Anche Saronno nell’indagine Greenpeace sulla presenza di Pfas nell’acqua: i dati del comprensorio

SARONNO – Negli ultimi giorni circola molto sui social e nelle chat saronnesi i risultati dell’indagine Greenpeace sulla presente di Pfas microsostanze inquinanti in Lombardia.
“In Lombardia – spiega il sodalizio – nell’acqua destinata al consumo umano sono presenti Pfas, sostanze chimiche artificiali altamente persistenti prodotte da alcune attività industriali. Si tratta di un ampio gruppo di molecole (oltre 10 mila) associate a numerosi impatti
sulla salute, tra cui alcune forme tumorali, talmente pericolose che diversi Stati in Europa hanno deciso di chiederne la messa al bando”. Da questa situazione è nata un’indagine: “Per rispondere a richieste crescenti della popolazione, Greenpeace Italia, tramite istanza di accesso agli atti (che ha coinvolto ad esempio anche l’Ats Insubria di cui Saronno fa parte), ha ottenuto i risultati di analisi fatte dai gestori e dalle autorità sanitarie lombarde su campioni di acqua destinata ad uso potabile“.
“Lo studio ha analizzato la presenza dei Pfas in Lombardia analizzando campioni tra il 2018 e il 2022: è stata registrata la presenza di Pfas in quasi il 20% delle analisi condotte dalle autorità a partire dal 2018“.
A raccontare i dati è una mappa (qui li link) con punti verdi dove non sono stati rivelati Pfas e rossi dove invece ne sono stati trovati. Tra i punti rossi anche Saronno. La mappa racconta anche come per la città di Saronno sia stati forniti dati di due rilevazioni e in un caso siano stati trovati pfas. Insomma la città degli amaretti è lontana dai livelli dei 100 comuni con i livelli più alti ma a fronte di una provincia di Varese sostanzialmente verde pfas sono stati trovati a Samarate, Somma Lombardo e Luino Saronno è “rossa” come molti comuni della provincia di Monza e Brianza (come Misinto con due rilevazioni di Pfas su due o Cogliate con una presenza registra su 8 rilevazioni) e dell’alta provincia di Milano (come Solaro un i pfas trovati in una rilevazione sulle 4 fornite, Rescaldina con 14 su 22, Cesate con 2 su 5).
“Alla Regione Lombardia chiediamo di individuare tutte le fonti inquinanti, al fine di bloccare l’inquinamento all’origine e riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze – spiega in una nota Greenpeace – È necessario inoltre varare un piano di monitoraggio regionale sulla presenza di Pfas nelle acque potabili, rendendo disponibili alla collettività gli esiti delle analisi, e garantire il diritto della cittadinanza a disporre di acqua pulita e non contaminata. L’emergenza PFAS richiede una risposta nazionale in Italia. Per questo, chiediamo al governo, al Parlamento e ai ministeri competenti di assumersi le proprie responsabilità approvando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas in tutta Italia, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento”.
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Commenti
È come la storia dell’aria irrespirabile e inquinata, non è vero e alla fine non importa a nessuno, l’importante che si lavori.
adesso capisco perché la fanno pagare così cara, non è acqua normale, è pfas!…..anche oggi l’ennesima bolletta per l’acqua del 2022 di alfa Varese, manco avessi la piscina a casa. e non contenti vogliono anche un anticipo sulla futura bolletta. Ma chi ha scelto questa esosa società per il pagamento delle bollette di acqua inquinata?
Anche solaro