“2000 battute”: 26 aprile 1945 a Saronno
È mattina, una colonna di fascisti, in fuga da Milano, percorre l’autostrada per Como, decisa a raggiungere il capoluogo lariano (Mussolini vi era arrivato la sera precedente) e da qui proseguire per la Valtellina.
“[…] un grave, feroce fatto di sangue avvenuto la mattina del 26 aprile 1945, quando sulle strade che si irradiano da Milano le colonne dei fascisti in fuga si incrociavano con le formazioni partigiane che marciavano sulla città. […]. L’automezzo, giunto nei pressi di Saronno, fu fatto segno ad alcuni colpi di fucile e di mitra, sparati da una esigua squadra di partigiani”.
“[…] ma la sproporzione delle forze era tale, che i fascisti ebbero la meglio. Essi avevano prelevato, alla periferia di Milano, come ostaggio, il Lattuada”, “[…] con l’evidente proposito di farsene scudo in caso d’uno scontro con gli insorti”.
La storia ha due protagonisti principali: la prima è Giuseppina Anselmi (o Anselmo), vent’anni nel 1945, ausiliaria del S.A.F., il “Corpo Femminile Volontario per i Servizi Ausiliari delle Forze Armate Repubblicane”, il secondo è Francesco Lattuada, la vittima.
“[…] dopo la scaramuccia obbligarono il giovane [il Lattuada] a scendere dall’autocarro. Fu allora che la Anselmi si sarebbe fatta avanti impugnando una rivoltella e senza una parola l’avrebbe scaricata sul prigioniero […]”. “Il partigiano cadde e venne poi finito da un sergente repubblichino, tale Oscar Mannao [facente parte del 2° Battaglione Brigate Nere “Marche”, giustiziato in Corso Italia a Milano il 27 aprile 1945]. Lo stesso Mannao tolse da una tasca dell’ucciso un portafogli e ne distribuì il danaro che conteneva”.
La versione dei fatti, riportata dai quotidiani nel dopoguerra, non combacia perfettamente con quanto realmente accaduto: la colonna fascista esibì inizialmente una bandiera bianca in segno di resa, i partigiani usciti allo scoperto furono colpiti e iniziò lo scontro a fuoco. Giunsero nel frattempo altri partigiani e il Prevosto di Saronno, che si propose come mediatore. Si arrivò ad una tregua, rapidamente disattesa dai fascisti, che aprirono nuovamente il fuoco e poi proseguirono per Como. Si contarono dieci caduti partigiani: Pietro Borella, Bruno Ferrario, Angelo Pagani, Mario Paleardi, Gaetano Codari, Luigi Fusi, Luigi Gelati, Francesco Lucini, Costante Caselli e appunto Francesco Lattuada. Tre furono i morti tra i fascisti, tutti appartenenti alla Legione Autonoma Mobile “Ettore Muti”: i fratelli milanesi Carlo e Luigi Boldizzoni (tenente il primo, ardito [soldato semplice] il secondo) e il sergente Luigi Cordini.
Alla fine di marzo del 1949 si tenne presso la Corte d’Assise di Milano il processo a carico dell’ex ausiliaria: la ragazza dichiarò “[…] di non aver affatto ferito, e poi di non aver colpito mortalmente”. La colpa dell’uccisione del partigiano Lattuada venne addossata al Mannao, ormai “uscito di scena”, avvalorò questa versione dei fatti anche il milite repubblichino Raffaello Pepi, detenuto a Lucca e già condannato a trent’anni di prigione, presente il 26 aprile 1945 a Saronno.
Nella sua requisitoria, il Procuratore Generale Moltoni ritenne l’Anselmi colpevole del reato di “mancato omicidio” e chiese una pena di 10 anni di reclusione. La breve camera di consiglio portò la Corte a giudicare l’ex ausiliaria “colpevole di tentato omicidio e di furto aggravato, ma essendo prevista per tali reati l’applicazione dell’amnistia” l’Anselmi fu prosciolta.
Buona Festa della Liberazione a tutti.
Alessandro Merlotti
Fonti:
• “Insieme in Corte d’assise un’ «ausiliaria» e un «brigatista». Un feroce episodio della fuga fascista rievocato all’udienza di stamane”, in Corriere d’Informazione, lun./mar. 28/29 marzo 1949, pag. 2;
• “Colpevole di tentato omicidio è assolta per amnistia”, in Corriere d’Informazione, mer./gio. 6/7 aprile 1949, pag. 2;
• “Scarcerata per amnistia l’ «ausiliaria» omicida”, in Corriere della Sera, gio. 7 aprile 1949, pag. 2;
• Giuseppe Nigro, Fuori dall’officina. La Resistenza nel Saronnese, A.N.P.I. Saronno, 2005, pagg. 77-80;
• Ricciotti Lazzero, Le Brigate Nere. Il partito armato della repubblica di Mussolini, Rizzoli, Milano, 1983;
• Fondazione della R.S.I., “Albo caduti e dispersi della Repubblica Sociale Italiana”, a cura di Arturo Conti, ed. 2019, https://www.fondazionersi.org/caduti/AlboCaduti2019.pdf
• Marco Soresina, “Gli arditi della Legione Autonoma Mobile «Ettore Muti». Materiali per uno studio sociologico”, in Annali 2. Storia e strumenti di storia metropolitana milanese, a cura di Grazia Marcialis e Giuseppe Vignati, Franco Angeli, Milano, 1993, pagg. 325-346.
Per le immagini:
• Archivio fotografico del Comune di Saronno;
• https://mi4345.it/palazzo-carmagnola/

2000 battute (più o meno) fuori sacco
Storia locale e storie locali dal passato remoto agli anni più recenti, per provare a interpretare l’attualità rileggendo ciò che è accaduto. Storie e curiosità lette, trovate negli archivi o ascoltate negli ultimi trent’anni. Senza presunzione, cercando di imparare ogni giorno qualcosa in più.