Co.Mark: la Lombardia spinge il settore agroalimentare italiano
Con un fatturato di 621 miliardi di euro, pari al 15% dell’economia nazionale complessiva, il sistema agroalimentare si conferma ancora una volta come un settore cruciale per l’Italia: a rimarcarlo sono le recensioni contenute nell’ultimo Annuario dell’Agricoltura italiana, che presenta rilevazioni, dati, opinioni e commenti elaborati dal Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia di Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria).
Secondo quanto riportato nelle recensioni, a spingere in alto la produzione sono in particolare tre regioni: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, che da sole generano più del 42% del totale. C’è poi un altro gruppetto composto da tre regioni che insieme producono una fetta del 22%, composto da Campania, Lazio e Piemonte. Commenti positivi sulla produzione lombarda e in generale del Nord Italia arrivano anche per quanto riguarda gli scambi con l’estero: le regioni settentrionali finiscono infatti per coprire oltre il 70% dei flussi dell’export e dell’import nazionali.
Da sempre, del resto, nelle opinioni degli esperti di internazionalizzazione si sottolineano le grandi potenzialità dell’agroalimentare italiano: come spiegato sul blog di Co.Mark, l’azienda di consulenza per lo sviluppo commerciale estero, in questi anni è stata proprio la valorizzazione dell’unicità dei prodotti locali a spingere un gran numero di imprese ad aumentare il proprio livello di competitività all’estero; dove, si capisce chiaramente dai commenti degli export manager di Co.Mark Spa, le eccellenze del Bel Paese sono sempre più ricercate.
Se gli aggiornamenti dell’Annuario dell’Agricoltura italiana fanno riferimento a due anni fa, le ultime recensioni di Crea permettono di fare luce sull’andamento del settore agroalimentare nei primi nove mesi dell’anno appena terminato, confermando in buona parte le opinioni di Comark. Anche qui la recensione presenta dati molto positivi riguardanti gli scambi di valore, con un incremento del 7%; nei commenti a questo dato gli analisti specificano inoltre il contributo pari al 60% dell’agricoltura e dell’industria alimentare alla bioeconomia.
Particolarmente interessanti sono inoltre le informazioni riguardanti le esportazioni agroalimentari del III trimestre, con il fatturato che sui mercati esteri cresce dell’8% per l’industria alimentare e del 6% per quella delle bevande. Le recensioni relative a luglio e settembre fanno totalizzare un totale di 15,5 miliardi di euro per l’export, con un incremento del 3,2% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Il bollettino presenta inoltre numeri preziosi per quantificare, al di là di ogni opinione soggettiva, il sostegno pubblico all’agricoltura nazionale: per l’ultimo anno, per il quale si presentano dati completi, si parla infatti di un totale di 12.241 milioni di euro, di cui 10.435 di trasferimenti e 1.806 di agevolazioni. Guardando alla spesa pubblica agricola regionale si segnala che la Lombardia figura tra le regioni che hanno erogato la più alta mole di risorse, insieme a Sicilia, Calabria, Sardegna e Puglia.
Nei commenti finali, gli analisti rappresentano l’agricoltura italiana come un settore sempre più diversificato, con alcune attività che interessano meno del 6% delle aziende; è opinione diffusa che sia sempre più forte la spinta della concentrazione territoriale, con Settentrione e Centro Italia che ospitano i tre quarti delle aziende che generano i due terzi del valore totale della diversificazione.