25 aprile, Assemblea antifascista saronnese in piazza: “Contro la guerra”

SARONNO – “Contro la guerra. Chi la arma, chi la sostiene, chi la propaganda”. E’ lo slogan che presenta l’iniziativa di giovedì 25 aprile da parte dell’Assemblea antifascista saronnese.
Al centro della mobilitazione il no alla guerra anche affrontando il tema dell’industria bellica e degli armamenti. Ecco il testo che da l’appuntamento per in piazzale Santuario alle 9,30 di giovedì 25 aprile.
Ci abituano fin da piccoli a considerare una la nemesi dell’altra. Se c’è la pace, non c’è la guerra. Se c’è la guerra, non c’è la pace. La verità è naturalmente più sfaccettata di così.
Non ce la sentiamo proprio di tuonare che “dopo quasi 80 anni di pace sta tornando la guerra”.
Certo, la minaccia di una guerra mondiale è oggi più presente che mai. Ma possiamo chiamare pace gli 80 anni che ci separano dalla fine della seconda guerra mondiale? Pace, forse, per la popolazione dell’alleanza atlantica; guerra per tanti altri popoli del mondo.
Abbiamo sempre denunciato l’ingombrante presenza del discorso bellico, così come la presenza sul nostro territorio di fabbriche di armi e di basi NATO. Che il nostro sistema economico si basi anche sulla guerra permanente è un dato di fatto che solo le anime belle possono permettersi di ignorare. Lo testimoniano, una volta di più, le spedizioni ENI protette dall’esercito italiano.
Il punto di discontinuità che vediamo non è quindi l’arroganza imperialista della NATO, che ai nostri occhi è invece in perfetta continuità, ma la nuova escalation nella corsa agli armamenti. Armamenti per combattere le guerra, ma anche armamenti ideologici per governare un paese durante la guerra.
Dal punto di vista degli armamenti sono gli stessi governanti a parlare per noi in modo piuttosto eloquente: «Servono più armi, dobbiamo produrne come fatto con i vaccini». A parlare è Ursula von der Leyen, l’argomento è ovviamente il sostegno europeo a Zelensky nel conflitto russo-ucraino. Per non parlare della nuova base NATO in funzione prettamente anti-russa che sta per essere costruita in territorio romeno. E se l’UE non si è mai tirata indietro di fronte all’impegno bellico, lo stesso discorso possiamo riportarlo in Italia, che si appresta a spendere nel 2024 per esercito e armi, secondo la bozza di Legge di Bilancio presentata dal Governo, oltre 28 miliardi, con crescita annua del 5,5%.
Ma fare la guerra non è solo compito dei soldati, è anche uno sforzo propagandistico per condizionare la popolazione, per farle sentire la necessità della guerra, per rendere accettati i tagli sociali per finanziare lo sforzo bellico. In questo quadro si inserisce la campagna con cui la guerra sta entrando nelle aule scolastiche, sia direttamente con i soldati, come accaduto a Gallarate con Generali in cattedra o progetti ammiccanti all’aeronautica militare, sia con collaborazioni sempre più a doppio filo, storica a riguardo quella del Politecnico di Milano con Leonardo spa.
Fare la guerra ha sempre voluto dire per uno Stato impegnarsi su un fronte esterno verso cui convogliare gran parte della forza, e un fronte interno, caratterizzato dagli oppositori, dalle aree conflittuali e/o renitenti alla leva. Anche in questo tassello l’Italia si è portata avanti, rinverdendo il dispositivo repressivo verso le mobilitazioni contestatarie, e acuendo in maniera significativa la repressione con condanne e ammende esorbitanti verso chi decide di lottare.
La guerra ha pervaso a 360 gradi la quotidianità e la società.
Hanno armi, hanno strumenti, hanno le ultime tecnologie. In Palestina, che è la guerra asimmetrica per eccellenza, è stata utilizzata anche l’intelligenza artificiale.
Le numerose mobilitazioni – manifestazioni, scioperi, boicottaggi, danneggiamenti – contro il genocidio in corso in Palestina ci hanno rincuorato, perché ci hanno ricordato che di fronte al precipitare degli eventi c’è un altro soggetto in campo: l’antimilitarismo.
Noi oggi, giornata in cui ricordiamo la lotta partigiana combattuta da uomini e donne che hanno saputo schierarsi, organizzarsi, combattere e vincere, ricordiamo che la lotta e libertà sono forze capaci di cambiare il corso degli eventi.
(foto, il corteo il 25 aprile dell’anno scorso)
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Commenti
Tante polemiche inutili: esponete il Tricolore, non solo quando è di moda. In giro, visti pochissimi…
Disinformazione e delirio.. ma chi sono questi? E poi il 25 Aprile l’Italia si è liberata grazie agli americani, i partigiani da soli avrebbero combinato poco contro l’esercito tedesco.
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Quindi?
Chi fa parte di questa assemblea antifascista? Il nulla e la disinformazione di sinistra de ilsaronno
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Il Saronno è una bandierina evidente, passa da essere di sinistra, a leghista, a anarchico, forzista, di destra e guardando bene anche un ponte fascista… queste lenti
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Lei fa parte di questo comitato antifascista? Sa dirmi con la sua lente da indagatore chi lo componeva?
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Lei sa dirmi da chi è composto questo comitato antifascista? La komunista Giudici ancora no
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