Gli studenti dello Zappa incontrano Angelo Corbo, sopravvissuto alla Strage di Capaci
SARONNO – Il Cinema Silvio Pellico, nell’ambito della rassegna di iniziative per il sostegno e la promozione della cultura della legalità, all’interno della serie di incontri previsti per gli studenti dell’Itc G. Zappa, ha ospitato la testimonianza dell’ex ispettore capo (oggi in pensione) Angelo Corbo, poliziotto facente parte della scorta di Giovanni Falcone.
Corbo è uno dei 23 feriti sopravvissuti alla Strage di Capaci del 23 maggio 1992, l’attentato dinamitardo che uccise il giudice palermitano, baluardo della Lotta alla Mafia, la consorte Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Hanno mediato l’incontro Silvia Gissi dell’Associazione Peppino Impastato e Adriana Castelli, e Angelica de Angelis, dirigente scolastico dell’Itc Zappa. Presenti anche il vicesindaco e assessore alla cultura Laura Succi e l’assessore alle politiche giovanili Gabriele Musarò, che ha posto l’accento “Sull’eccellente percorso che lo Zappa e la Città di Saronno stanno facendo per creare una consapevolezza alla legalità.”
“Le persone che subiscono un trauma simile – commenta il vicesindaco Succi – hanno due diversi modi di vivere questo trauma, o rinchiudersi e non parlarne, o darne testimonianza. Siamo contenti di avere qui oggi qualcuno che ha deciso di renderci partecipi di questo terribile episodio, un atto di grande umanità e pedagogia, che si rivelerà prezioso per questi ragazzi.”
Non è stato un incontro “Ingessato”, Corbo ha raccontato con disinvoltura e luciditá la sua esperienza personale, a partire dalla sua infanzia, quando, nato in un “Quartiere difficile” di Palermo è stato educato in modo rigido dai genitori ai principi della legalità: “Era facile cominciare a delinquere, bisognava scegliere da che parte stare, nel mio quartiere c’era tante delinquenza, e i miei genitori mi hanno tenuto lontano da quell’ambiente, anche se per certi versi ne ho sofferto.”
Ha poi raccontato del perché decise di portare la sua testimonianza nelle scuole: “Parlare di quel giorno per me ancora non è facile, per me è ancora una ferita aperta, non è facile metabolizzare un evento del genere, però per me è terapeutico. Io uscito da qui so che per qualche ora, non penserò più al 23 maggio 1992.”
Dopo quest’introduzione è poi iniziato il racconto vero e proprio, con alcuni accenni polemici a come la storia di quel giorno venne in parte travisata: “In Italia le persone vengono ricordate solo quando muoiono, ricordiamo solo Falcone e Borsellino, perché? Perché sono morti. La storia sembra essersi dimenticata anche di altri tre importanti elementi del Pool antimafia, a cominciare da Antonio Caponnetto, che era il “Capo” di Falcone e Borsellino. Ed ancora, quel giorno il capo-scorta non era Antonio Montinaro, ma Gaspare Cervello.”
L’incontro è terminato con una serie di domande che gli studenti hanno rivolto a Corbo, l’incontro ha suscitato grande interesse e partecipazione in tutto l’uditorio.
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