Visto da Varese: Settembre, troppe incognite sulla difficile ripartenza

di EZIO MOTTERLE
Settembre andiamo… In realtà dati i tempi che corrono verrebbe voglia di fermarsi ad agosto. Si volta pagina senza certezze, scenari oscuri affollano l’orizzonte. Alle spalle ormai un’estate caldissima, lamenti estremi sul fronte dell’emergenza climatica, ma tutto sommato tempo sufficiente per una pausa rigeneratrice. Che cozza ora contro le crescenti e in parte previste emergenze dell’autunno alle porte. Non c’è bisogno nemmeno di indicarle, tanto cresce il bombardamento mediatico su tutti i fronti: inflazione, crisi energetica, allarme bellico, incertezza politica e sanitaria… Si era sì immaginato che la chiusura degli ombrelloni non avrebbe coinciso con la fine dei problemi, tutt’altro, ma almeno si sperava in qualche soluzione dietro l’angolo, una schiarita insomma tra tante nubi minacciose. Invece si prospettano altri mesi da brivido, con più freddo anche in case ed uffici, rischi di stop alla produzione industriale, luci razionate nelle città sempre più buie, un virus che non pare ancora appagato sempre pronto a nuove varianti con relative campagne vaccinali. L’idea di ripartire fatica ovviamente a suscitare entusiasmi. Settembre fermiamoci… verrebbe insomma da dire correggendo il celebre verso del poeta. Sta per concludersi un’estate che ha consentito comunque una sospirata parentesi di libertà, vacanze più o meno brevi per tutti o quasi, solleone oltre l’immaginabile, sostanziale rallentamento della pandemia con agognata aria da liberi tutti, conflitto ucraino ahimè sempre in atto ma un po’ sfumato nelle pieghe del relax. Grande recupero intanto delle attività legate al turismo, laghi e colli del Varesotto in testa ai numeri di una crescita andata un po’ ovunque ben oltre le attese, con record di presenze di italiani e soprattutto stranieri, motore della ripresa di un settore sempre più strategico per l’economia. Ma adesso? La ripartenza ha l’aspetto di città già affollate e segnate dagli affanni. La fine del lungo caldo ha lasciato uno strascico di inquietudini, l’impressione di un cambiamento inevitabile verso uno scenario ancora pieno di incognite. Mai come oggi del doman non v’è certezza. E per esser lieti, correggendo un altro celebre poeta, non basta più semplicemente volerlo…
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