Visto da Varese: Il caro energia mette in crisi imprese e famiglie

di EZIO MOTTERLE
Arranca la locomotiva varesina sotto i colpi della crisi energetica. E mentre qui, come ovunque, si fanno i conti nelle famiglie con le spese lievitate per le bollette, fino a mettere in atto ogni risparmio possibile nei consumi pur di ridurre l’impatto dei rincari, è in particolare il mondo dell’industria, traino storico dell’economia locale, a reagire con forte preoccupazione. I costi dell’energia (insieme a quelli delle materie prime) stanno mettendo in crisi le imprese del territorio, sottolinea l’Unione industriali della provincia. In alcuni settori produrre sta diventando diseconomico e aziende di interi comparti rischiano di fermarsi nonostante abbiano il portafoglio ordini pieno, ricorda il presidente Univa, precisando che si paga oggi a caro prezzo “l’assenza di una politica industriale energetica”. Occorre dunque invertire subito la rotta realizzando una serie di interventi congiunturali e strutturali, a partire dall’abbattimento delle componenti parafiscali e fiscali per le imprese. E poi aumentare la produzione nazionale di gas assegnandola alle aziende con costi inferiori a quelli di mercato, facendo crescere inoltre la disponibilità di fonti di energia all’industria anche attraverso un incremento della capacità derivante da fonti rinnovabili, i cui costi di produzione non stanno aumentando e che dunque potrebbero essere garantiti a prezzi inferiori a quelli di mercato “comandati” dal gas. Il 2021, secondo l’indagine congiunturale sul quarto trimestre, si è chiuso con il 62,2% delle imprese che dichiara livelli produttivi in crescita, migliora anche il mercato del lavoro con una riduzione del ricorso alla cassa integrazione (37,6% meno del 2020). Dati, però, da valutare con prudenza: il 2022 si apre già infatti con uno scenario diverso e i buoni risultati del 2021 rischiano di essere vanificati se non si interverrà prontamente. Oggi insomma i rincari delle materie prime e soprattutto dei codti dell’energia stanno frenando nel Varesotto il motore della ripresa che pareva ormai riavviato. Il rischio dello choc energetico pesa al punto che circa due terzi degli industriali non si aspetta aumenti dei livelli produttivi per l’immediato futuro, mentre i quattro quinti degli artigiani prevedono una situazione in discesa o comunque stabile. Intanto in molte case si guarda con insolita e preoccupata attenzione alle luci accese e al gas aperto Ripensando a un passato che si riteneva remoto per sempre.