Saronno, nessuna certezza, scontri a colpi di regolamento e spauracchio franchi tiratori: stasera l’elezione del nuovo presidente
SARONNO – Al termine del consiglio comunale dedicato alla mozione di sfiducia a carico del sindaco Augusto Airoldi, la quadra per la nuova maggioranza sembrava trovata, ma in realtà la situazione è decisamente diversa. L’astensione di Calderazzo, dopo le dimissioni dal ruolo di presidente di Pierluigi Gilli, sembrava raccontare di una quadra trovata con un test ci campo largo, ma non è così. Se una soluzione per l’intricato dramma della maggioranza senza numeri arriverà, lo farà in extremis e con l’ennesima giornata al cardiopalma.
Già le ultime ore sono state di tensione, incontri, telefonate e confronti nella maggioranza, dove i numeri e i risultati del voto di stasera, relativi all’elezione del presidente del consiglio comunale, sono tutt’altro che scontati.
Partiamo dai numeri. L’elezione del nuovo presidente, dopo le dimissioni di Pierluigi Gilli, sarà un passaggio importante, ma risolutivo solo se riuscirà a porre le basi per una maggioranza stabile che, quantomeno, garantisca il numero legale, ossia 13 presenze, a tutti i consigli comunali. E che entro fine anno approvi il bilancio consolidato e previsionale. Già venerdì sera, inoltre, è prevista l’approvazione delle variazioni di bilancio, che avrebbero dovuto essere discusse stasera ma sono state rinviate a domani in una seduta ad hoc per un problema di consegna dei documenti, comunque entro la scadenza del 30 novembre.
Al momento, la coalizione del sindaco Augusto Airoldi conta 12 voti: uno è quello del primo cittadino, 5 del Pd, 3 di Saronno Civica, 2 di Tu@Saronno e Con Saronno. L’opposizione, invece, ne conta 11: 5 della Lega, 4 di Obiettivo Saronno, 1 di Forza Italia e 1 di Fratelli d’Italia. Chiaro che il tredicesimo voto può arrivare dai due indipendenti, ossia Marta Gilli, responsabile della crisi per aver fatto saltare per due volte l’approvazione del bilancio consolidato, e Giuseppe Calderazzo, ex Pd ora M5S, disponibile a un sostegno esterno ma con una garanzia di rappresentatività. Si ipotizzava anche un voto di Forza Italia, richiamando la maggioranza che si è creata a livello provinciale, ma, malgrado il confronto, questa opzione sembra tramontata.
Non stupisce che proprio i due indipendenti siano considerati i candidati in pole position per l’elezione a presidente: scelta che garantirebbe diversi vantaggi, a partire dalla loro presenza obbligata a ogni consiglio comunale, con conseguente eliminazione del problema legato al numero legale. Diventare presidente del consiglio comunale sarebbe stata proprio la richiesta del M5S, trapelata dalla maggioranza dopo l’astensione di Calderazzo al consiglio comunale con la mozione di sfiducia al sindaco. La soluzione Calderazzo, anche per ruggini passate, non convince completamente tutto il centrosinistra (a partire dal Pd) e, del resto, nemmeno la soluzione Marta Gilli sembra avere tutti i numeri e suscita dubbi. La preferenza della coalizione Airoldi, in assenza di problemi di numeri, sarebbe una nomina del vicepresidente Francesco Licata, ma anche in questo caso mancano consensi. In una votazione così complessa, si dovrebbe poter scorporare la variabile opposizione, che sulla carta dovrebbe votare compatta Raffaele Fagioli, anche per monitorare l’evoluzione della situazione in maggioranza. Le possibilità che i consiglieri di minoranza cedano alle lusinghe e agli appelli della maggioranza, che non sono mancati negli ultimi giorni, sembrano davvero poche, anche per la mancanza di un’opportunità politica. Più concreta, anche alla luce di alcuni precedenti provinciali, la possibilità di franchi tiratori in una maggioranza davvero insofferente a tutte le soluzioni sul piatto.
Non stupisce quindi che, prima ancora della convocazione della seduta, siano iniziate le istanze e gli scontri procedurali a colpi di regolamento. Primo nodo: il voto segreto. Qui i punti di confronto e scontro sono diversi. Su richiesta di alcuni consiglieri di maggioranza, in commissione capigruppo, si è deciso che i consiglieri esprimano il proprio voto nel retro del consiglio comunale. L’obiettivo è garantire l’assoluta segretezza del voto che, scrivendo il nome in Sala Vanelli, sarebbe difficile da mantenere con i vicini di scranno. E proprio partendo dal voto segreto, ieri sera è stata negata la possibilità di votare a distanza a un consigliere che ha chiesto di collegarsi per un problema di salute.
Altro colpo di scena tecnico è l’assenza di qualsiasi dichiarazione di voto durante la seduta. Contrariamente a quanto avvenuto nella prima seduta e richiesto dai consiglieri di centrodestra, non ci sarà nessun intervento prima delle operazioni di voto.
Ma come si svolgerà il consiglio? Sicuramente ci saranno diverse votazioni. Nelle prime due, per l’elezione, è necessario raggiungere la soglia dei due terzi dei voti, pari a 18 consensi, un obiettivo difficilmente ottenibile da qualsiasi candidato. A partire dalla terza votazione, invece, è sufficiente la maggioranza semplice, ovvero il 50% più uno, che corrisponde a 13 voti. Se anche in questa fase non si arriva a una decisione, si procede al ballottaggio tra i due candidati con il maggior numero di preferenze. In caso di parità, prevale chi ha ottenuto più voti personali nelle elezioni del 2020.
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Commenti
Saronno merita di più … era lo slogan di qualcuno. Bla,bla,bla
Airoldi avesse un minimo di dignità si sarebbe già dimesso. Pensare di lasciare la città nelle mani di un solo voto e per di più di un partito che neanche ha avuto i numeri per portare un rappresentante in Consiglio comunale è quanto di peggio si possa immaginare per saronno
Quel giorno arriva ..
Si salta il panettone quest’anno!
Il giorno del giudizio..
Tanto alle figuracce ormai sono abituati…
Confido nella fermezza e serieta’ dell’ormai dimissionario Presidente Gilli.
Non sarebbe male dare la parola ai saronnesi con il voto.