Saronno, la Lega festeggia quarant’anni in piazza Schuster

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della Lega Saronno, firmato da Angelo Veronesi, relativo alla manifestazione di sabato 13 aprile: la Lega saronnese torna in piazza Schuster a Saronno dalle 15 alle 18 per festeggiare i 40 anni della Lega Lombarda (12 aprile 1984-2024). Sarà occasione anche per tesserarsi alla Lega.
La fondazione ufficiale della Lega il 12 aprile 1984 ha radici profonde.
Umberto Bossi nel 1979 ebbe un primo incontro con Bruno Salvadori, leader dell’Union Valdotaine, che partecipò alla Resistenza insieme ad altri movimenti federalisti ed autonomisti. Gli autonomisti valdostani vedevano nel centralismo italiano la base su cui si erse la dittatura fascista. La Lega fece proprie queste idee. La Lega nacque dalla rivendicazione giusnaturalista di una sovranità popolare pre-esistente a quella dello Stato Nazione italiano. Da qui mosse una critica sempre più pressante al centralismo, alla partitocrazia e al regime clientelare. Il linguaggio semplice e schietto usato dalla Lega delle origini non deve trarre in inganno. La Lega era la pancia del popolo, ma anche la testa. Il gruppo dirigente di Umberto Bossi è sempre rimasto fedele e saldo ai propri principi legati alla dottrina politica giusnaturalista e federalista di Carlo Cattaneo.
Nel 1991 Bossi arrivava alla fusione delle tante Leghe regionali in un’unico movimento poltiico contro lo strapotere e l’arroganza del potere centrale. Il regime centralista non poteva accettare la sfida che lanciavano semplici cittadini delle regioni padane. I partiti che difendevano il sistema centralista non accettarono che vi fossero leghisti che parlavano al cuore alla gente risvegliando le coscienze alla politica. I cittadini delle regioni padane non dovevano solo lavorare e tacere mentre le decisioni sul loro futuro veniva orese da altri e altrove, come se fossero schiavi. I partiti al potere iniziarono a fare la caricatura dei leghisti rappresentandoli come rozzi, incivili e razzisti. Bossi e la Lega passarono al contrattacco proponendo l’evangelizzazione del popolo: la partecipazione attiva alla vita politica, per far capire ai cittadini che prima di essere di sinistra o di destra, si è lombardi e si debbano fare gli interessi dei lombardi, non di ideologie di sinistra o di destra. Gli anni 90 videro il sorgere dell’ideologo federalista Gianfranco Miglio che lasciò un grande seguito di idee federaliste e contro la macchina mostruosa e burocratica dello Stato centrale.
Le prime vittorie della Lega portarono molti cittadini lombardi non politici di professione ad entrare in politica, non delegando più questa importante funzione a coloro che facevano solamente l’interesse di partito per proprio tornaconto personale. Molti cittadini comuni a digiuno di politica entrarono nella Lega. Iniziò un cammino che pareva inarrestabile tra alti e bassi, profonde crisi e vittorie clamorose sempre sull’orlo di mollare. Bossi teneva duro. La Lega rappresentava un movimento politico che fondava la propria azione lontano dalle ideologie di destra e sinistra, lontano dai nazionalismi e sempre a favore della libertà e dei diritti dei popoli. Il fallimento della bicamerale e di ogni possibile riforma in tempi brevi, vide la nascita dell’ipotesi indipendentista. Si arrivò alla Dichiarazione d’Indipendenza della Federazione Padana nel 1996.
La Lega di Governo e d’opposizione si schierava sempre a favore del popolo e degli Enti Locali. La Lega non si accontentava dei posti in Parlamento, ma voleva vincere la sfida di cambiare il paese, dietro un forte mandato elettorale da parte del popolo. Una forte battuta di arresto si ebbe quando non passò la Devoluzione per colpa di una forte opposizione guidata dall’unica sinistra europea contraria al federalismo, quella italiana, ancora fortemente statalista e fondamentalmente stalinista. Tutt’oggi nulla è cambiato. L’unica sinistra retrograda d’Europa è quella italiana che vuole trasformare il Paese in un regime più simile a un Soviet dove tutti gli aspetti della vita dei cittadini vengono controllati morbosamente.
La crisi economica ed una forte immigrazione straniera vide diminuire il potere di acquisto delle famiglie lombarde e vide una forte emigrazione dei giovani appena laureati all’estero.
La malattia di Umberto Bossi, il susseguirsi di nuovi segretari federali e la necessità di ben amministrare la cosa pubblica fecero cambiare le priorità strategiche del movimento leghista e lo spinsero verso posizioni sempre più vicine al centro destra per ritagliarsi uno spazio di governo, dove sta tutt’ora.
Il messaggio leghista non si è esaurito dopo 40 anni. È necessario svegliare le coscienze dei cittadini, riattivando, attraverso il federalismo, la partecipazione attiva di tutto il popolo alla vita politica. Troppi cittadini rinunciano ad andare a votare ed a partecipare alla vita pubblica, come se le decisioni della politica non toccassero le loro famiglie e il loro lavoro. Le decisioni continueranno a venire prese altrove se non si partecipa attivamente.
La Lega non smette di tentare di trasformare il Paese in una moderna democrazia, fondata sul rispetto delle Comunità Locali e sulla responsabilità.
Dal referendum del 2017 seguì un lungo periodo di stallo che passò dal covid ad una moltitudine di governi che fecero di tutto per riaccentrare i poteri nelle sole mani dello Stato centrale facendo regredire il Paese di almeno 20 anni e facendo perdere ai cittadini la speranza che le cose possano realmente cambiare.
Lo Stato centrale governato dal centro sinistra e dai governi tecnici ha continuato a colpevolizzare chi lavorava asfissiandolo di tasse e controlli, premiando invece solo i soliti furbi, i soliti amici, senza dare possibilità a chi aveva voglia di fare, costringendo tutti ad appiattirsi verso il basso per essere uguali.
Nel 2024 finalmente si è riaccesa una speranza e l’Autonomia regionale ha visto una forte accelerazione con il presente Governo di centro destra nel quale la Lega partecipa attivamente.
L’Autonomia regionale è la speranza che dimostri che il voto dei cittadini serve realmente per cambiare le cose, amministrare meglio la cosa pubblica in modo più efficiente e più efficace, in modo responsabile e dietro un controllo quanto più diretto possibile dei cittadini, diminuendo la burocrazia inutile e prendendo qui in in Lombardia le decisioni che riguardano la nostra terra in modo chiaro e pulito.
L’Autonomia regionale rappresenta un patto di solidarietà sociale che possa premiare chi lavora aiutandolo a lavorare meglio e possa aiutare realmente chi non ce la fa.
(foto d’archivio)
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Commenti
40 anni di politica leghista. Nulla da ricordare. Solo Presidenti della Camera, Vice Presidenti del Consiglio, Ministri dell’Interno, della Giustizia, al Federalismo, Presidenti di Regione, Assessori, … ma quali mirabolanti, eccezionali, meravigliosi risultati han portato, quaranta anni di Lega?
C’era una volta una terra chiamata Padania anche detta Padania libera, poi è arrivato il circo ….
La padania libera indipendente. Ricordate qualcosa di questa ideale? Credete che basti “l’autonomia regionale” gestita da mille azzeccagarbugli per resuscitarlo? Poveri illusi !!!!!
Lega è finita con salvini, fatevene una ragione
Dalla secessione al nazionalismo, che cambiamenti