Ex Isotta Fraschini, come saranno il bosco e il parco “armatura del progetto ma anche microsistema verde nel cuore di Saronno”

SARONNO – “Sul bosco le idee sono già chiare anche perchè c’è un vincolo e un progetto già presentato a Regione Lombardia. Sul parco ci stiamo ancora pensando. Dovrà sicuramente unire i diversi spazi e permettere alle persone di vivere l’area quotidianamente. Per questo è importante coinvolgere la città che dovrà viverlo e prendersene cura”. (QUI LA DIRETTA DELLA SERATA)
Così a fine serata Beppe Gorla, proprietario con Angelo Proserpio, dell’ex Isotta Fraschini riassume lo stato dell’arte del progetto delle parti verdi previste nella riqualificazione della maxi area dismessa tra via Milano e via Varese. (QUI LE 8 COSE DA SAPERE SUL PROGETTO)
Per avere un’idea concreta di quanto sono i 60 mila metri quadrati di verde previsti dalla proprietà gli esperti hanno spiegato che sarà “un settimo del Parco degli Aironi, uno spazio grande soprattutto se si considera la sua collocazione alle porte del centro storico”.
BOSCO
A presentare il progetto è stato l’agronomo Francesco Radrizzani che ha spiegato come attualmente l’area dell’ex Isotta abbia 60 mila metri quadrati di verde e che in 7 mila siano stati rilevati elementi che facciano parlare di un bosco strutturato. Purtroppo i terreni in questo punto sono contaminati ed è stata constatata anche l’impossibilità di agire in modo localizzato senza recar danno al legame di piante e radici. Così si è deciso di ricostruire il bosco dopo la bonifica dei terreni del resto non ci sono elementi di pregio ne dal punto di vista forestale ne naturalistico.
Tredici mila metri quadrati sono già vincolati come area verde: non sarà un parco ma un bosco vero e proprio dove le piante cresceranno libere senza strutture “non ci saranno panchine e nemmeno tagliaerba in azione”. I vantaggi sono la possibilità di studiare un’area ex novo con piante interessanti, tipiche e adatte. L’aspetto negativo è che ci vorrà tempo prima che torni ad avere l’aspetto di oggi, almeno 7 anni.
PARCO
“La chiamiamo armatura perchè giustifica e tiene insieme tutto quello che ha intorno – ha spiegato Gorla – Ci saranno spazi e percorsi per renderlo fruibile dalla città sia come verde in sè sia come collegamento i diversi spazi da quelli dell’Accademia di Brera al Museo”.
Tra gli aspetti su cui si sta lavorando anche l’idea di preservare qualche albero del bosco originale come memoria storica del passato dell’area: “Non sarà semplice ma è qualcosa a cui siamo pensando”.
BONIFICA
A presentare il progetto è stato il geologo Luca Pizzi che ha chiarito come la contaminazione sia principalmente in terreni superficiali e che l’obiettivo dell’intervento sia una bonifica economicamente, ambientalmente e socialmente sostenibile. Tra le priorità c’è quella di bonificare evitando ulteriori ricadute ambientali a partire da quelle del trasporto dei materiali. In sostanza si recupererà in loco tutto quello che potrà essere riutilizzato in assoluta sicurezza.
Per quanto riguarda i terreni sono state fatte oltre 100 campionature che hanno rivelato come la contamizione sia principalmente nei primi 2 metri solo in alcuni punti si arrivi a 7 metri. Ci sono alcune aree critiche sotto il bosco e le altre zone più contaminate sono quelle in cui sono stati usati materiali scadenti per attività di riempimento. Il fondo e la pavimentazione dei capannoni hanno preservato il suolo. E’ stata ricostruita una rete piezometrica anche se i campioni delle acque di falda dimostrano che queste non sono state inquinate dalle attività dell’ex Isotta Fraschini.
AREA UMIDA E SPAZIO PER LE STELLE
Nel corso della serata è arrivata anche la proposta di realizzare un’area umida, un bacino idrico o laghetto. Si tratta di una soluzione già al vaglio perchè “che offrirebbe dei vantaggi ecologici ma anche qualche criticità e quindi serve un’attenta analisi e progettazione”. Escluso invece da subito il problema zanzare “non vengono favorite in un bacino naturale creato con le dovute attenzioni”. Del resto l’invariaza idraulica sarà uno dei temi anzi dei punti di forza della riqualificazione. “Stiamo ragionando da tempo con idee diverse per sviluppare qualcosa che sia bello e riesca ad autosostenersi come un microsistema in ambiente urbano”.
Tra le proposte dei saronnesi quello di uno spazio magari con un piccolo osservatorio che permetta la fruizione “anche del cielo e delle stelle”.
LE DOMANDE
E’ partita dai dati dell’inquinamento atmosferico in città la domanda di un cittadino che ha invitato a non cancellare il bosco esistente: “Possiamo trattenere il fiato 7 anni per aspettare che quello nuovo produca lo stesso ossigeno di quello attuale?”. Se il geologo ha spiegato che la bonifica del terreno oltre che prevista dalla normativa è necessaria Gorla ha chiarito: “Non possiamo rimettere tutte le aspettative della città solo in quest’area. il bosco c’era anche negli appezzamenti prima e dopo l’ex Isotta e nessuno ha fatto e detto niente quando è stato spazzato via. Adesso non si può rimette apposto il disastro che è stato fatto ma l’ammissione della colpa sarebbe utile per ripartire.”.
C’è stata la domanda di Roberto Strada ad introdurre il tema della posizione del Comune in merito alla cessione di 60 mila metri quadrati a verde. A rispondere è stato Angelo Proserpio: “Stiamo cercando di far capire al comune che non solo faremo il verde ma lo facciamo diventare bene comune. Stiamo spiegando anche al comune che in questo modo la destinazione non potrà mai essere cambiata dalle diverse visioni dell’Amministrazioni e che questo è un bene per la città”.
Da segnalare tra i presenti oltre la delegazione di Legambiente presente con il referente cittadino Davide Rossin con un membro del direttivo che in passato aveva già seguito le vicende saronnesi Marzio Marzorati anche quella del neo nominato consigliere comunale incaricato all’ex Isotta e ex Cemsa Andrea Picozzi.
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Commenti
Mi spiace non abbia capito il senso. La proprietà regala al comune il parco, con l’obbligo di mantenerlo tale. Non c’entrano gli oneri di urbanizzazione o altro.
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Non gli regala un bel niente, secondo il PGT DEVE cedere gratis al Comunevil 50% della superficie. Non regalano niente, il terreno è già del Comune
ma dobbiamo leggere un articolo ogni 2 giorni su un progetto che non vedrà mai la luce oltre a essere completamente senza senso?!?!
Io non ho capito, stanno facendo progetti anche sulla parte che spetta al comune? Se passa questa cosa anche tutti gli altri proprietari di aree dismesse non cederanno più al comune la parte dovuta…
Le diverse visioni di una amministrazione rispecchiano la volontà dei cittadini che l’ha democraticamente votata, non vedo dove sia il problema dunque.