La sfida a Bonneville sul sale del saronnese Daniele Restelli: il racconto
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo il racconto del saronnese Daniele Restelli, che ha registrato quattro record di velocità nella categoria Mps-Ag su una moto Gilera modificata parzialmente carenata, nella cilindrata 50, a Bonneville.
Dieci anni, tanto tempo è passato da quando nel 2014 un film visto in televisione, ha influenzato parte della mia vita. “Indian – La grande sfida” questo il titolo dove si racconta la storia di Burt Munro che, dalla Nuova Zelanda, si mette in viaggio verso lo stato americano dello Utah per stabilire il record di velocità con la sua vecchia moto, una Indian del 1920. Questo film dal sapore romantico, ha scatenato in me la voglia di emulazione per vivere un’avventura sicuramente fuori da comune, ma all’apparenza alla mia portata. Sono un motociclista ‘della domenica’ ovvero non vado a correre in pista, non percorro nemmeno migliaia di chilometri all’anno, ma mi piacciono le moto e le sfide un po’ strane.
Dopo aver deciso che la mia ‘moto’ doveva essere un cinquantino, ovvero una piccola moto a marce 50cc di cilindrata, mi sono messo a cercare quello che poteva essere il mezzo più adatto, e la scelta è ricaduta su una Gilera 50 4v touring del 1972, trovata in Toscana.
Tralasciando tutte le avventure e disavventure relative alla preparazione della moto, decido che la mia Sfida a Bonneville debba essere fatta nel 2017, ma la preparazione lacunosa della moto porta ad un risultato ben al di sotto delle aspettative. Il lato positivo di questa prima spedizione porta ad acquisire una preziosissima esperienza logistica e meteorologia. Ho riprovato a pianificare nel 2019 ma problemi di salute al meccanico dell’epoca mi ha fatto desistere dal viaggio. La pandemia ha fatto la sua parte nel 2020 e 2021, mentre nel 2022 una visita medica mi ha consigliato di rimandare.
Nel 2023 con un nuovo meccanico ripianifico tutto cercando di curare ogni dettaglio. Luca, il meccanico, è entusiasta di questa nuova sfida e prepara i motori al meglio conoscendo quali saranno le particolari condizioni atmosferiche, questi vengono testati ripetutamente al banco dando risultati promettenti. Tutto sembra filare per il verso giusto senonché con la moto già negli Stati Uniti e valigie pronte, a poche ore dalla partenza la manifestazione viene cancellata perché la distesa del lago salato di Bonneville si allaga causa piogge torrenziali.
Gennaio di quest’anno ricomincio la pianificazione del viaggio, sfruttando tutta l’esperienza fatta l’anno prima; quindi, visita medica per la licenza Fim, carnet Ata per la spedizione moto negli States, biglietto aereo, prenotazione hotel furgone e si spera per il meglio.
Seguo giorno per giorno, ora per ora le condizioni meteo sino a quando gli organizzatori aggiornano con un video su Facebook la preparazione dei ‘runs’ – così vengono chiamati i percorsi sui quali si gareggerà- e confermano che l’evento si farà. Arriviamo a Los Angeles dopo uno scalo a Montreal il 22 agosto, dopo qualche problema con la prenotazione del furgone, riusciamo finalmente a caricare la cassa con moto e tutto l’abbigliamento il 23 mattina. Decidiamo di arrivare, senza soste, a Wendover che è l’unico
centro abitato vicino alla distesa del lago salato di Bonneville. Oltre 1000 chilometri su strade e autostrade americane con paesaggi molto diversi tra di loro, dal traffico caotico mattutino di Los Angeles a centinaia di chilometri in mezzo al nulla, dagli hotel faraonici di Las Vegas ai cactus delle zone desertiche del deserto di Mojave. Finalmente verso le 21 arriviamo a Wendover, stanchi ma contenti di essere finalmente ‘a casa.’
24 agosto. Sono passati 7 anni dall’ultima volta in cui siamo stati sul sale, ma mi sembra siano passati solo pochi giorni. Riconosco gli hotel, i negozi, i cartelli e quando imbocchiamo l’autostrada mi sembra tutto molto familiare. Usciamo dopo circa due miglia e imbocchiamo la strada che ci conduce sino all’entrata ‘ufficiale’ del Bonneville motorcycle speed trial. L’atmosfera è rilassata e cordiale, presentiamo i nostri biglietti e veniamo subito indirizzati a seguire la linea blu tracciata sul sale che ci porta sino alla zona ‘pit’ ovvero dove ci sono già diversi furgoni, auto, camion, gazebo e tutta la struttura dell’organizzazione. Ci fermiamo con il nostro pick-up vicino ad altri team e verso le 9 ci rechiamo in zona ‘parco chiuso’ per assistere al meeting di presentazione dell’evento e per partecipare al
‘briefing’ per i piloti esordienti, “rookie”. La nostra motoretta posteggiata di fianco al nostro veicolo è minuta rispetto alla media delle moto americane, per cui riceviamo tanti complimenti perché, seppur piccolina -per gli standard americani- piace molto, è molto
curata nei dettagli estetici e tecnici. E comunque vedere una Gilera 50 cc del 1972 negli Stati Uniti non è un fatto comune. Americani tutti molto gentili, cortesi e disponibili, e quando scoprono che veniamo dall’Italia si complimentano ulteriormente con noi per
l’avventura.
25 agosto. Nuovo meeting alle 8 per ri-spiegazione delle procedure di gara, al termine del quale completiamo la preparazione della moto e la portiamo per le verifiche tecniche che vengono superate. Siamo ufficialmente “scrutinised”, esaminati. Facciamo benzina e cerchiamo di far partire la moto, ma scopriamo che la batteria nuova comperata il giorno prima, è scarica! Andiamo nel negozio dove abbiamo comperato la batteria che si offrono di caricarla, ma questo comporta una perdita di tempo di altre tre ore. Considerate che dal negozio al nostro ‘paddock’, ci sono circa 20 chilometri di cui una buona parte sul sale con velocità limitata a circa 40 chilometri all’ora. Riprendiamo la batteria carica verso l’una ora locale, e rientriamo nella nostra area paddock non prima di esserci fermati
a vedere la zona di partenza dove speriamo di ritornare con la nostra moto per iniziare a correre, notiamo che i tempi di attesa sono un po’ lunghi, ma per il resto atmosfera rilassata ed amichevole. Montiamo la batteria e per sicurezza puliamo il carburatore, ma
mentre inizio ad indossare la tuta notiamo che all’orizzonte il tempo sembra volgere al brutto.
Nel giro di 10 minuti si scatena una vera e propria bufera di acqua e vento che ci obbliga a riparare in auto in attesa che tutto si calmi. Dopo circa 20 minuti ritorna finalmente la calma, ma ci confermano che per oggi non si corre più. Una simpatica signora canadese si avvicina e vedendomi particolarmente sconsolato e ancora in tuta mi dice: “Daniele, tomorrow is an other day” (Daniele domani è un altro giorno), parafrasando Rossella O’Hara nel film “Via con il vento”. Per cui demoralizzati ritorniamo mestamente verso il nostro hotel.
26 agosto. Sveglia alle 6, colazione e velocemente si torna sul sale, giornata bella ma fredda. Secondo il termometro dell’auto ci sono 14 gradi. Tiriamo fuori la moto dal nostro “box”, una cassa di legno, e mentre Luca, il meccanico, accende la moto e la fa scaldare, io indosso stivali, sotto tuta, tuta, guanti e casco e, una volta vestito e salito sulla moto, inizio a percorrere i primi metri, pardon le prime yard, recandomi verso la zona di partenza. Dopo un’attesa di circa un’ora a causa di un piccolo incidente nel percorso parallelo al nostro, mi chiamano sulla linea di partenza. Parto con estrema calma perché il nostro motore è piccolo e non serve tirare subito al massimo. In questo primo lancio la strumentazione è molto ‘essenziale’ nel senso che funziona solo un display con la temperatura del motore e dei gas di scarico. La velocità sale lentamente ma progressivamente, dalla partenza ho ancora circa un chilometro e mezzo prima di entrare nel miglio cronometrato, per cui controllo le bandiere poste ai lati del percorso per capire quanta strada percorro. L’assenza di strumentazione mi consente solo di ‘andare ad orecchio’ ovvero ho solo il suono dei giri del motore per capire come sto andando e mi sembra di andare bene. Passo finalmente dalla terza alla quarta marcia e i giri del motore salendo progressivamente mi confermano che sono arrivati al massimo del loro potenziale. Dopo pochi secondi passo finalmente le bandiere che segnalano l’inizio del miglio cronometrato, trattengo il fiato perché il tempo che impiegherò a percorrere questo tratto sarà quello che determinerà poi la velocità cronometrata. Non riesco a contare il tempo, il mio cervello è concentrato sull’ascoltare il motore, stare rannicchiato il più
possibile dentro la carena e sotto il cupolino e contare le bandiere sino a quando non vedo la bandiera che segnala la fine del miglio cronometrato.
Passata la quale mi alzo leggermente dalla carena e diminuisco un po’ la velocità, devo comunque fare ancora un altro miglio prima di arrivare al gazebo che indica la fine e l’uscita dal percorso. Mi fermo quindi al punto di arrivo, i due marshall mi fanno i complimenti per la bella motoretta, mi offrono dell’acqua e mi anticipano una velocità ‘ufficiosa’. Attendo l’arrivo di Luca, ci scambiamo le prime impressioni emotive e tecniche e poi ritorno nella zona parco chiuso per sapere quale sia stata la velocità rilevata. Vado allo sportello dove distribuiscono i ‘timing slips’ mi consegnano il primo foglietto con i seguenti dati:
- velocità: 82,676 chilometri orari
- umidità: 45% t
- temperatura: 18 gradi
- altitudine ponderata: 1610,2 metri
- pressione atmosferica 879,87 millibar
Questi i dati ‘tecnici’ per il meccanico per valutare se e come modificare la carburazione. Dopo un rapido debriefing decidiamo di lasciare tutto com’è per il ‘return run’, ovvero il lancio di ritorno. Mi reco quindi al gazebo dove ero arrivato qualche minuto prima e
attendo che mi diano bandiera verde. Attesa di circa 40 minuti, quindi bandiera verde. Partenza con calma e con attenzione e poi gas spalancato, compatibilmente con la potenza della moto. Stessa procedura, 1 miglio per lanciarsi, 1 miglio cronometrato, 1 miglio per rallentare e fermarsi. Attendo il meccanico per i commenti post lancio e poi mi reco di nuovo nella zona parco chiuso dove lascio la moto e vado a ritirare il famigerato foglietto’. Tralasciano i dati atmosferici la velocità registrata è di 86,76 chilometri orari, che andrà poi sommata a quella del primo lancio e divisa per due, in ogni modo è record. Per avere la conferma dobbiamo comunque aspettare il commissario Ama che verifichi la correttezza della cilindrata, ma su questo siamo più che sicuri. Dopo aver smontato la testa del motore Gilera ci confermano che è record nella categoria Mps-cg 50. La procedura Ama prevede che velocità effettiva e l’ufficializzazione del record la sia abbia solo dopo una serie di verifiche burocratiche, per cui il record è e lo sarà ancora per circa
2 mesi: ‘pending ratification’.
27 agosto Solita sveglia di buon’ora, non avendo nessun gazebo/tenda sotto il quale poterci riparare dal sole, dobbiamo sfruttare l’aria fresca del mattino per fare i nostri lavori ma soprattutto perché il motore con il fresco rende meglio. Oggi si tenta il record sotto l’egida della Fim, Federazione internazionale motociclistica, quindi con regole più rigide. La categoria non prevede l’uso della carenatura e del
parafango carenato; quindi, ci presentiamo con la moto ‘nuda’ e con un nuovo numero. Il commissario Ama ci fa notare che se vogliamo partecipare anche in quella categoria deve avere un abbozzo di parafango. Detto fatto grazie alla disponibilità di un team americano e alla creatività italiana prepariamo un ‘parafango’ che soddisfa i requisiti Ama e Fim. Il commissario Fim è particolarmente attento ai requisiti di sicurezza della tuta, dei guanti e degli stivali, mentre per il casco mette in atto una procedura di registrazione nel sito della Fim per cui ora il mio casco è ‘etichettato’ e registrato nel loro sito per ogni evenienza. Quindi con moto e abbigliamento ‘verificati ed approvati’ ci mettiamo in fila sotto il sole, cercando di tenere casco e moto al fresco. La procedura e la modalità di lancio non cambiano, alle 12.43 viene registrata una velocità di circa 86.775 chilometri orari, quindi al termine del lancio devo attendere un commissario Fim che mi scorta sino al parco chiuso dove posso ritirare il foglietto con tutti i dati del ‘run’. I commissari mi comunicano che sono autorizzato a fare il ‘return run’ , mi accompagnano nuovamente alla postazione dove ero arrivato poco tempo prima. Aspetto solo 15 minuti e poi riparto. Al termine del lancio per mia distrazione e per disattenzione dei commissari non mi fermo per far chiamare il delegato Fim che mi deve ‘scortare’ al parco chiuso. Questa disattenzione mi costa l’annullamento della prova con la necessità di dover ripetere il tutto. Dopo discussione con delegato federale Fim ci accordiamo su una procedura più snella. Detto fatto mi avvio immediatamente per la zona di partenza, dove non trovo praticamente coda. Mi lancio sul tracciato che ormai conosco discretamente bene, completo il primo ‘run’, il delegato Fim mi sta aspettando, dopo aver atteso solo 15 minuti, mi comunicano
che posso già ripartire per il ‘return run’ cosa che faccio immediatamente, all’arrivo c’era già un altro accompagnatore Fim ad aspettarmi, non fermo neanche la moto e mi avvio a velocità più tranquilla al parco chiuso.
La moto deve essere nuovamente verificata, ma essendo già stata ispezionata e sigillata per il record Ama e non essendoci nessun record precedente è nuovamente record, e dato che nella Fim si misura anche la velocità sul chilometro oltre che sul miglio, mi piace dire che abbiamo battuto due record.
28 agosto. Sveglia e colazione leggera in hotel. La sera prima tutto il team si è riunito (io e Luca) e abbiamo deciso che avremmo tentato di battere un altro record sfruttando le possibilità offerte dal regolamento, che permette di correre con la stessa moto ma senza
carenatura, quindi in un’altra classe. Quindi una volta arrivati nella zona paddock mi sono iscritto sotto l’egida della Ama nella categoria M-Cg ovvero “modificate, classic”, moto prodotte entro il 1981, “Gasoline”, benzina normale. Anche in questo caso non c’erano record precedenti. Dopo l’iscrizione ci rechiamo per l’ispezione tecnica che è stata molto veloce perché la moto e noi siamo ormai ben conosciuti da tutti gli ispettori. Mi preparo quindi indossando tuta, stivali, guanti e casco e mi reco nella zona ‘pre start’
dove scopriamo che hanno cambiato il percorso, ovvero hanno deciso di utilizzare quello che sino a ieri era il percorso ‘international’ ovvero quello riservato alle moto più potenti. Per noi non cambia molto in quanto dobbiamo comunque percorrere un miglio alla velocità più alta possibile. Solita attesa all’ombra di un gazebo dell’organizzazione per cercare di limitare la fastidiosa calura. Quando finalmente sventola la bandiera verde parto con tranquillità e attenzione e, come sempre il motore rantola e gorgoglia sino a quando non raggiunge un regime di rotazione di circa 6000/6500 giri, dopodiché inizia a salire con una progressione regolare sino a 9100/9250 giri e proprio in quel momento che inizia il tratto del miglio cronometrato. Amici americani ci hanno detto che il sibilo del nostro motore due tempi si sentiva forte e chiaro.
Arrivo al termine della prova, mi comunicano una velocità di circa 86 chilometri orari, e ritorno al parco chiuso per avere il foglietto con tutti i dati: velocità in miglia, temperatura in gradi Fahrenheit, umidità in %, pressione atmosferica e altitudine ponderata in piedi
Ritorno quindi alla zona di partenza per fare il ‘return run’, incredibilmente dopo solo 5 minuti mi dicono di prepararmi e infatti riesco appena in tempo a fissare una telecamera sul braccio sinistro e parto. Stessa modalità, partenza tranquilla e solo quando il motore
raggiunge il regime di rotazione corretto la moto scorre sul lago salato senza apparente fatica. Arrivo al termine del run, e quindi mi dirigo al parco chiuso. Registrano la velocità raggiunta e mi confermano che anche questa volta il record è fatto. Verifiche tecniche di prassi, ma ormai i commissari conoscono bene la moto e controllano solamente che i sigilli messi siano rimasti intonsi. In conclusione,
poker di record per sfida a Bonneville:
- Ama record nella categoria Mps-Cg 50
- Fim record nella categoria M-Ag 50 1 chilometri orari lanciato
- Fim record nella categoria M-Ag 50 1 miglio lanciato
- Ama record nella categoria M-Cg 50
Non mi rendo ancora conto dell’incredibile risultato raggiunto. Nella Fim le categorie vengono specificate in modo differente e molto più criptico, per comodità di lettura ho utilizzato le sigle Ama. Nell’ultimo run siamo riusciti ad utilizzare il telefono per registrare il video del lancio e, rivedendolo mi è ritornata in mente la frase che Burt Munro ha pronunciato nel film ‘Indian – La grande sfida’ ha detto: “Si vive di più in cinque minuti al massimo su una moto come questa di quanto faccia certa gente in una vita intera”, nel mio caso 4 minuti e 44 secondi.
QUI LE FOTO DEL SECONDO RECORD
QUI LE FOTO DEL POKER DI RECORD
29 agosto. Ritorniamo sul sale con calma. Il giorno prima avevamo già preparato il possibile per caricare cassa, moto e tutto quanto sul nostro pick-up. Una volta finito il carico e legata la cassa andiamo a salutare tutte le incredibili persone che hanno lavorato come staff nell’organizzazione dell’evento che quest’anno compiva 20 anni. Baci e abbracci, foto di rito con le persone, alle moto, al panorama insomma a tutto quanto. Il 29 mattina c’è qualcuno che tenta ancora per l’ultima volta di battere un record, possiamo dire che la ‘febbre del sale’ quando ti prende è difficile da curare. Noi con un po’ di malinconia nel cuore ci avviamo verso l’uscita, non senza notare un bolide che in lontananza scorre veloce sul sale senza quasi far rumore. Entriamo sulla strada asfaltata verso le 10.40, ora locale dello Utah, e parcheggeremo l’auto dopo circa 1000 chilometri ad Irvine (Los Angeles) verso le 20.30. In queste ore di viaggio abbiamo riattraversato zone desertiche, zone montane (anche 2000 slm), siamo passati di fianco a deserti e nel traffico di Las Vegas, siamo passati di fianco alla Zona 51, abbiamo visto i veicoli più strani e più assurdi, ranch grandi come nostri paesi, ma tutto questo lo scriveremo in un altro libro.
Due dati sul il Lago Salato di Bonneville, situato nello Utah, è uno dei luoghi più affascinanti e unici degli Stati Uniti, ha una superfice di circa 250 km quadrati, ogni anno si organizzano tre eventi dedicati alla ricerca di record di velocità. Sempre che il tempo lo
permetta e il lago salato non sia allagato. Il lago salato si trova a circa 1300 metri sul livello del mare, questo comporta abbondanti nevicate invernali, e temperature estive anche sopra i 40 gradi. La sua vasta distesa e i paesaggi circostanti offrono un'esperienza che rimane impressa nella memoria di chiunque lo visiti Il paese più vicino Wendover, è diviso in due stati: Nevada e Utah. Questo comporta due polizie, due sindaci, due stazioni di vigili del fuoco, due fusi orari. Nella parte del Nevada ci sono 5 casinò perché il gioco d’azzardo è legale, mentre non lo è nello Utah. Il tutto per circa 6000 abitanti. Questa mia avventura sul lago Lago Salato di Bonneville è stata un’esperienza indimenticabile ed incredibile e la vorrei riassumere con questa frase: “Bonneville non è solo preparare la tua auto o la tua moto, non è solo la velocità massima che riesci a raggiungere in quel tratto di sale cronometrato, ma riguarda le persone
straordinarie che incontri, i posti fantastici che visiti e le cose meravigliose che impari lungo il cammino”.