Anche il Saronnese piange papa Benedetto XVI

SARONNO – Anche il saronnese piange il papa emerito, Benedetto XVI. Ecco alcuni ricordi e messaggi provenienti dal nostro territorio.
Samuele Astuti, consigliere regionale Pd
Lo ricorderemo come un fine teologo, un uomo timido dotato di grande capacità di ascolto.
Nei suoi otto anni da Papa, Ratzinger ha incontrato tantissime persone, ha compiuto decine di viaggi internazionali e in Italia, ha scritto varie encicliche per rinnovare la dottrina sociale della Chiesa. Il suo momento di maggiore grandezza è stato quando ha riconosciuto, nonostante la sua grande cultura e fede, che altri avrebbero potuto meglio rispondere a un mondo che era tanto cambiato. Che la terra gli sia lieve.
Pierluigi Gilli, presidente del consiglio comunale di Saronno
Ha concluso la vita terrena e si è immerso nella Luce della vita eterna. Il Santo Padre Benedetto XVI, il Papa, resterà sempre nel mio cuore. Requiescat in pace.
Lara Comi, europarlamentare
“Chi crede si affida completamente a Dio e per questo non teme di perdere nulla, avendo Lui come ricchezza”. A Dio, Papa Benedetto XVI
Loredana Pizzi, sindaco di Lazzate
Addio ad un grande Papa.
“Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte. In proposito mi ritorna di continuo in mente quello che Giovanni racconta all’inizio dell’Apocalisse: egli vede il Figlio dell’uomo in tutta la sua grandezza e cade ai suoi piedi come morto. Ma Egli, posando su di lui la destra, gli dice: “Non temere! Sono io…”.
Cari amici, con questi sentimenti vi benedico tutti”.
(Benedetto XVI)
Stefano Candiani, deputato ed ex sindaco di Tradate
La Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, ci rattrista, ma anche ci riempie di gratitudine per il dono della Sua vita e del Suo magistero.
La sua lezione sul pericolo “relativismo”, tutt’ora temo non abbastanza ascoltata, é e resta questione centrale.
“Cari fratelli e sorelle – ha proseguito Ratzinger – a 150 anni dalla morte del santo curato d’Ars, le sfide della società odierna non sono meno impegnative, anzi forse, si sono fatte più complesse. Se allora c’era la “dittatura del razionalismo”, all’epoca attuale si registra in molti ambienti una sorta di “dittatura del relativismo”. Entrambe appaiono risposte inadeguate alla giusta domanda dell`uomo di usare a pieno della propria ragione come elemento distintivo e costitutivo della propria identità. Il razionalismo fu inadeguato perché non tenne conto dei limiti umani e pretese di elevare la sola ragione a misura di tutte le cose, trasformandola in una dea; il relativismo contemporaneo – ha sottolineato Benedetto XVI – mortifica la ragione, perché di fatto arriva ad affermare che l’essere umano non può conoscere nulla con certezza al di là del campo scientifico positivo. Oggi però, come allora, l’uomo “mendicante di significato e compimento” va alla continua ricerca di risposte esaustive alle domande di fondo che non cessa di porsi”.
(5 agosto 2009)
Francesca Brianza, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia
“Chi non riesce a donare un po’ di se stesso, dona sempre troppo poco”
Grazie per aver sorretto la Chiesa Cattolica in un momento tanto critico e buio, grazie per gli insegnamenti e per il tuo pontificato illuminato.
A Dio Papa Benedetto XVI, riposa nella gloria del Signore
Lorenzo Guzzetti, ex sindaco di Uboldo
A ripensarci bene non mi sorprende che proprio il 31 dicembre, il giorno in cui intoniamo il Te Deum di ringraziamento, Benedetto XVI sia tornato alla casa del Padre. Questo 2022 per me è stato complicato, ho conosciuto i “lupi” e la “sporcizia” della Chiesa e certi giorni ho davvero pensato che il Signore “sembrava dormire” dopo “giorni di sole e di brezza leggera”. Sono arrivate le “acque agitate” ed è lì che ho potuto riaffermare le parole di Benedetto: “ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto”. Attraverso appunto alcuni uomini e le donne che ha scelto ho potuto riassaporarne l’abbraccio affettuoso e la tenerezza paterna che ancora mi fa dire che “non praevalebunt”. Negli ultimi giorni dell’anno, poi, ho potuto sperimentare anche la sofferenza e il dolore per delle questioni personali che dopo anni si sono disvelate per ciò che erano realmente, tuttavia “La fede, che prende coscienza dell’amore di Dio rivelatosi nel cuore trafitto di Gesù sulla croce, suscita a sua volta l’amore. Esso è la luce — in fondo l’unica — che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di vivere e di agire. L’amore è possibile, e noi siamo in grado di praticarlo perché creati ad immagine di Dio.” La certezza, ancora, è che l’amore è possibile e che il supremo sacrificio dell’amore è la croce. Ma che fatica buttare giù!
E’ comunque grande canto di gioia, oggi, per quanto il 2022 mi ha donato esattamente lo stesso canto di gioia che tutto il mondo deve far risuonare perchè il Papa che ci ha insegnato sempre l'”amicizia con Gesù” è tornato a Casa. L’amicizia che per me è la cifra vera della mia vita, i tantissimi amici con cui ogni giorno mi sento, mi scrivo, parlo, mi confronto e che sono per me ricchezza inesauribile e fonte di grande ispirazione. Ho sperimentato tanto amore gratuito che mi è stato donato e che oggi porterò davanti al Bambino di Betlemme come un dono. Mi sono stati regalati nuovi compagni di viaggio, nuove amicizie, nuovi sentimenti. La Provvidenza mi ha già messo davanti nuovi campi dove operare, lavorare, creare, impegnarmi. Una casa nuova dove accogliere, abbracciare, mangiare insieme condividendo gioie e fatiche del quotidiano. Ho vissuto il tradimento, ma anche la gioia del perdono. Ho sperimentato l’amore gratuito. Con tutti questi sentimenti, forse disconnessi e complicati da capire, chiudo questo 2022.
(foto: Samuele Astuti)
31122022