Da New York rivogliono “The Couple”: Origgio difenderà in tribunale la propria opera di Louise Bourgeois

ORIGGIO – “Amministrazioni che hanno guidato la città che hanno investito direttamente o indirettamente, sotto l’aspetto economico, di tempo e di risorse umane per decenni, non possono farsi carpire un’opera impunemente, solo perché tra le innumerevoli richieste non ne viene soddisfatta una circa le modalità di esposizione, in Italia non perseguibili perché nocive all’incolumità dei cittadini”.
Sono le parole con cui il sindaco Evasio Regnicoli commenta la decisione del trust dell’artista Louise Bourgeois di citare il giudizio il Comune per la statua “The couple” che secondo gli eredi non sarebbe stata ben curata ed esposta nel modo corretto, ossia appesa ad un ramo.
Facciamo un passo indietro. L’opera è esposta ad Origgio dal 2016. Al momento si può vedere nel parco di Villa Boletti donata al comune al termine di un lungo progetto iniziato negli anni Novanta con l’artista che, anche attraverso l’amicizia con Giovanni Rizzoli, voleva che “l’arte non fosse destinata ad essere esposta solo in grandi istituzioni ma anche in piccoli centri così che tutti ne potessero godere e partecipare”. Non a caso l’unica opera di Bourgeois esposta in uno spazio pubblico non museale in Europa. Un progetto lungo decenni tanto che l’opera è stata esposta dopo la morte dell’autrice, che si è spenta da 98 anni nel 2010, malgrado il grande impegno dell’Amministrazione origgese ha sempre creduto molto nell’operazione. Basti dire che sono stati investiti oltre 100 mila euro. Si tratta di un’opera di gran valore soprattutto se si considera che alcune copie sono state battute all’asta per oltre 30 milioni di euro.
“Prende il nome di gravità trasformata in leggerezza – spiega Giulia Turconi in un articolo dedicata all’opera su Exibart nel 2020 – la scultura pesa circa 635 kg e incarna un abbraccio di due amanti che si fondono nell’intimità del loro gesto. Ed è proprio nell’abbraccio e nell’abbondanza della carne che la materia perde potenza per lasciare spazio al pathos dei corpi che in questa tensione plastica oscillano in un vortice continuo che sembra accompagnarli verso l’infinito. Le figure, una nelle braccia dell’altra, si trovano in uno stato precario e fragile ma nonostante questo, nulla potrà separarli nel loro sostenersi a vicenda; incastrati insieme, vorticano per l’eternità”.
Oggi lo studio di New York contesta al Comune di Origgio il fatto che l’opera non sia esposta su un albero. Il sindaco Regnicoli è molto pratico ricordando che per il peso si sia optato per un sostegno necessario per motivi di sicurezza. Essenziale evitare cadute che potessero ferire i visitatori ma anche provocare danni all’opera stessa. Da queste considerazioni la decisione del Comune di dare incarico a due legali di rispondere alla chiamata in giudizio del trust al tribunale di Busto Arsizio.
Tra i temi anche quello della situazione di degrado in cui si troverebbe l’opera anche qui il sindaco è pragmatico e pratico: “E’ chiaro che se deve stare in un parco è soggetta alle intemperie”.
Regnicoli non usa mezze parole: “E’ una lunga, vecchia e sedimentata vicenda che ciclicamente tende a rinnovarsi con nuove puntate. Però delle Amministrazioni che hanno investito direttamente o indirettamente, sotto l’aspetto economico, di tempo e di risorse umane per decenni, non possono farsi carpire un’opera impunemente, solo perché tra le innumerevoli richieste non ne viene soddisfatta una circa le modalità di esposizione, in Italia non perseguibili perché nocive all’incolumità dei cittadini”. E chiosa: “Piuttosto siano onesti e trasparenti e paghino per la restituzione di un’opera che non è di loro proprietà e nemmeno in loro possesso”.
Dieci opere di Louise Bourgeois
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21062023