Un grido di rabbia e di speranza al presidio contro la violenza di genere a Caronno
CARONNO PERTUSELLA – Profondo, toccante e indispensabile il presidio “Una luce nel buio“, ospitato da una piazza Pertini illuminata dalla luce delle fiaccole rosse sabato 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Un grido di dolore, rabbia, ma anche di speranza quello che si è alzato nel pomeriggio di sabato, soprattutto grazie ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado dell’istituto “Alcide De Gasperi” di Caronno Pertusella, veri protagonisti dell’evento organizzato dall’associazione Insieme Donna Aps, in collaborazione con la Pro Loco di Caronno e il patrocinio del Comune.
In mezzo alla comunità riunitasi per sostenere le donne e per denunciare ogni forma di violenza di genere, a spiccare è stata l’installazione di un cuore rosso sgargiante con applicate scarpe rosse, al di sotto del quale sono state posizionate differenti tipologie di calzature (sempre verniciate di rosso), affiancate dal nome delle vittime di femminicidio e dai disegni realizzati dai ragazzi.
A dare il via alla manifestazione è stata Nicoletta Maria, presidente di Insieme Donna, che ha precisato come la piazza sia uno spazio che si adatta perfettamente ad ospitare un evento simile. “Se avete deciso di essere qui, vuol dire che è necessario prevenire la violenza – queste le parola della presidente – l’unica strada percorribile per arrivare a una svolta culturale è la partecipazione e la consapevolezza di tutte le persone”.
A seguire la parola è stata presa da un’altra rappresentate dell’associazione che ha ribadito quanto sia importante in questo momento presenziare a iniziative simili, in cui la comunità si raccoglie per far sentire la propria voce: “La nostra associazione non manca mai di presenziare a questi eventi per commemorare la violenza di genere, ma lo diciamo con un certo sconforto perchè, dopo 17 anni dalla nascita dell’associazione, questo problema è ancora vivo e presente. 105 è un numero che ci fa rabbrividire e che definiamo una mattanza – asserisce riferendosi alle donne uccise nel corso del 2023 (conteggio a cui si aggiunge Rita Talamelli, 66enne uccisa dal marito lo scorso 20 novembre) – la più giovane aveva 17 anni e la più anziana 97, ma in mezzo abbiamo una rappresentate per ogni le età. Sono state eliminate da chi avrebbe dovuto amarle. In sede di questa installazione ci siamo spesso sentite impietrite, ci siamo trovate a constatare che non bastano le scarpe. Non sembrano sufficienti nemmeno le leggi dello stato”.
Conclusi i discorsi di apertura, a parlare sono stati i ragazzi della scuola media De Gasperi che hanno proposto la lettura dei passi più significativi di alcune canzoni riguardanti il tema della violenza. I brani analizzati sono stati stati in totale 16, tutti significativi e di grande impatto, a tratti anche molto crudi, ma necessari per veicolare quanto il problema sia grave e ancora radicato nella società odierna. Ad aprire il momento poetico-musicale è stato il brano “La signora del quinto piano” di Carmen Consoli, le cui note si sono innalzate nel cielo caronnese. La canzone narra la storia di una signora uccisa e murata in bagno dall’ex compagno, dopo numerose denunce sminuite dalle forze dell’ordine.
Gli altri brani letti dai ragazzi, con una storie analoghe, sono stati: “Gesù Cristo sono io” di Levante, “Donna” di Mia Martini, “Vietato morire” di Ermal Meta, “Rose spezzate” di Anna Tatangelo, “Controllo” di Giorginess, “Ballata triste” di Nada, “Colpo di pistola” di Brunori Sas, “Nessuna conseguenza” di Fiorella Mannoia, “Perché?” di Alex Britti, “Mio zio” di Carmen Consoli, “Mai per amore” di Gianna Nannini, “Via Broletto 34” di Sergio Endrigo”, “X3” di Marti Stone, “Io di te non ho paura” di Emma Marrone ed “Elisa” di Laura B, canzone che è stata fatta ascoltare per intero ai presenti e che ha chiuso la parte musicale del presidio.
Al termine della lettura del proprio estratto, ogni ragazzo ha depositato una rosa rossa accanto a ciascun paio di scarpe dell’istallazione presente in piazza.
Successivamente sono state le ragazze a parlare, cimentandosi nella lettura dei versi dell’ormai celebre poesia di Cristina Torres Càceres, diffusissima sui social dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin e divenuta manifesto della violenza contro le donne: “Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima“. Dopo queste parole intense i ragazzi, con un gesto estremamente simbolico, hanno raccolto le rose poste poco prima accanto alle scarpe per donarle alle compagne.
La conclusione del presidio è stata scandita dagli interventi dei rappresentati dell’amministrazione, tra cui quello dell’assessore alle parti opportunità Cinzia Banfi: “Dobbiamo essere consapevoli del nostro fallimento. Questo non è un fenomeno, ma una strage di donne innocenti a cui tutti e tutte dobbiamo fare attenzione. Alle mie spalle ci sono i ragazzi che rappresentano il futuro, ma siamo noi adulti, istituzioni e insegnanti, a dover dare l’esempio e a insegnare. Dobbiamo prenderci le responsabilità civili, etiche e sociali, non dobbiamo essere ciechi davanti a ciò che accade”. L’assessore, prima di lasciare la parola al sindaco, ci ha tenuto nuovamente a ringraziare l’associazione Insieme Donna, per la quale ha chiesto un grande applauso.
“Ancora una volta ci interroghiamo sul fatto che siamo un paese che ha ancora una certa idea di patriarcato – questa la riflessione del sindaco Marco Giudici – se così è, mi sembra giusto che a questo tipo di eventi siano presenti i ragazza delle scuole. Mi sento quindi di ringraziare le insegnanti per portare nella scuola un’idea di emancipazione sociale”.
Presente alla manifestazione anche la presidente dell’associazione Rete Rosa di Saronno, che è intervenuta con una breve, ma intensa considerazione:” Oggi è il terzo evento a cui partecipo. Noi lavoriamo con le donne dei nostri comuni e abbiamo situazioni per ciascuna di queste realtà. Mi ha colpito soprattutto una cosa – così parla la presidente riferendosi alla performance dei ragazzi – via Broletto 34 di Sergio Endrigo, una canzone del 1962. Piantiamola quindi di chiamare questa cosa un’emergenza, un fenomeno, perché non capita una volta ogni tanto, ma è un dato strutturale che ci indica di aver costruito, o ereditato, un sistema sociale e politico che si basa sulla discriminazione. Un sistema che ha trasformato una differenza biologica in una disuguaglianza strutturale. Noi donne abbiamo già detto tanto e continuiamo a dirlo in continuazione; pensiamoci anche a dicembre, a marzo, a luglio, esaminando un nostro gesto, un comportamento o una parola scappata. I pregiudizi sono comodi, sono scorciatoie mentali in cui siamo dentro tutti. Smettiamola”.
Il presidio si è concluso con i ringraziamenti della presidente di Insieme Donna alle ragazze, ai ragazzi e agli insegnanti dell’istituto De Gasperi, all’amministrazione e alle forze dell’ordine presenti, tra cui il maresciallo Granatiero, in rappresentanza dei carabinieri di Caronno, e la polizia municipale.
Tè caldo e vin brulè sono stati offerti ai presenti contro il freddo della serata.
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