Fiammetta Borsellino a Saronno: “Rigenerante condividere con i ragazzi”

SARONNO – Si è conclusa poco fa la conferenza stampa di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, che lottò contro la mafia fino ad essere vittima di Cosa nostra nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992.
“È un onore – ha detto Alberto Ronco, preside dell’Ipsia Parma – sia come scuola che personale: l’incontro di questo pomeriggio con i ragazzi di quinta è stato una bella testimonianza. Ha raccontato la storia di suo papà con uno stile leggero, lo spirito che serve per dire come affrontare le regole su come affrontare la vita, il lavoro. Si è rapportata ai ragazzi con semplicità”.
“Incontrare i giovani è per me – afferma Fiammetta Borsellino – importante: nell’ottica di elaborazione di un lutto, di dare un senso a ciò che è avvenuto. Tenere tutto per sé non è positivo: è rigenerante condividere.”
“Non è facile: ho bisogno di staccare ogni tanto per evitare di andare in saturazione, è un’esperienza con cui rischi di avere a che fare ogni giorno. È un’esperienza molto viva, ancora oggi dopo trent’anni. Si parla di depistaggi, errori, processi ad organi dello stato ancora in corso. È un grande peso che tutto ciò avvenga ancora oggi.”
Con gratitudine si è espresso anche Massimo Tallarini, docente del liceo Legnani: “Tre incontri sono sicuramente emotivamente pesanti e non semplici: le abbiamo chiesto questo sacrificio perché si tratta di un’esperienza preziosa per i nostri ragazzi.In due giorni incontra quasi mille studenti, il teatro cittadino questa sera è in tutto esaurito. La sua testimonianza sarà efficace. È un percorso che le scuole hanno fatto per arrivare preparati e non fermarsi ad ascoltare passivamente; è un percorso importante per costruire qualcosa.”
Non è mancato il riferimento alla cronaca locale nelle parole del sindaco Augusto Airoldi che, dopo aver ringraziato a nome dell’amministrazione e della città, ha sottolineato il tema della criminalità giovanile.
“I nostri giovani – ha asserito il sindaco – vengono da 24 mesi di restrizioni nella socialità: emerge una difficoltà di gestire le proprie emozioni, aggressività repressa, con bullismo e furti. Trattare temi importanti come quelli della mafia e vedere l’interesse dei ragazzi, evidenzia come siano gli adulti a non proporre, a non ascoltare a sufficienza le richieste dei giovani e i bisogni.”




22022022