Ospedale Saronno, interrogazione Pd in Regione su reparti e investimenti: “Quale sarà il suo destino?”

SARONNO – “Quale sarà il destino dell’ospedale di Saronno, quali i reparti che riapriranno e con quali tempi?” E’ il cuore dell’interrogazione a risposta immediata in aula presentata in consiglio regionale dai consiglieri regionali del Pd guidati da Samuele Astuti sull’ospedale di piazzale Borella.
In sostanza dopo aver riassunto le criticità che sta affrontando il presidio di piazzale Borella (parlando del forte ridimensionamento dei reparti e del rischio di trasformazione da presidio di primo livello a presidio ospedaliero territoriale) malgrado garantisca un punto di riferimento ad un comprensorio interprovinciale con più di 180 mila abitanti si chiede “quali i reparti che riapriranno e con quali tempi, quali gli investimenti per il suo rilancio e non solo per le manutenzioni e, soprattutto, quali le politiche di assunzione del personale, indispensabile per colmare le lacune che, a brevissimo termine, rischiano di causare la paralisi dell’intero nosocomio”.
Critica la posizione espressa sul problema della carenza di personale “dove non è stato effettuato neanche un primo monitoraggio per fotografare la situazione concreta: non sono stati infatti stabiliti i contingenti minimi di personale per ogni presidio e per ogni specialità e non si è proceduto con una valutazione numerica delle carenze ospedale per ospedale”.
Nella nota, a cui dovrà rispondere il nuovo assessore al Welfare Guido Bertolaso martedì 9 novembre, si ricorda anche la mobilitazione dei 19 sindaci del comprensorio a sostegno del presidio.
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Commenti
Al momento si sa quali sono stati chiusi:
Ostetricia, punto nascita, pediatria.
La Riabilitazione è una massa in scena per dire abbiamo aperto un reparto, la Chirurgia non esiste più come tale, ma all’interno di una struttura chiamata polichirurgia ovvero un reparto dove c’è di tutto, opera poco per via degli anestesisti che si fatica a trovare (dappertutto), l’ortopedia ridotta al lumicino, il pronto soccorso che riesce a stare aperto con l’intervento di chirurghi e internisti, che perciò devono allontanarsi dal loro reparto “naturale” che ovviamente va in sofferenza di personale, l’oncologia con qualche posto letto all’interno della neurologia è essenzialmente un Hospice.
Resistono Urologia e Otorinolaringoiatria e Oculistica che però devono anche loro dedicare persone alle guardie per liberarne altre che vanno in pronto soccorso.
Non parliamo del personale infermieristico che tra i pensionamenti e i licenziamenti per andare a lavorare altrove, non si riesce a rimpiazzare con le poche assunzioni che si riescono a fare in quanto non c’è quasi più nessuno da assumere…
Ora c’è Bertolaso, speriamo che cambi qualcosa.
Chiudere e lasciata a marcire la megastruttura. Il nuovo ospedale privato convenzionato Meditel verrà costruito dietro la stazione. Per il popolo degli isee c e la casa di comunità in via fiume