Giorno del Ricordo, in memoria di Aldo Matteucci in villa Gianetti

SARONNO – La giornata del Ricordo si apre con la celebrazione privata in Villa Gianetti. L’amministrazione comunale, nella persona del sindaco Augusto Airoldi e del vicesindaco Laura Succi, hanno accolto i discendenti dell’artista Aldo Matteucci, che fu imprigionato e fucilato da un gruppo di forza armate slave.
L’evento va ad ufficializzare la donazione avvenuta nel 2001 da parte dei nipoti di Matteucci: si tratta di arredi disposti nel “Salotto” di Villa Gianetti, dove ad oggi si celebrano i matrimoni, progettati e realizzati da Aldo Matteucci e gli allievi della sua scuola di Gorizia.
“Il comune di Saronno – dichiara il sindaco Airoldi – celebra una Giornata del Ricordo molto particolare, una particolarità che rende l’occasione solenne. Abbiamo occasione di ufficializzare la donazione dello scorso 2001 circa gli arredi della città.”
“Ringrazio gli eredi Matteucci – continua – che danno la possibilità alla città di godere di questa donazione. Mi fa piacere che questa celebrazione possa avvenire in questa giornata.”
“Condivido la soddisfazione del sindaco – aggiunge il vicesindaco Laura Succi – testimonia il senso di appartenenza alla città. Lasciare qualcosa che ci è caro alla città, significa farne parte. L’evento piccolo ci allarga alla visione più ampia alla visione più ampia dell’evento tragico: va rivista con uno spirito di lettura storica lontana dalle strumentalizzazioni politiche.”
Nell’occasione, è stata svelata la targa che spiega la storia del salotto e dei suoi arredi, soffermandosi sulla memoria di Aldo Matteucci.
Durante l’occasione, a raccontare la storia dell’artista è il nipote, Giuseppe Sabatteri.
“Ringrazio di aver ricordare in modo indelebile mio nonno – afferma – L’ho conosciuto nei miei primi sei anni di vita. Mio nonno era un artista: abbiamo molti oggetti da lui realizzati. È diventato direttore di scuole d’arte: dall’Abruzzo è arrivato in Friuli, poi a Gorizia come ultima destinazione. Le sue scuole d’arte erano specializzate a realizzazione di oggetti in legno e ceramica.”
“Questi mobili sono ritratti – continua – sin dal 1935, in fotografie in casa di mio nonno. Quando mio nonno venne deportato, finirono per metà a mia zia, cittadina saronnese: abbiamo per questo pensato di donarli al comune di Saronno.”
Durante la cerimonia, è stato donato alla famiglia Sabatteri il libro della città di Saronno.
(in foto: Giuseppe Sabatteri con Laura Succi e Augusto Airoldi)
10022022