Saronno, dall’archivio scout all’intervista: la squadriglia lucciole 2023 incontra e racconta le lucciole 1982
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota delle quadriglie lucciole 2023 e lucciole 1982 che raccontano il loro incontro e come si sia arrivati alla riscoperta di questa pagina di storia e di quotidianità saronnese.
Chi sono le lucciole del 1982? Dopo molte ricerche siamo finalmente riuscite a scoprirlo. Consultando gli Archivi Scout della città di Saronno e grazie al supporto di Andrea Germi (custode appunto degli archivi) siamo riuscite a venirne a capo. Abbiamo trovato il primo quaderno di squadriglia, scritto da Chiara Mantegazza (capo squadriglia a quell’epoca), e sfogliando le sue vissute pagine siamo riuscite a rimettere insieme frammenti di vita della prima squadriglia.
A questo punto abbiamo trovato tutti i pezzi per risolvere il puzzle ma non sapevamo come rimetterli insieme, allora abbiamo deciso di dare un volto ai nomi trovati sul quaderno. Abbiamo scritto a Chiara Mantegazza, Cristina Bigatti, Paola Galletta, Maridilia Asmini, Simona Porcu, Simona Pagani e Tiziana Telazzi, e abbiamo organizzato un’intervista con loro.
Siamo partite facendo noi qualche domanda per indagare sulla nascita della squadriglia e abbiamo scoperto che in un anno nel reparto sono cambiati tutti i nomi delle squadriglie, prima la nostra squadriglia si chiamava “Anguille” ma, dato che a non tutte le squadrigliere piaceva, si sono trasformate nelle “Lucciole”. Abbiamo poi chiesto l’origine del primo urlo e abbiamo saputo che prima, le squadriglie avevano un solo urlo, nel quale il capo diceva il nome della squadriglia e gli altri rispondevano (adesso sono anche più lunghi e in alcuni partecipa anche il vice) comunque, ci hanno detto che il primo urlo è nato perché in quel periodo c’era appunto la crisi energetica e così gli è venuta in mente l’idea dello storico: “Contro la crisi energetica, lucciole!”. Urlo che era considerato un po’ come “trasgressivo” perché mentre le altre squadriglie dicevano prima il nome della squadriglia, loro lo dicevano dopo, e poi trattando di attualità si sentivano un po’ “controcorrente”.
Da lì poi sono partiti fiumi di ricordi, di momenti, e di esperienze vissute insieme che hanno fatto di loro le Lucciole che sono tutt’ora. Tra i vari aneddoti ci hanno raccontato il loro autofinanziamento tipico: il lavaggio delle macchine. In particolare ci hanno descritto quello
che hanno fatto un anno durante il periodo di Natale: avevano creato dei “giochini carini” (ad esempio una barchetta fatta con i gusci di noce e stuzzicadenti) che poi davano come regalino dopo aver lavato le macchine, e per l’occasione la capa squadriglia si era vestita da Babbo Natale.
Abbiamo parlato dei campi e delle tradizioni che abbiamo mantenuto tutt’ora (come il gioco del picchetto) e degli aneddoti divertenti legati ad essi, come quando una ragazza della loro squadriglia (Rosanna D’Angela) ad un campo ha fatto rovesciare la pentola con i tortellini per terra e alla fine lei aveva i panini.
Ci hanno parlato delle loro uscite di squadriglia in bici, delle serate gossip, dei vari inciucci che sono stati riscoperti leggendo il quaderno, e di quando facevano le strade più impensabili soltanto per incontrare i ragazzi. Ci hanno reso partecipi della loro storia che piano piano mettendo insieme i ricordi di tutte ha preso forma. Abbiamo parlato anche di come sia cambiato lo scoutismo e di come alcune “comodità” che abbiamo noi oggi loro non avevano, come ad esempio i pali che durante il campo usiamo per costruire le cucine e l’alzabandiera, noi li abbiamo già fatti (e se non ci sono nel luogo del campo ce li portiamo col camion), mentre loro dato che non li avevano se li “creavano” utilizzando proprio gli
alberi. Oppure anche l’uso dei telefoni, che durante le missioni o le uscite di squadriglia sono una sicurezza che prima loro non avevano; o il fatto che ora sia impensabile che i lupetti (bambini dagli 8 ai 11 anni) facciano la “giornata della sopravvivenza”, cioè una giornata intera in cui si dovevano letteralmente guadagnare da vivere andando in giro per i paesi vicino al campo a fare vari lavoretti in cambio di cibo e ospitalità.
Insomma dopo più un’oretta passata a scoprire, parlare e ricordare, sia noi che loro, i momenti belli che abbiamo trascorso e che noi ancora stiamo trascorrendo e vivremo, ci siamo dovute purtroppo salutare, così per avere un ricordo di questo magnifico pomeriggio passato insieme a ridere e divertirci, ci siamo fatte fare una foto tutte insieme e abbiamo scritto questo articolo.
Lucciole del 1980 e Lucciole del 2023.





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