8 dic – La stampatrice per biscotti (la “combinata”) della Lazzaroni
Nella seconda metà del ‘700 Carlo Lazzaroni, abile pasticciere, aprì un piccolo laboratorio dolciario a Saronno; la famiglia era originaria della Valtellina. Dei figli di Carlo solo due, Davide e Paolo, seguirono le orme del padre: Paolo, trasferitosi a Monza, avviò un’attività nel settore alimentare e dei liquori mentre Davide, insieme alla moglie Marianna Sala e ai figli, iniziò a Saronno in piazza Umberto I (oggi piazza Libertà) la produzione a livello ancora artigianale degli amaretti.
Fu nel 1888 che i figli di Davide Lazzaroni, Giacinto, Ernesto e Piero, fecero nascere una fabbrica in via Carcano nelle vicinanze della stazione di Saronno e costituirono la società in accomandita semplice «Stabilimento anglo-italiano D. Lazzaroni & Co Saronno». Il riferimento all’ Inghilterra era giustificato semplicemente dall’uso di macchinari di origine inglese e dall’obiettivo dei Lazzaroni di introdurre in Italia l’uso del “biscotto di qualità” e passare da un approccio artigianale a uno più decisamente industriale di produzione in serie. Ben presto fu chiamato a far parte della società anche il cugino Luigi, figlio di Paolo Lazzaroni, che divenne il vero gestore dell’azienda. Dopo alcuni momenti di crisi (come nel caso dei due incendi che distrussero gli stabilimenti nel 1898 e nel 1911) nei primi anni del dopoguerra la Lazzaroni ebbe una rapida ripresa.
Luigi Lazzaroni, uno dei primi Cavalieri del Lavoro in Italia, morì nel 1933. A lui successe il figlio Mario, che nel 1957 ammodernò e ingrandì lo stabilimento di produzione e lo trasferì ai confini con Uboldo. A partire dal 1966 Mario Lazzaroni fu affiancato dai figli Luigi e Paolo e nel 1975 – pur mantenendo la carica di presidente – lasciò a essi le redini dell’azienda.
Agli inizi degli anni ‘80 la Lazzaroni dava lavoro a circa 1000 dipendenti e i suoi biscotti erano esportati in tutto il mondo. Il marchio ideato per la società riportava un bastimento a vapore proprio per sottolineare la vocazione esportatrice e la leggenda vuole che fosse la riproduzione del piroscafo della società Rubattino che aveva portato oltreoceano il primo carico di prodotti Lazzaroni.
Dopo la morte di Mario Lazzaroni (1982), nel 1984 i figli Luigi, Pia e Paolo cedettero la maggioranza del capitale azionario al gruppo americano Campbell Soup Company. Dopo una breve fase di recupero, a Saronno si verificò un costante calo degli occupati (da circa 1000 dipendenti all’inizio degli anni Ottanta si passò a 240 nel 1991). Nel 1991 la famiglia Lazzaroni, con la partecipazione maggioritaria del cugino Enrico Citterio di Rho, esercitò il diritto di prelazione e l’Azienda tornò sotto il controllo italiano.
Nel 2004 la fabbrica di Saronno chiuse definitivamente per essere trasferita a Isola Gran Grasso in Abruzzo dove l’azienda, acquisita da un nuovo gruppo insieme all’uso in esclusiva del marchio, continua tutt’oggi la produzione dei biscotti e degli amaretti.
Al Mils sono esposti vari macchinari che la Lazzaroni utilizzò nel processo produttivo e, come già detto, molti di questi furono di fabbricazione inglese. Fra questi vogliamo ricordare la macchina detta “la combinata” perché svolgeva più funzioni: laminazione, pulizia e stampa dei biscotti. Era composta da più parti ciascuna con una ben definita funzione:
- un rullo di laminazione che dava lo spessore finale all’impasto
- una spazzola a rullo in fibra naturale che girava a folle poggiandosi sull’impasto che avanzava sul nastro e lo liberava da piccoli residui e dalla farina
- la matrice di stampa e di taglio dei biscotti, montata su un traliccio
- un’altra spazzola a rullo per l’eliminazione delle ultime briciole
I biscotti tagliati proseguivano poi sullo stesso piano finendo su un vassoio in lamiera che veniva trasferito al forno. La macchina veniva predisposta regolando lo spessore di laminazione e montando il tipo di stampo scelto; alcune macchine erano dotate anche di una specie di cambio che consentiva di variare la velocità di avanzamento (3 possibilità). Un operatore in testa alla macchina caricava il tappeto della pasta; uno o più operatori a valle avevano il compito di separare gli sfridi e portare i vassoi pieni alla bocca del forno e sostituirli con altri vuoti.
Questa è la puntata odierna del calendario dell’Avvento del Natale 2023 realizzato da ilSaronno per raccontare i tesori e i segreti del Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese che ha sede in città in via Don Griffanti 6.
I testi sono di Silvio Bonfiglio, vicepresidente del Mils, mentre le foto sono state realizzate da Armando Iannone. La realizzazione e la promozione sui social sono a cura di Giorgia Marcomin.
Il progetto è stato possibile anche grazie al sostegno di Enrico Cantù Assicurazioni
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