Plastica da bere: ecco come i dispenser acqua risolvono il problema dell’acqua in bottiglia
La consapevolezza sull’impatto ambientale delle nostre scelte quotidiane è cresciuta notevolmente negli ultimi anni. Sempre più persone sanno quali sono i comportamenti corretti da intraprendere -a casa o fuori- per alleggerire il Pianeta dal peso schiacciante della plastica.
Scegliere di installare un dispenser acqua collegato alla rete idrica non è solo una scelta pratica ed economica ma soprattutto una decisione sostenibile che può contribuire a ridurre drasticamente il consumo di plastica e le emissioni di CO₂.
A favorire questa buona pratica è anche la qualità eccellente dell’acqua di rubinetto italiana e le tecnologie oggi disponibili per la microfiltrazione.
I dispenser acqua riducono l’inquinamento (è un fatto)
L’uso di dispenser acqua – a casa, in ufficio, al ristorante, al bar e in qualunque altro contesto si serva e si beva acqua- riduce drasticamente la necessità di effettuare ordini di bottiglie di plastica o di recarsi al supermercato e trasportare le pesanti confezioni fino a casa.
In Italia il consumo di acqua imbottigliata è tra i più alti d’Europa: ogni anno vengono consumati circa 11 miliardi di litri d’acqua confezionata con il PET. Miliardi di bottiglie di plastica finiscono così negli oceani, nelle discariche o vengono bruciati negli inceneritori, con gravi conseguenze ambientali.
Secondo un report del WWF del 2022 circa l’80% dei rifiuti marini è composto da plastica, soprattutto da bottiglie e bottigliette. Questo tipo di inquinamento impatta non solo gli ecosistemi marini ma anche la catena alimentare, poiché le microplastiche vengono ingerite dagli organismi acquatici e successivamente dagli esseri umani. L’Italia è anche uno dei paesi con il più alto consumo pro capite di plastica per imballaggi.
Un’altra urgenza ambientale riguarda le emissioni di CO₂ dovute al trasporto delle bottiglie lungo la rete di distribuzione. Al contrario l’uso di un dispenser collegato alla rete idrica permette di bere acqua locale, che non ha dovuto né essere imbottigliata né trasportata su strada.
Per bere un’acqua buona e pura basta infatti solo aprire il rubinetto e tenere in buone condizioni il dispenser acqua provvedendo alla sua manutenzione periodica. Secondo uno studio del Politecnico di Milano l’uso di acqua del rubinetto può ridurre l’emissione di CO₂ di oltre il 60% rispetto all’acqua imbottigliata.
Dispenser acqua e acqua del sindaco: valorizzare il nostro “oro blu”
In molti paesi, tra cui l’Italia, l’acqua del rubinetto è di ottima qualità e non ci sono criticità nel berla. Le normative europee e nazionali impongono standard rigorosi che garantiscono la sicurezza e la potabilità dell’acqua distribuita agli utenti. In Italia gli acquedotti gestiscono un’acqua di buona qualità, con controlli frequenti che la rendono sicura per il consumo umano. La nostra acqua proviene per la gran parte da fonti sotterranee, ovvero quelle che le regalano maggiore purezza.
Ci sono tuttavia molte buone ragioni per cui molti preferiscono filtrare l’acqua di rubinetto prima di berla. Questo perché l’acqua che scorre nelle tubature, pur essendo potabile, può contenere tracce di cloro, calcare o altre impurità che possono alterarne il sapore e, nel lungo termine, danneggiare gli elettrodomestici. Il cloro, in particolare, viene utilizzato per disinfettare l’acqua e prevenire la proliferazione di batteri durante il trasporto, ma può influire negativamente sul gusto.
Secondo un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità l’acqua del rubinetto in Italia è sicura nel 99% dei casi, ma in alcune zone, specialmente quelle con tubature più vecchie o con fonti idriche ad alta presenza di calcare, la filtrazione con i dispenser acqua diventa indispensabile. La purificazione dell’acqua con questi dispositivi permette di eliminare impurità come il cloro e altri metalli pesanti (quando presenti in tracce), migliorandone sia il sapore che la qualità complessiva.
Cos’è la microfiltrazione?
La microfiltrazione è una delle tecnologie chiave impiegate nei dispenser acqua in commercio. Si tratta di un sistema che consente di trattenere le particelle indesiderate presenti nell’acqua senza alterarne la composizione chimica né eliminare i minerali essenziali.
Il processo di microfiltrazione avviene attraverso membrane porose con fori di dimensioni molto ridotte, tipicamente tra 0,1 e 10 micrometri, che bloccano particelle solide, sedimenti e batteri, lasciando passare solo l’acqua purificata. Questo tipo di filtrazione non elimina virus o agenti patogeni ma è sufficiente per migliorare notevolmente la qualità dell’acqua domestica. A neutralizzare virus e altri patogeni ci pensano invece i raggi UV, oggi comunemente presenti in molti modelli di dispenser acqua.
In Italia molte aziende e molte famiglie stanno già adottando questa tecnologia per sfruttare al meglio le potenzialità e la ricchezza dell’acqua di rubinetto, senza dover ricorrere a costosi impianti di trattamento dell’acqua. I dispenser acqua, infatti, hanno costi accessibili ed è anche possibile noleggiarli invece che acquistarli. In questo caso la manutenzione, la sostituzione di filtri e lampade e la sanitizzazione sono generalmente a carico della ditta fornitrice.