Visto da Varese: L’inverno sembra autunno, dov’è finito il gelo?

di EZIO MOTTERLE
Ma che freddo non fa? Gennaio che pare ottobre, sparito il gelo, pioviggini autunnali e temperature minime ben più alte di quelle attese, nebbioline e sole pallido, umidità alle stelle. Il 2023 inizia all’insegna dell’ennesima stranezza climatica, mentre il bilancio meteo del 2022 documenta la lunga serie di anomalie dello stesso segno. Si è chiuso un anno di record, sintetizza il Centro geofisico prealpino, l’anno più caldo, più secco e più soleggiato, stando ai dati raccolti dal 1967 ad oggi. La temperatura media ha toccato 15 gradi, oltre mezzo più del record precedente (anno 2019). La massima dell’estate ha raggiunto 36.5 gradi sfiorando il record di 36.8, ma soprattutto le ondate di calore sono state persistenti con il primato di 59 giorni oltre i 30 gradi. Il 2022 sarà ricordato anche per la lunga siccità: le piogge sono state metà della norma, con 768 millimetri totali si è stabilito il nuovo record di anno più asciutto, ben al di sotto dei 971 millimetri del 2005. Le piogge sono state scarse in tutti i mesi fuorché in settembre: molto secchi gennaio (9 millimetri), febbraio (16), marzo (7) e agosto (18,7) che è stato anche il più asciutto. Poca neve in città ma anche sulle Alpi, a Campo dei Fiori solo 57 centimetri, “devastante” arretramento dei ghiacciai. I livelli del Verbano e del lago di Varese sono stati sempre sotto la media e spesso hanno raggiunto record di magra. Ed eccoci al nuovo anno, con un inizio di gennaio che fa pensare a una nuova anomalia, anche se le previsioni indicano già a partire da oggi una situazione assai più in linea col periodo. Può essere, insomma, che a breve (licenziamo queste note il venerdì) il tempo cambi e un vero freddo di stagione con neve fino a quote basse faccia svanire questo innalzamento inatteso di temperature, rimaste stabili per giorni ben al di sopra dello zero, sia le massime che le minime. Si vedrà. Certo che di questo passo rischiano di traballare anche leggende antiche, con la celebre merla che – largo alla fantasia – potrebbe tornare persino bianca, cancellando la tradizione del gran gelo di fine gennaio (i tre giorni della merla appunto, considerati i più freddi dell’anno) che la costrinse a ripararsi dentro un camino uscendone così col piumaggio da allora rimasto scuro. Senza contare che sempre secondo antiche convinzioni se il tempo in questo periodo sarà troppo mite la vera primavera risulterà ancora lontana. Meglio un brivido come si deve adesso, insomma, per potersi liberare in fretta dell’inverno. Al di là delle facili illusioni.
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