precedente post ho scritto per errore “abbattendo i ponticelli o creandone di nuovi più funzionali”. Intendevo ovviamente “mantenendo i ponticelli o abbattendoli creando ponti ciclabili nuovi più funzionali”. In funzione del pronunciamento della sovrintendenza, ovviamente.
In tutta questa diatriba ci si è dimenticati quello che conta, cioè la pericolosità oggettiva di quelle strettoie. La sera al buio non è bello passarci a piedi mentre le macchine ti fanno il pelo (senza rallentare) E non scrivete il solito commento riguardo il fatto che fino ad ora non è mai successo un incidente. Venitelo a dire alla mia vicina che passa lì sotto col passeggino la sera .
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Il pericolo è in via F Reina il tratto che va dall’inizio al bivio di via San Michele e così in via Don Luigi Monza; le auto percorrono le vie a velocità folle grazie alla nuove politiche dell’amministrazione Fagioli.
Perciò sentirli parlare di sicurezza dei ponticelli è da ridere: amministratori siate seri! -
Abito anch’io in via Reina e sotto il relativo ponte di sera passano due auto l’ora, che essendo di residenti conoscono perfettamente la situazione è quindi procedono a passo d’uomo. Dal ponte di via Don Monza passa invece qualche auto in più, ma il ponte è ben più largo! Meglio sarebbe guadagnare un metro in larghezza demolendo quell’orribile struttura in cemento che non serve a nulla!
Sono uno dei circa 2000 che hanno aderito alla petizione online e dei circa 400 che hanno firmato la richiesta ci consiglio comunale aperto. Ammetto di non essere ferrato sui regolamenti e non metto in dubbio la loro applicazione. Mi sembra comunque di capire che, al di là delle beghe politiche che poco interessano ai più, ci sia una volontà popolare di chiarire meglio la questione in un consiglio comunale aperto, in cui le varie voci si possano confrontare in modo civile e costruttivo.
Auspico pertanto che si trovi il modo di indire tale consiglio e soprattutto che non si sperperino i preziosi soldi del contribuente a sbancare la massicciata, ma che si riutilizzi la ferrovia dismessa per la creazione della pista ciclopedonale, abbattendo i ponticelli o creandone di nuovi più funzionali, in modo da non creare nuovi incroci a raso (che sono sempre pericolosi e/o fastidiosi per le varie categorie di utenti della strada).
La nostra Italia è piena di ferrovie dismesse (per lo più a binario unico come la nostra) felicemente trasformate in ciclabili. Interessante questo articolo: http://www.corriere.it/sport/running-nuoto-bici/cards/pedalando-vecchie-ferrovie/occasione.shtml
Tutta questa agitaIone lascia intendere che si sia toccato un tasto dolente… e l’assessore ai lavori pubblici quando si esprimerà sull’evolversi della situazione?
Fà sorridere ( ma nel contempo rabbrividire) che un ex componente della passata giunta si lamenti delle regole in vigore da sempre!!! Se sono cosi rigide perchè non le avete modificate quando eravate maggioranza???
Per il resto, oramai, le sorti dei ponti sono in mano alla soprintendenza!!
Par chiaro che l’attuale giunta ne voglia la demolizione e non sarà certo una sparuta rappresentanza di “bastian contrari” ad impedirlo. Concludo consigliando agli “ex” di farsi un bell’esame di coscienza sui disastri che hanno combinato durante il loro mandato.
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vedrai tra due anni….o magari meno, a primavera 2018….
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Io sono sono sempre stato un difensore delle regole democratiche e lo sarò sempre. È però sbagliato usare artificiosamente tali regole per zittire volutamente la popolazione che sta chiedendo che un suo diritto venga rispettato, ovvero quello di conoscere cosa ha in mente la Giunta, soprattutto dopo che da sindaco ha comunicato per un anno l’intenzione di costruire strade e parcheggi proprio sulla ex ferrovia.
In un paese democratico i cittadini dovrebbero essere messi a conoscenza dei progetti che riguardano la città senza dover raccogliere firme!-
Grazie comunque per il lavoro che ha fatto; io ho apprezzato moltissimo, in special modo via Varese e via F. Reina. Grazie ancora.
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Ping Pong.
Un colpo al cerchio e uno alla botte.
Che teatrino burocratico.
I cittadini chiedono a gran voce, a entrambe le parti, di portare i loro progetti in consiglio per prenderne visione e valutarli. Poi dopo il verdetto della soprintendenza belle arti (speriamo non saltino fuori altri permessi mancanti) decidere come spendere i loro soldi (infatti quelli del ministero basterebbero solo per togliere la terra del sedime, se non verranno trovate sostanze inquinanti quasi certe).
Io mi domando perché stiamo ancora dando corda a barin? Se le firme non sono state sufficienti per problemi di errori ,Fagioli che ci può fare? E poi cos’è tutta sta propaganda de ilsaronno sul contro l’abbattimento? Non ho visto ancora unarticolo che parla sul pro abbattimento
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Giust’appunto! Le firme pro a che …punto stanno?
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13 o poco più…..
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Se le regole esistono bisogna rispettarle. In Saronno sono vigenti uno Statuto e un Regolamento, come in ogni altro Comune d’Italia. L’ex assessore Barin dovrebbe sapere che ogni azione amministrativa deve essere espletata secondo la normativa in vigore, altrimenti assumerebbe un valore aleatorio in quanto potrebbe essere impugnata da chiunque ne abbia interesse o diritto. Il sottoscritto, quando ha svolto il compito di Presidente del Consiglio Comunale, si è sempre attenuto alla normativa per cui, nonostante contestazioni e dibattiti, a volte molto vivaci, nessuno ha mai trovato la possibilità di impugnare qualche decisione di Consiglio. Richieste errate provocano ovviamente risposte negative, concedendo il beneficio che le richieste errate siano formulate in buona fede e non per ottenere strumentalmente riposte negative atte a sollevare sterili proteste di dissenso. Ora sorgono due dubbi, che si elidono a vicenda: o l’ex assessore Barin non conosce la normativa o anche conoscendola non la sa applicare (e ciò porrebbe seri sull’efficienza della sua attività amministrativa pregressa) oppure, come primo firmatario della richiesta, ha voluto solamente svolgere un’inutile azione di disturbo politico.
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Caro Lucano, leggendo il commento di Barin poco sopra, è difficile sceglie quale delle due ipotesi preferire. In entrambi i casi si tratta di una situazione grottesca e preoccupante nel medesimo tempo.
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Egr. ex assessore Lucano, ho l’impressione che i suoi presunti dubbi sul mio operato stiano cercando semplicemente di nascondere la realtà, che è molto semplice:
da circa un mese ben 12 associazioni, cittadini virtuali e in carne ed ossa, l’ordine degli architetti di varese, stanno cercando di avviare un dialogo con l’Amministrazione, senza alcun risultato.
Se Lei ritiene che tutte queste persone stiano semplicemente facendo “azione di disturbo”, mi chiedo come abbia potuto svolgere degnamente il suo ruolo di amministratore quando è toccato a Lei.
Non sto quindi contestando la scelta del Segretario Generale e del Presidente del Consiglio Comunale (purtroppo non c’è stato materialmente il tempo di organizzare alla perfezione la raccolta firme, causa mancanza di ogni informazione dal Comune), contesto invece la scelta politica della Giunta di non ascoltare centinaia (o migliaia) di cittadini.
Spero che abbia compreso quale sia il vero nocciolo della questione.
Al di là delle giuste osservazioni, la vera risposta che i cittadini aspettano è ci sarà o no un’occasione di confronto pubblico?
Perché è lì che si gioca la credibilità.
EGR. Sig. Presidente,
mi permetta un’ultima replica.
La mia precedente attività di amministratore pubblico mi aveva portato ad occuparmi di problematiche ben più operative e tangibili della ferrea interpretazione e applicazione del Regolamento Comunale, benché importante, non lo metto in dubbio.
Provi però a vestire per un attimo i panni di un normale cittadino, quale sono io oggi.
Se per avanzare una richiesta al proprio Comune che abbia qualche possibilità di essere presa in considerazione, pur estremamente chiara come quella in oggetto e come anche Lei ha ammesso essere, un residente debba prima recarsi da un avvocato esperto in diritto amministrativo per evitare ogni possibile errore formale, allora posso solo constatare il solco profondo tracciato dalla politica rispetto al cittadino.
Tragga Lei le opportune considerazioni.
Con questo non ho altro da aggiungere.
Buonasera
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Aria fritta che sá pure di vecchia amministrazione.