“2000 battute”: “Bei fior, sciori!”, i mughetti di Origgio
Nel mese della Madonna, alla fine dell’Ottocento, partivano alla volta di Milano i contadini di Origgio, diretti a piedi, di notte, al mercato di Porta Tosa.
Si ritrovavano a mezzanotte nella piazza della chiesa, al braccio un cesto con un centinaio di mazzetti di mughetti, raccolti dalla metà di aprile alla metà di maggio dalle donne, dai ragazzi e dai bambini nei boschi tra Origgio e Uboldo.
Andavano tutti insieme a Milano, in quattro ore coprivano a piedi il tragitto di venti chilometri, passando per Musocco, Porta Tenaglia (il “Borgo degli Ortolani”, oggi diventato la “Chinatown” di Via Paolo Sarpi), Piazza Duomo e da qui raggiungendo il mercato, collocato nell’odierna area di Porta Vittoria.
La giornata lavorativa così iniziava alle quattro del mattino, cercando di vendere i mazzetti di mughetti (“[…] una pennellata bianca e simpatica al grande quadro della nostra Milano […]”).
“Bei fior, sciori!”
Finito il mercato, i venditori improvvisati giravano stancamente per la città alla ricerca di nuovi clienti, mangiando in piedi quello che avevano portato da casa: i più bravi e fortunati potevano permettersi di tornare con l’ultimo tram delle sei di sera, spendendo 75 centesimi, gli altri affrontavano all’imbrunire il viaggio di ritorno, sempre a piedi, spesso da soli o a piccoli gruppetti. Il giorno dopo si andava in campagna, per la normale giornata di lavoro, finita la quale si riprendeva la strada per Milano. Così facendo, i contadini di Origgio andavano a Milano tre volte alla settimana, ad eccezione della domenica (“Perché i nostri preti non ce lo permettono. Noi siamo tutti buoni cristiani […]”).
“Bei fior, sciori!”
“La gente che compera i nostri fiori –continua il contadino- non pensa ai sacrifici che ci costano questi nostri meschini guadagni; non pensa che per essi noi dobbiamo perder le notti, passar le lunghe giornate in piedi, oppressi dalla stanchezza e dal sonno, colla prospettiva di quel po’ po’ di strada che ci resta da fare ancora […]”.
“Bei fior, sciori!”
Alessandro Merlotti
Fonti:
“Bei fior, sciori!”, in Corriere della Sera, a. XXI, n. 128, 10/11 maggio 1896, pag. 3.
Per le immagini:
Il mercato di Porta Tosa, 1906 (https://blog.urbanfile.org/2015/01/27/zona-porta-vittoria-milano-sparita-il-borgo-di-porta-tosa-da-popolare-a-signorile/);
Vanga e latte, dipinto di Teofilo Patini, 1884 (https://it.wikipedia.org/wiki/Vanga_e_latte);
Musocco, 1917 https://lagrandemilano.it/2023/02/07/lantico-comune-con-il-municipio-moderno-piu-bello/;
https://maps.arcanum.com/en/, mappa della Lombardia, 1829;
https://www.flickr.comphotoszikiarts49842111702;
Mons. Carlo Marcora, Origgio. Mille anni di storia, Scuola Tipografica San Benedetto, Viboldone, 1973, pag. 204, la piazza della Chiesa di Origgio, inizio Novecento.







2000 battute (più o meno) fuori sacco
Storia locale e storie locali dal passato remoto agli anni più recenti, per provare a interpretare l’attualità rileggendo ciò che è accaduto. Storie e curiosità lette, trovate negli archivi o ascoltate negli ultimi trent’anni. Senza presunzione, cercando di imparare ogni giorno qualcosa in più.
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Commenti
Commovente questa storia del passato. Grazie!