Ospedale di Saronno: l’analisi, dati alla mano, del consigliere Calderazzo: “Le cifre dimostrano che lo smantellamento è in corso da tempo”

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente il testo dell’intervento del consigliere comunale Giuseppe Calderazzo durante il consiglio comunale aperto dedicato al futuro dell’ospedale di Saronno.
Prima di tutto mi sia permesso esprimere un disagio rispetto alle modalità comunicative di questa Giunta lombarda che prosegue il modus operandi delle precedenti.
Vengono presentate delle slides, relative al futuro del nostro ospedale e quindi alla risposta della nostra sanità territoriale, senza una relazione dettagliata e trasparente e soprattutto senza un inquadramento in un Piano di programmazione regionale che in Lombardia non esiste da circa 10 anni (2014).
La documentazione che ci viene esposta non si trova nel sito della ASST della Valle Olona, di cui fa parte il nostro ospedale, dove non si trova neppure, può essere ovviamente per mia incapacità, un quadro epidemiologico della popolazione che dovrebbe essere assistita da questa ASST.
Non risulta essere stato presentato un bilancio di come il Covid ha colpito la popolazione di questa zona determinando un probabile peggioramento del quadro clinico ed epidemiologico.
Dati scarsissimi demografici ed epidemiologici si trovano con difficoltà nel sito dell’ATS dell’Insubria, dove il nostro ospedale è collocato dal punto di vista territoriale, senza una suddivisione per ASST o per distretto.
Dico questo a seguito del fatto che la legge regionale N° 22 del dicembre 2021, che doveva tappare le falle della sperimentazione, di fatto non ha migliorato la confusione riguardo la suddivisione dei compiti tra ASST e ATS. Fatto sta che la prima non ritiene utile nemmeno relazionare periodicamente sul quadro sanitario della popolazione. Per cui i cittadini di Saronno vengono solo ora a sapere della situazione drammatica in cui versa il nostro Ospedale.
La carenza del personale sembra essere la giustificazione della drastica riduzione dei posti letto e il ridimensionamento o addirittura la chiusura di interi reparti.
I numeri parlano chiaro: nell’anno 2019 i posti letto erano 249, nell’anno 2022 siamo scesi a 157. Parliamo di un 37% in meno.
Dimezzati i ricoveri, dimezzati gli interventi.
Meno 40% gli accessi in pronto soccorso.
Questo smantellamento della capacità assistenziale del Presidio di Saronno è stato causato dal Covid? Viene naturale farsi questa domanda oppure il personale è stato dirottato in altri presidi dell’ATS (di cui non sappiamo la situazione)?
Con l’occasione viene dato uno scarno quadro numerico della popolazione complessiva e cronica, ma non ci viene detto (e la Regione lo sa benissimo) dove i residenti del distretto sono dovuti emigrare per essere assistiti stante il vuoto assistenziale disegnato dai numeri citati.
Dove sono andati a curarsi i 33.000 malati cronici esistenti?
Quanti di questi hanno rinunciato a curarsi per l’allungamento delle liste di attesa?
Quanti hanno dovuto pagare per essere assistiti?
I risultati del terremoto sanitario avvenuto in questi due/tre tremendi anni non si sanno o forse la Giunta non vuole farlo sapere e soprattutto non si ritiene responsabile?
Andando alla ricerca di dati, si sono trovati i tempi di attesa solo di alcune prestazioni come prima visita:
TEST CARDIOVASCOLARI DA SFORZO D 176 gg
DERMATOLOGICA D 114 gg
GINECOLOGICA D 141 gg
OCULISTICA P 172 gg
ORTOPEDICA D 168 gg
SPIROMETRIA SEMPLICE P 167 gg
TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TC) DEL TORACE P 105 gg
Dati questi Inenarrabili.
Sul sito dell’ATS Insubria è invece possibile scaricare la parte di finanziamento, relativa all’anno 2022, con le strutture private accreditate che sono collocate all’interno del nostro territorio come:
C.O.F. LANZO HOSPITAL S.P.A. 19.441.679,52 €
CONGREGAZIONE DELLE SUORE INFERMIERE DELL’ ADDOLORATA 32.137.079,54 €
ISTITUTO CLINICO MATER DOMINI – CASA DI CURA PRIVATA S.P.A. 28.444.480,92 €
ISTITUTO CLINICO VILLA APRICA S.P.A. 18.877.682,92 €
MULTIMEDICA SPA 18.260.229,41 €
che cosa vuol dire tutto questo?
che il disegno di smantellamento del presidio di Saronno è già in atto da tempo?
Le cifre lo dimostrano molto chiaramente. Si preferisce investire in strutture private piuttosto che incrementare la risposta di un ospedale pubblico quale è quello di Saronno.
D’altro canto la storia ci insegna che per chiudere in modo silenzioso una struttura basta svuotarla dall’interno piano piano….
Continuando nella disamina, relativa alle slides, si nota che vengono presentati dei progetti per mettere qualche toppa alla situazione. Il ricorso agli apporti esterni e temporanei di personale per il Pronto Soccorso e la cardiologia sembra essere inevitabile, come si sta per altro verificando in tutta la Lombardia.
Il potenziamento strutturale è programmato ricorrendo ai fondi PNRR e altri fondi statali. La tempistica prevede il suo completamento entro due o tre anni. Certo che fa specie la lentezza con cui vengono impiegati i fondi statali straordinari:
Vorrei ricordare che sono stati decretati nel 2020 dal Governo per gli interventi COVID, poi programmati dalla Regione nell’agosto 2020 (DGR3264/2020) e qui vedranno l’avvio lavori solo dal 2023.
Sottolineo, infine, per maggior chiarezza e trasparenza verso i cittadini, che tra i progetti contenuti nel database centrale del PNRR risultano esserci quelli indicati nelle slide, meno la spesa prevista per la Casa di Comunità di Via Fiume (già dichiarata attiva).
Concludo con una nota nazionale che però ha una ricaduta a livello cittadino e territoriale.
Il governo non stanzia abbastanza soldi per la Sanità e il Def lo dimostra ancora una volta.
Infatti i sindacati si sono mobilitati , sabato scorso, con una grande manifestazione a Milano con oltre 20 mila persone, contro le manovre economiche di questo Governo che tocca i lavoratori, tra cui quelli del comparto sanità.
Nel DEF firmato dal governo Meloni il rapporto tra la spesa sanitaria e il Pil è inferiore ai livelli che si registravano prima della pandemia. Ciò vuol dire che se non ci sarà una repentina inversione di rotta, si rischia il collasso del sistema sanitario nazionale. La spesa sanitaria nel 2022 è stata di 131 miliardi €, cioè quasi tre miliardi in meno di quanto era stato inizialmente previsto. Il Def certifica l’assenza di un cambio di rotta post pandemia ignorando il pessimo stato di salute del Servizio sanitario nazionale, i cui princìpi fondamentali di Universalità, Uguaglianza ed Equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute”. I numeri alla fine sono purtroppo questi: si passa dai 131,7 miliardi del 2022 ai 130,7 per il 2023 a 128,9 per il 2024 e ai 129,5 miliardi per il 2025.
Allora qui sorge spontanea un’ultima domanda:
con quali fondi si pensa di indire bandi e di assumere nuovo personale?
lo chiedo a gran voce. Noi vogliamo che nel tessuto della nostra città rimanga il nostro ospedale aperto ma che risponda ai bisogni della salute dei nostri cittadini.
Sarà possibile questo oppure abbiamo solo assistito a una semplice passerella dove alla fine passando i mesi ci si allargherà le braccia dicendo che purtroppo “sì si voleva fare, ma non è stato possibile”?
Grazie
16052023
Lascia un commento
Commenti
Passerella è un termine adeguato che fa sintesi…
E la analisi esposta è assolutamente efficace!
Airoldi ha qualcosa da aggiungere o ribattere?
Sentitamente ringraziamo.
Calderazzo un grande aiuto alla destra…
Dai avanti cosi ??
Evidenziare dei dati rappresentativi della Sanità privata che si è sviluppata in questo territorio negli ultimi anni serve a poco. Bastava comprendere che Ast Valle Olona quando è nata doveva garantire assistenza a 60.000 abitanti, utilizzando però un presidio che copriva le richieste di 200.000 abitanti. È questo l’errore iniziale di non aver capito il territorio, ritenuto solo terra di conquista dai politici di passaggio.
-
una volta la ex U.S.S.L. N 9 che faceva capo all’Ospedale di Saronno, con i suoi distretti nel territorio (ora chiamati case di comunità) era interprovinciale. A Saronno facevano riferimento una ventina di comuni di tre province, oggi quattro, fino a Lurago Marinone per la provincia di Como, Solaro per Milano e Caronno Pertusella per Varese, circa 180/200.000 persone come ben dice. Ora Saronno fatica a soddisfare (come numero di persone) i soli abitanti della città…
Un’analisi sicuramente migliore di quella fatta ieri sera…