Saronno, cento firme in 2 ore e mezza: saronnesi con Attac per la sanità pubblica (dall’ospedale alla Casa di comunità)

SARONNO – “Se il buon giorno si vede dal mattino…”: comincia con questo detto tradizionale il soddisfatto commento delle attiviste e degli attivisti di Attac Saronno.
Una decina di persone che stamattina alle 9,30 hanno cominciato a montare il loro solito “gazebo rosso” in piazza Libertà, allestendo in qualche minuto un banchetto di raccolta firme corredato da manifesti informativi che riproducevano le motivazioni politiche e giuridiche che li hanno spinti a questa nuova iniziativa in favore della sanità pubblica nel nostro territorio.
Alle 12,30, momento della smobilitazione, sono ben cento le firme raccolte da altrettanti residenti saronnesi di ogni sensibilità politica ed estrazione sociale, accomunati dalla richiesta di una sanità per tutti.
Sono 500 le firme di residenti saronnesi, muniti di carta d’identità, che Attac Saronno – per una Società della Cura si impegna a raccogliere per portare l’amministrazione comunale a deliberare su ben otto punti:
- iniziative per la corretta applicazione concreta della legge nazionale in materia di sanità, anche laddove quest’ultima risultasse in contrasto con la normativa regionale vigente nei termini evidenziati dai Ministeri competenti;
- iniziative verso la Regione Lombardia volte a tutelare il mantenimento dell’Ospedale di Saronno come struttura di primo livello;
- di operare affinché sia esclusivamente pubblica la gestione della Casa di Comunità prevista sul territorio di Saronno, evitando – nei limiti consentiti dalla legge – che la sua gestione venga affidata a soggetti giuridici di diritto privato;
- di farsi promotore nell’ambito dell’Asst Valle Olona di un ruolo più forte delle comunità locali, attraverso la richiesta di includere modalità di consultazione e decisione in cui siano presenti rappresentanti dei municipi e dei distretti coinvolti, con effettivo potere di intervento degli stessi nelle deliberazioni più importanti da assumere a questo livello;
- di aprire alla partecipazione della cittadinanza, in forma singola e/o organizzata, il tavolo cosiddetto ”sanità/ospedale” avviato suo tempo da questa amministrazione comunale;
- più in generale, di non compiere alcun atto che possa favorire la presenza di erogatori privati, ancorché “convenzionati” nei servizi sanitari territoriali;
- di avviare immediatamente un monitoraggio dell’offerta sanitaria pubblica e provata presente sul territorio comunale;
- di avviare immediatamente un’indagine epidemiologica da porre a fondamento delle proprie scelte e decisioni in materia di sanità.
Prossimo appuntamento: sabato prossimo, 15 ottobre, dalle 9,30 in piazza Libertà.
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Commenti
100 firme? Ma i saronnesi non sono quasi 40.000? Questi sono peggio di ObSar
A cosa serve se chi gestisce la sanità pubblica e regione Lombardia che preferisci fare tutto al privato?
A cosa serve una casa, non ci sono medici e personale…. sveglia
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Chi si dovrebbe svegliare sono quelli che hanno permesso a regione Lombardia di distruggere il sistema sanitario pubblico