“Tra i binari”, Mazzucotelli aggiorna su “inflazione e aumenti tariffari, situazione e prospettive”

Come già accennato nelle precedenti puntate della rubrica, Regione Lombardia con la Delibera XI / 6623 del 4 luglio 2022 ha provveduto ad adeguare all’inflazione le tariffe dei titoli di viaggio, per quanto di competenza.
Più nel dettaglio, il valore corrispondente alla media aritmetica tra la variazione dell’indice del costo della vita per le famiglie di operai ed impiegati (generale senza tabacchi) e la variazione dell’indice del costo della vita per le famiglie di operai ed impiegati per il settore trasporti come definiti dall’ISTAT è risultato 7.64%.
La formula di calcolo prevede un dimezzamento e una correzione con alcuni addendi legati alla qualità del servizio.
Nel caso del servizio ferroviario, gli addendi correttivi risultano complessivamente nulli (nessuna infamia, nessuna lode) e quindi la semplice divisione a metà porta all’ormai noto aumento del 3.82%.
Nel caso delle tariffe integrate, gli addendi correttivi sommano a -1.91% e quindi l’aumento risulta 1.91%.
Sulle tariffe ferroviarie (STIL) è applicato direttamente l’aumento del 3.82%.
Sulle tariffe integrate regolate dalla Regione (IVOL e IVOP) è applicato direttamente l’aumento dell’1.91%.
Alle tariffe integrate STIBM, non regolate direttamente dalla Regione, si applica l’aumento dell’1.91% sulle soglie massime – non si esegue quindi automaticamente l’aumento, che è demandato all’unica Agenzia TPL che ha attivato lo STIBM (Milano-Monza).
Con Delibera n°10 del 26 agosto 2022, l’Agenzia TPL di Milano-Monza-Lodi-Pavia ha quindi provveduto, da ufficio, a stabilire gli adeguamenti tariffari di propria competenza con metodo del tutto analogo a quello regionale e applicazione degli aumenti a decorrere dal 1° novembre 2022.
Nel dettaglio, gli addendi correttivi risultano complessivamente nulli e si ottiene anche in questo caso un incremento del 3.82%, con il vincolo di non eccedere i valori massimi stabiliti dalla Regione.
Come nel caso della Regione, non emerge alcuna volontà politica di sterilizzare almeno in parte gli aumenti che sono dovuti per Legge, ma a differenza della Regione è stata adottata la scelta di non intervenire sul prezzo degli abbonamenti, scaricando tutto sui titoli di viaggio occasionali, che subiranno un incremento dell’8.48% con il biglietto Mi1-Mi3 a 2.20€.
Per quanto riguarda Saronno – ancora estranea dall’integrazione tariffaria con Milano – un viaggio andata e ritorno treno + mezzi urbani verrà dunque a costare 2 × (3.00 + 2.20) = 10.40€; se vi fosse integrazione il costo sarebbe solamente 2 × 3.50 = 7.00€.
Se fosse attivato almeno lo sconto del 30% in caso di acquisto contemporaneo di STIL+STIBM come previsto dall’art. 17 comma 3 del Regolamento Regionale (no, non è stato ancora attivato), l’esborso sarebbe limitato a 2 × (3.00 + 2.20×0.7) = 9.1€.
D’altra parte, Regione Lombardia, in collaborazione con le Agenzie e con le Ditte, non è ancora stata in grado di portare a termine tre importanti riforme:
- Riforma delle tecnologie di bigliettazione, del 2011: i sistemi attuali sono piuttosto rigidi oltre che obsoleti a livello manutentivo, e non avrebbe senso estendere e integrare un sistema da dismettere (è per questo che il biglietto del bus deve essere ancora comprato per forza dal tabaccaio);
- Riforma degli affidamenti e dei contratti, del 2012: contratti e concessioni attuali non prevedono assolutamente l’integrazione tariffaria e ogni novità deve essere trattata a parte, ammesso che si abbiano tempo, denaro e risorse da dedicarvi (tipicamente, non ci sono); nessuna garanzia in termini di competitività economica del servizio; la stessa ATM è pur sempre un’azienda in-house, ovviamente iper-tutelata dalla propria committenza;
- Riforma generale dei sistemi tariffari, del 2014, che avrebbe imposto l’integrazione valida ovunque da includere obbligatoriamente in tutti gli affidamenti di cui sopra.
In questo contesto, considerato inoltre che sterilizzare gli aumenti del TPL non ha minimamente il peso politico della sterilizzazione degli aumenti dei carburanti per autotrazione, non si fa altro che gestione algebrica, scaricandoli sulla massa indistinta delle minoranze sprovvedute che ancora si servono dei mezzi pubblici.
Si tratta ovviamente di un sistema da ricostruire quasi da zero, ammesso che vi si vogliano dedicare credibilità politica, tempo, denaro, personale.
Innanzitutto, bisognerebbe mettere a gara per affidare a chi eroga il massimo servizio con i minimi costi (intesi sia come corrispettivo a carico della collettività, sia come tariffe a carico dell’utenza). Bisognerebbe poi avere il coraggio di impostare le tariffe con il criterio di Robin Hood: invece del sistema attuale, che corrisponde di fatto a una tassa piatta, che tutti pagano allo stesso modo con poche eccezioni, i prezzi di listino dovrebbero essere adeguati alla necessità di offrire servizi frequenti, puliti, attivi anche la sera e la domenica, con gli annunci che funzionano e il presidio a bordo; come in parte già previsto dai non-attivati STIBM, sarebbe poi inevitabile procedere con una capillare erogazione di scontistiche per tutti i soggetti da tutelare, a partire da giovani e studenti, anziani ma anche ovviamente per non affondare i bilanci familiari di chi utilizza i mezzi pubblici per lavorare e portare a casa il minimo per sopravvivere.
In pratica: i ricchi devono essere abituati a utilizzare un TPL che funziona (non più uno sposta-poveri) e che valga la cifra che pagano; i poveri, che utilizzano il TPL per necessità, hanno il diritto di pagare prezzi popolari, o addirittura simbolici, e godere di un servizio che funziona.
Per rispondere alle sicure critiche in merito, è opportuno evidenziare che il Frecciarossa è sempre utilizzatissimo e le corse in partenza domani da Milano per Roma hanno raggiunto cifre da 83€ a 102€ (sola andata). E ci sono anche gli abbonati! Perché si pensa che la gente, anche con poco preavviso, paghi queste cifre enormi? Perché il servizio (non sussidiato) è veloce, frequente e ha un’immagine rispettabile confermata ogni volta che si sale a bordo. Credo che non sia giusto che per il TPL valga un discorso diverso, al ribasso. Certamente trattasi di servizio universale con un peso sociale e territoriale importantissimo e per questo non si deve parlare di prezzi di mercato senza parlare di agevolazioni per chi vive con meno.
Si smetta di fare populismo generico sulle tariffe, ma piuttosto si abbia il coraggio di spendere risorse per migliorare il sistema da principio, farlo pagare il giusto a chi può e venire incontro a chi altrimenti non potrebbe, mettendo al centro la qualità.
Il Trasporto Pubblico Locale è welfare!
D’altra parte, in un contesto malfunzionante dove più che altro ci si guarda la schiena a vicenda, è chiaro che percepiamo gli aumenti di qualunque genere come una beffa inaccettabile.
I diversi gruppi politici saranno mai pronti a tutelare davvero, erogando qualità, questa minoranza non riconosciuta che si sposta con i mezzi pubblici e, a quanto pare, non si lamenta mai abbastanza da essere presa sul serio?