Visto da Varese: Più uomini ma meno donne con un posto di lavoro

di EZIO MOTTERLE
Serve più lavoro per le donne. L’appello lanciato dal governo giunge in un Varesotto dove è in calo l’occupazione femminile. Mentre continua la risalita del mercato del lavoro, che si avvicina ormai ai dati pre-pandemia, diminuisce infatti il numero delle donne lavoratrici, scese nel 2022 dal 60% al 58,7%. L’analisi della Camera di Commercio su dati Istat rileva che mediamente lo scorso anno gli occupati in provincia sono stati 376mila, 3mila in più rispetto a dodici mesi prima anche se 5mila in meno del 2019 quando furono 381mila. In risalita anche il tasso di occupazione, passato dal 66,2% del 2021 al 67,2% del 2022. Una situazione che ha portato anche alla diminuzione del tasso di disoccupazione, attestatosi al 4,7% dopo che nel 2021 aveva toccato il livello record del 6,6%. Segnali positivi per il sistema Varese, insomma, su cui pesa però la flessione del numero di donne lavoratrici, peraltro ben al di sopra del livello nazionale (51,1%), sollevando un problema che richiede un approfondimento – si sottolinea – da condividere con tutti gli attori dell’economia locale. Considerando anche che la presenza della componente femminile nel mondo imprenditoriale rappresenta comunque un fenomeno rilevante: nel 2022 in provincia di Varese sono nate 232 nuove imprese guidate da donne, con una crescita che ha portato il numero complessivo a circa 12mila, il 20,7% del totale, con oltre 36mila persone occupate. A fronte del calo percentuale dell’occupazione femminile, inel Varesotto ha fatto intanto un balzo in avanti quella maschile, che con un tasso pari al 75,6% ha superato anche il valore relativo al 2018, quando si fermava al 75,3%. Una differenza di genere che si riflette anche sul dato dei disoccupati: 7mila gli uomini varesini in cerca di lavoro (tasso di disoccupazione del 3,2%) mentre le donne sono 11mila (6,5%). Ricorda il Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile che valorizzare la componente delle donne all’interno dell’azienda “costituisce una scelta non solo virtuosa in un’ottica di sviluppo sociale ma può anche garantire opportunità economiche all’impresa stessa, purché si colgano appieno le competenze e le capacità operative femminili”. Più lavoro per le donne, in definitiva, obiettivo fondamentale per il futuro socio-economico del territorio.