Visto da Varese: Primo Maggio, in corteo per il lavoro e la pace

di EZIO MOTTERLE
Lavoratori in corteo per guardare oltre le emergenze nel segno della pace, si torna oggi al Primo Maggio secondo tradizione dopo l’allarme pandemia, cuore della festa la grande manifestazione nel centro di Varese. Ma oltre al fatto che la crisi sanitaria non è superata, resta l’allarme per la crisi economica legata al conflitto in Ucraina, le cui conseguenze impediscono di guardare con fiducia al rafforzamento della crescita occupazionale registrata in provincia negli ultimi mesi. Sono 373mila (205mila uomini e 168mila donne) i residenti inseriti nel mondo del lavoro, il 31,1% nell’industria. Il dato evidenzia una crescita che ha quasi colmato il divario rispetto al periodo precedente l’allerta sanitaria, con tasso d’occupazione risalito in un anno dal 64,7% al 66,2% e picchi oltre l’82% nella fascia 35-54 anni. Ma le prospettive non sono rassicuranti: preoccupazioni emergono a causa degli eventi bellici (“Al lavoro per la pace” è il tema della manifestazione promossa dal sindacato confederale che animerà stamane il cuore del capoluogo) ma anche dell’aumento dell’inflazione indotto dall’impennata dei prezzi delle materie prime, spesso difficili da reperire, situazione rispetto alla quale le imprese hanno chiesto un deciso intervento governativo finalizzato al contenimento dei costi produttivi. L’allarme sul fronte lavoro pesa anche sul settore metalmeccanico, quello storicamente trainante dell’industria varesina, da cui proviene oltre la metà del valore complessivo (55,6%) di export: a certificare le difficoltà crescenti anche gli ultimi numeri sul ricorso alla cassa integrazione, 236.106 ore autorizzate nel mese di marzo, in aumento del 45,5% rispetto a dicembre 2021, più del doppio rispetto alle circa 88.000 mila ore registrate sia a gennaio che a febbraio di quest’anno, preoccupante inversione di tendenza dopo il forte recupero del 2021. Si rischia ormai in molti casi la stessa continuità della produzione, fra prezzi energetici lievitati a livelli storici e costi dei materiali divenuti insostenibili. Temi che pesano ovviamente sulla tenuta occupazionale, nel quadro di una delicata situazione in evoluzione quotidiana. Con cui oggi si farà i conti, chiedendo a gran voce lavoro e pace.